
Ricordarsi la discografia di un progetto, che sia band o solista, a volte è molto facile. Alcuni, per via della breve durata, producono a malapena un EP, altri hanno realizzato lavori così iconici che li si menziona facilmente, mentre in altri casi, per scioglimenti temporanei o per mancanza di ispirazione, bisogna aspettare anche più di 10 anni per vederne almeno uno.
E poi ci sono artisti che, invece, fanno l’esatto contrario, realizzando tantissimi lavori ufficiali nello stesso anno a passo quasi costante. Che siano full-length, live album, EP, demo o split, la loro discografia cresce a dismisura diventando lunga, corposa e difficile da ricordare, arrivando a numeri da record.
Buckethead

Brian Patrick Carroll, in arte Buckethead, è uno dei musicisti più stravaganti in circolazione: appare sempre con una maschera bianca, un secchio in testa (da cui deriva il suo pseudonimo) e un atteggiamento bizzarro, specie quando si trova a contatto con i fan e con la stampa. Le sue doti da compositore, però, non possono essere messe in discussione: il suo virtuosismo e la sua tecnica sono fuori dal comune, tanto da riuscire a spaziare tra generi diversi (prog metal, funk, blues ecc.) ed essersi guadagnato un posto d’onore tra i migliori shredder di tutti i tempi, al pari di Steve Vai, Yngwie Malmsteen e Paul Gilbert. In sostanza, la mente artistica di Buckethead è infinita, e questo lo si può capire dalla sua discografia. Considerando ogni singola uscita, i suoi lavori ufficiali sono in totale 822: si contano ben 481 full-length (di cui 119 sono usciti nel solo 2015), 5 demo, 181 live album e ben 155 altri dischi tra EP, singoli, collaborazioni e compilation. Un artista tutto da scoprire, sì, ma buona fortuna a chi tenta di farlo dall’inizio alla fine.
Agathocles

Gli Agathocles, pur non essendo molto conosciuti, possono essere classificati tranquillamente tra i pionieri del grindcore. Sono nati nel 1987 e, da allora, continuano ad andare avanti con bordate sempre più forti e evolute, in un mix che comprende anche sonorità vicine al death e all’industrial. Conoscere il loro operato nel dettaglio sarebbe bellissimo, ma si tratta di un’impresa titanica: già se si parte dai full-length (16 in totale) si impiegherebbe un bel po’ di tempo, ma se si considerano gli altri dischi non la si finirebbe più. Il nome dei belgi, infatti, appare in ben 608 uscite che comprendono EP, compilation e soprattutto split (in piena tradizione grind) che, sommate ai live album (29) e ai 5 demo, arrivano a un totale di 658. Tutto si può dire sugli Agathocles, tranne che non siano produttivi.
Phyllomedusa

Ecco a voi un’altra personalità del tutto unica e eclettica. Matt Mansfield, musicista newyorkese, è conosciuto per il suo progetto solista dal nome Phyllomedusa, dal sound gorenoise a dal concept incentrato esclusivamente sulle rane. Una combo simile è certamente bizzarra, ma lo è ancor di più se viene espressa in una quantità enorme di dischi: solo di full-length, infatti, se ne contano 198, di cui 65 usciti nel 2018. Se poi si considera tutto il resto, singoli compresi, si arriva alla cifra monstre di 484 lavori totali, molti dei quali sono split. Insomma, chi è interessato al regno degli anfibi, o vorrebbe iniziare a conoscerlo, ha trovato il progetto musicale perfetto. Peccato, però, che per approfondirlo gli ci vorrà un bel po’…
Senmuth

Siamo di fronte al Buckethead russo? Non proprio, ma di aspetti in comune con lui, questo musicista ne ha tanti. Valery Androsov, aka Senmuth, è un polistrumentista dalle mille abilità, formatosi da autodidatta e affermatosi con un sound sperimentale che va a cavallo tra folk, doom, industrial e ambient. Nel suo omonimo progetto solista, inoltre, si presenta con tematiche a carattere storico sulle antiche civiltà e un songwriting vario e scritto in molteplici lingue, tra cui inglese, russo, indiano, cinese mandarino e addirittura nahuatl. Non c’è che dire, è un artista dotato di cultura e creatività enormi, e non poteva esserci dimostrazione più chiara di ciò tramite la sua discografia. Gli album di lunga durata sono i lavori in numero maggiore, ben 202, con un arsenale di compilation, extended play e singoli che raggiungono il totale di 67 dischi. Risultato finale? 269 lavori ufficiali.
Sabbat

I Sabbat sono ormai un nome noto per chi conosce il metal estremo proveniente dal Giappone. Sono attivi dal 1984 e, da allora, non si sono mai fermati, diventando un’istituzione in patria e anche al di fuori. In 40 anni di attività, ci si aspetterebbe una grande produzione di dischi… e Gezol e soci possono vantarla. I full-length non sono tantissimi (11), ma sono i live album e l’insieme degli altri lavori a raggiungere cifre elevate: tra EP, compilation e anche qualche split, i nipponici possono vantare la bellezza di 232 opere totali. Di solito sono gli album dal lungo minutaggio ad essere considerati maggiormente, ma di certo i Sabbat sanno come produrre nuovo materiale senza stare mai con le mani in mano.
Nunslaughter

Similmente ai Sabbat, anche i Nunslaughter hanno una discografia corposa. Infatti, come i giapponesi, gli americani non hanno un gran numero di full-length (solo 5) ma possono vantare un patrimonio di opere più brevi che arriva alle 155 unità. Aggiungendo i live album, 54 in tutto, si arriva alla cifra totale di 214 lavori ufficiali realizzati. Il loro meglio lo hanno mostrato sicuramente negli album più lunghi, ma un ascolto al resto del loro operato non andrebbe negato… se fosse un po’ più facile finirlo.
Sadness

Quando si parla di death metal o di grindcore è più facile trovare discografie lunghe, ma nel black metal, in particolare il depressive, non è molto comune. L’eccezione, però, la rappresenta Sadness, progetto solista di Damián Antón Ojeda, che in 10 anni si è ritagliato un posto importante nel filone d’appartenenza. Per il talento? Sicuramente, ma anche per il numero di release ufficiali. Solo di recente ha deciso di esibirsi dal vivo, ma non avendolo mai fatto prima d’ora, non ha prodotto nessun live album. Di contro, però, si possono contare ben 22 album lunghi e corposi, di cui 5 usciti nel 2015, 3 nel 2016 e altri 3 nel 2024. Aggiungendo le altre opere, il numero totale dei suoi dischi ammonta a 66. Una cifra decisamente bassa rispetto a quelle viste prima, ma alta se si considera il genere musicale e la distanza temporale tra ogni disco.
I dati numerici di questo articolo sono tratti da Encyclopaedia Metallum


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