
- Band: ULCERATE
- Durata: 57:46
- Data di uscita: 14 giugno 2024
- Etichetta: Debemur Morti Productions
Ci sono ancora dubbi sull’operato degli Ulcerate? Se così fosse, è arrivato il momento di toglierseli. O meglio, di convincersi del contrario, perché i neozelandesi, nella loro carriera, non hanno sbagliato un album.
Lavori come Everything is Fire (2009), Vermis (2013) e Shrine of Paralysis (2016) sono stati una rivelazione per l’originalità: trame violente, tecniche, contorte e allo stesso tempo evocative ed eleganti, tra tempi dispari e distorsioni dell’ultimo minuto. Poche band possono essere paragonate ai neozelandesi, perché ci hanno sempre abituato a composizioni superlative, complesse, innovative. Le stesse che mostrano, giustamente, con il nuovo Cutting the Throat of God, che viaggia sulla stessa scia dell’ultimo Stare Into Death and Be Still (2020).
L’album immortala Paul Kelland e soci nell’ennesima atmosfera decadente e introspettiva, animata da quelle fasi più calme e distese che si alternano benissimo con le sfuriate di violenza (tratto ormai tipico del loro bagaglio stilistico) precise e puntuali. Il lavoro alle pelli di Jamie Saint Merat e gli assoli di Michael Hoggard riescono a farcelo notare costantemente, soprattutto nella opener To Flow Through Ashen Hearts e nella seconda The Dawn Is Hollow, perfette sintesi dell’identità degli Ulcerate, racchiusa in composizioni lunghe, corpose e complesse. Kelland, ovviamente, dà manforte al sound con quei growl brutali, ma penetranti, sempre azzeccati per ogni passaggio, compreso quelli più lenti. E tutto viaggia veloce in un caos ridondante, ma elegante e ben orchestrato.
Sette tracce, tutte al di sopra dei 7 minuti, che non devono essere considerate singolarmente. Come tutti gli altri album, anche Cutting the Throat of God lo si deve ascoltare con la massima cura, e solo così potrà essere apprezzato a pieno. Per chi conosce benissimo gli Ulcerate, invece, questa non è altro che una riconferma, un altro centro al bersaglio che per il trio di Auckland, è diventato una costante.
Miglior brano: To Flow Through Ashen Hearts
Voto: 8
TRACKLIST:
- To Flow Through Ashen Hearts
- The Dawn Is Hollow
- Further Opening the Wounds
- Transfiguration In and Out of Worlds
- To See Death Just Once
- Undying as an Apparition
- Cutting the Throat of God
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