
- Band: NEL BUIO
- Durata: 32:06
- Data di uscita: 12 dicembre 2025
- Etichetta: Avantgarde Music
Più si va avanti, più la scena metal italiana si arricchisce di progetti che definire interessanti sarebbe poco. Tra di essi ci sono i Nel Buio, trio lombardo-emiliano nato nel 2023, che hanno finalmente debuttato con l’omonimo album allo scadere di un anno molto florido per l’underground nostrano.
La prima cosa che bisogna sapere su questa band è il background dei componenti, di cui nessuno è alle prime armi: il fondatore Claudio De Rosa, aka Clod the Ripper, ha militato per anni in band come i Septycal Gorge, i Nuclear Devastation e i Blasphemer (di cui fa ancora parte), mentre il chitarrista Neil Grotti e il batterista Francesco Vella vantano collaborazioni con band quali Neurasthenia e gli storici Electrocution.
I curriculum promettono molto bene, ma c’è un dettaglio non trascurabile: tutte le band menzionate sono death metal, alcune molto tecniche e brutali. Cosa che sorprende quando si scopre che, con questo progetto, i tre musicisti si spostano su un black metal influenzato dalla darkwave ottantiana.
Certo, il death non viene messo da parte completamente, ma gli elementi che prevalgono sono di tutt’altro stampo, ad evidenziare ancora di più il concept centrale: l’alienazione urbana espressa sottoforma di poema diviso in due parti, come si nota dai titoli dei brani incastonati tra loro per dare, nell’insieme, un senso e un discorso narrativo.
Le prime tracce (Un tempo…, Splendeva di vita, Sguardo innocente, Col cuore puro) alternano riff tremolo dal taglio melodico alla batteria prevalentemente mid-tempo, lasciando spazio a synth dal ruolo centrale, più che ornamentale, spianando note dal sapore retrò che rendono concreto il racconto del disco. Oramai… agisce come interludio atmosferico, spezzando la linearità e segnando il passaggio al secondo atto. Da Il buio l’avvolge in poi, l’album si fa più compatto e oppressivo: le chitarre diventano più sature, i ritmi più insistenti e l’elettronica assume un ruolo strutturale, spesso raddoppiando o contrastando le linee melodiche. Non v’è più lacrima è rappresenta il vertice sia nel comparto strumentale, ormai quasi interamente black metal, sia in quello vocale, con Clod che riesce ad intonare magistralmente sia il growl che lo scream sofferente. Infine, Eppur perdona chiude il disco con forti sfuriate distribuite in tutta la sua durata, ma con un’enorme tensione emotiva.
Giudicare l’album dalla copertina, o solo dai titoli dei brani, non basta per definirlo ma, di dubbi, ne lascia pochi già da lì. Il self-titled dei Nel Buio è riuscito a sorprendere per la sua struttura solida nella forma, profonda nella sostanza e personale nelle sfumature. Trovare una band che si definisce “pure Italian darkwave” è difficile, anzi impossibile, perché è una formula di appartenenza, quasi una parola d’ordine coniata proprio da loro e da questo album, realizzato per essere ascoltato, ma anche vissuto dall’inizio alla fine. E con il massimo coinvolgimento.
Miglior brano: Non v’è più lacrima
Voto: 8
TRACKLIST:
- Un tempo…
- Splendeva di vita
- Sguardo innocente
- Col cuore puro
- Oramai…
- Il buio l’avvolge
- Non v’è più lacrima
- Eppur perdona
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