
- Band: SPEED KILLS
- Durata: 24:54
- Data di uscita: 20 ottobre 2025
- Etichetta: Indipendente
Da Firenze, sono tornati gli Speed Kills. La band, attiva dal 2011, è riuscita a centrare il segno dopo una serie di dischi che, se ascoltati in fila, mostrano un upgrade in sequenza costante.
Il primo demo Badass Death (2012) è quello più “allegro” e melodico, mentre l’EP Devastation Unleashed (2014) alza l’asticella sia a livello stilistico che concettuale, con un sound molto più aspro ed energico. Poi è la volta del primo omonimo album (2018) in cui i toscani maturano definitivamente non solo con la produzione più nitida, ma anche con lo stile, delineato perfettamente tra uno speed/thrash immediato nella sua energia e un’attitudine hardcore punk travolgente.
A distanza di sette anni, il secondo Marasma si presenta di nuovo così: arrembante, diretto e con anche una serie di novità. L’intro Announcement prepara l’ascoltatore alla corsa senza freni di Platform 9, che avanza con riff rapidi e cambi di tempo che mantengono alta l’attenzione, alternando momenti più groovy con attacchi più thrash/punk. Velociraptor, tratta dal primo EP, viene rivisitata con una maggiore attenzione rivolta alla potenza, ma che ben funziona con tutto il resto, specialmente nel precedere la title-track, che combina i ruvidi riff thrash con un cantato che si fa più “frammentato”, quasi parlato-urlato, in un crescendo che la rende incisiva. In termini di songwriting è il brano più completo, in durata è forse un po’ breve per quello che promette: qualche decina di secondi in più per ampliare l’atmosfera non avrebbero guastato di certo. 341, invece, è leggermente più lunga concedendo un riffing più articolato pur senza rallentare, mentre H.P.V. rilancia con ritmo martellante e voce più pesante, senza però un vero momento memorabile, forse per la successione un po’ brusca tra strofe, assoli e ritornelli. Tuttavia, i ragazzi si rifanno con Speedcore che, invece, nella memoria rimane impressa eccome: i riff sono veloci ed energici, la batteria avanza battagliera, mentre la voce, molto più possente, si affianca ai cori in piena tradizione thrash/punk che, inseriti nei momenti giusti, completano il brano nella maniera più azzeccata. Anche Graffiti è un altro episodio memorabile, formando una solida doppietta con la traccia precedente e mantenendo alta la tensione con riff incalzanti, voce al limite e ritmo serrato. Peccato solo che duri così poco. Infine, Quello che siamo funge da dichiarazione d’identità, rallentando un po’ ma senza abbandonare il tiro, chiudendo l’album dopo più di 24 minuti.
Con Marasma, gli Speed Kills si sono dimostrati coerenti nel raggiungere un ulteriore upgrade. Il disco è una corsa compatta, senza fronzoli, in cui la formula “massima energia in minima durata” funziona bene. Anche i testi in italiano, utilizzati in quattro brani su nove, contribuiscono a dare maggiore energia all’insieme, rivelandosi una scelta efficace, oltre che inedita. Magari qualche spunto in più potrebbe aver dato maggior volume alle tracce, senza lasciare parti più deboli in cui un hook più forte o un cambio un po’ più elaborato avrebbero regalato momenti più memorabili. Ma, in fin dei conti, sono sottigliezze, perché la sostanza dell’album è solida, ben delineata e, come già ribadito, migliorata se si guarda al passato. Motivo per cui, da ora in poi, gli Speed Kills vanno tenuti d’occhio più attentamente.
Miglior brano: Speedcore
Voto: 7,5
TRACKLIST:
- Announcement
- Platform 9
- Velociraptor
- Marasma
- 341
- H.P.V.
- Speedcore
- Graffiti
- Quello che siamo
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