Introduzione

Il metal è un genere musicale che evolve continuamente. In poco più di mezzo secolo, è riuscito a sviluppare una miriade di sottogeneri grazie a band che hanno creato un nuovo stile, a volte quasi per caso, per poi renderlo influente e, infine, un vero e proprio marchio.

Lo si nota anche oggi, quando gli artisti sperimentano cercando di unire il sound estremo con altri generi o influenze. Ma tornando indietro nel tempo, quando tutto ciò che conosciamo doveva ancora nascere come “identità”, lo si notava maggiormente.

Tra fine anni ’80 e inizio anni ’90, ad esempio, il metal aveva già avuto modo di conoscere le proprie sonorità estreme: c’era il thrash puro della Bay Area, quello più aspro dei Venom, dei Bathory e dei Celtic Frost, che avrebbe poi ispirato il black, ma c’erano anche altre innovazioni.

Scream Bloody Gore e Scum, le pietre miliari del death metal e del grindcore

Dopo che band quali Possessed, Master e Massacre gettarono le fondamenta per un nuovo suono più aggressivo e feroce, i Death lo perfezionarono con Scream Bloody Gore (1987) e Leprosy (1988) per renderlo poi puro assieme ai loro colleghi storici, come Obituary e Morbid Angel, che contribuirono enormemente alla nascita del death metal con Slowly We Rot e Altars of Madness, entrambi usciti nel 1989.

In Inghilterra, i Napalm Death realizzarono Scum (1987) da un sound ancor più veloce, caotico e disturbante, mai visto prima di allora, coinvolgendo anche i Carcass con Reek of Putrefaction e gli Extreme Noise Terror con A Holocaust in Your Head, usciti nel 1988, creando ufficialmente il grindcore.

Erano nati, dunque, due nuovi sottogeneri che, in futuro, avrebbero dato l’identità più solida al metal estremo, ma che erano ancora in fase di evoluzione. Un’evoluzione che sarebbe arrivata non molto tempo dopo, soprattutto grazie alla scena di una città in particolare.

Skyline notturno di New York

Così come in Svezia nacquero due correnti diverse nelle maggiori città (Stoccolma per il sound classico in stile “buzzsaw”, Goteborg per quello melodico) anche gli Stati Uniti ebbero due centri principali in cui il death metal si diffuse: Tampa, il suo epicentro per eccellenza con gli iconici Morrisound Studios, e New York, in cui assunse una forma alternativa.

In Florida il sound era aggressivo, ma più tecnico, pulito e incentrato sulla complessità rispetto a quello nato a nord-est, che era invece più groovy, muscolare, pesante e diretto, prendendo spunto anche dal grindcore per la ferocia disumana e dalla scena hardcore (punk/hip hop) per l’attitudine più underground in senso stretto.

Da qui nacque il brutal death metal, quel genere che estremizzò il classico death in ogni suo singolo aspetto, da cui si sviluppò un altro stile dall’identità simile, ma dall’attitudine più marcata: lo slam death metal.

Origine e definizione

La famosa corrente del New York Death Metal fu quindi cruciale per la nascita di band dal suono inedito. Alcune si distinsero per un sound più cavernoso (Incantation), altre risultavano più dissonanti (Immolation) ed altre ancora sarebbero passate alla storia come vere innovatrici.

Da sinistra verso destra: Doug Cerrito, Terrance Hobbs, Josh Barohn, Frank Mullen e Mike Smith, la line-up originale dei Suffocation. Facebook, profilo ufficiale della band

I Suffocation, infatti, hanno il merito di aver creato quel sound così brutale da rompere gli schemi del classico death metal: growl asfissiante, batteria furiosamente alternata tra blast beats e doppia cassa, e chitarre distorte con un’accordatura bassa e un forte uso del palm-muting.

L’EP Human Waste ne diede le prime avvisaglie in una manciata di tracce iconiche, ma la vera rivelazione fu il primo full-length Effigy of the Forgotten. Brani come la title-track e Habitual Infamy sono rimasti impressi nella memoria collettiva per quanto, da ogni singolo strumento al growl tremendo di Frank Mullen, qualsiasi cosa risultasse brutale. Ma ce n’è uno in particolare che merita attenzione: quello iniziale.

Liege of Inveracity è la traccia d’apertura più azzeccata per quest’album: vocals terremotanti, ritmiche ultraveloci e chitarre schizofreniche avanzano in maniera costante fino al minuto 2:50. Poi, qualcosa cambia. Dal niente, esce fuori uno dei breakdown più iconici di sempre.

Tutto diventa più pesante, compreso la batteria rallentata, ma ciò che incide davvero è il riff: non è più fulmineo e cervellotico, ma più ritmato, più saturo e, soprattutto, più opprimente, come se la chitarra stia letteralmente “schiaffeggiando” i timpani di chi ascolta per 20 secondi. Una vera innovazione che non passò inosservata.

I Suffocation, dopo quest’album, vennero seguiti da numerose reclute contemporanee che iniziarono ad immagazzinare i loro insegnamenti, soprattutto quando si incontravano in locali come lo Sparks, l’Amour Venue o l’Action House, dove la scena underground di New York si sviluppò velocemente. Molte erano stanziate a Long Island e, tra di esse, ce ne fu una in particolare che prese in mano l’eredità dei Suffocation e la plasmò in maniera definitiva.

Gli Internal Bleeding nei primi anni ’90. Sito ufficiale della band

Gli Internal Bleeding si formarono nel 1991 per iniziativa del batterista Bill Tolley e del chitarrista Chris Pervelis. Nel circuito underground newyorkese, nonostante la poca visibilità, furono una delle band più attive, iniziando subito a comporre un disco dietro l’altro.

Con i primi demo, Perpetual Degradation (1992) e Invocation of Evil (1993), misero in mostra un sound che già si riconosceva. La velocità e la violenza erano sempre parte integrante, ma i riff erano più pesanti, i breakdown più profondi e il groove diventava il vero protagonista, un marchio di fabbrica che li distingueva da tutti.

Mancava solo un nome che potesse descrivere questo stile, che arrivò presto durante una discussione tra i tre membri fondatori. Una sera dell’autunno del 1992 ad Huntington, Chris Pervelis, Bill Tolley e Anthony Miola si riunirono in un locale dopo le prove per parlare dell’identità da conferire al sound. All’epoca, gli Internal Bleeding descrivevano la propria musica come “Barbaric Moshing Death Vomit” ma, secondo loro, era un termine inappropriato.

“Il ‘mosh è per le band thrash, è debole” – disse Tolley – “Dovremmo chiamare la nostra musica ‘slam’, perché è quello che siamo. Un riff ‘slam’ dopo l’altro. La nostra musica è tutta groove, nessuno lo fa”. E lì, non ci furono più dubbi. Pervelis ne rimase così entusiasta che alla fine esclamò: “Sì, è Total Fucking Slam!”

La copertina di Perpetual Degradation con la scritta “Total Fucking Slam”

Gli Internal Bleeding, per pura coincidenza, nacquero proprio quando uscì Effigy of the Forgotten, ma non fu un caso che questo lavoro li influenzò.

Anzi, non l’album in sé, ma il brano citato prima: lo stesso Pervelis ha dichiarato fermamente che Liege of Inveracity è la loro musa ispiratrice, soprattutto in quei famosi 20 secondi. Quei riff pesanti, lenti e percussivi sono come macigni che piovono sull’ascoltatore, un qualcosa che solo il termine “slam” (in inglese “sbattere con forza”) poteva descrivere alla perfezione.

Fu quello il momento chiave per la genesi dello slam death metal che, grazie agli Internal Bleeding, iniziò a guadagnarsi una propria identità.

E quando nel 1995 uscì il debutto ufficiale Voracious Contempt, il messaggio fu chiaro: lo slam non era solo un modo di suonare, ma un modo di sentire il death metal. Sì, perché se i Suffocation, pur mantenendo il sound brutale, lo perfezionarono nella tecnica, gli Internal Bleeding continuarono sempre con la stessa formula, inserendo anche dei dialoghi pre registrati all’inizio di alcuni brani che saranno ampiamente utilizzati in futuro.

Così, negli anni in cui i ragazzi cominciavano a definire il proprio stile, attorno a loro cresceva una schiera di band che condividevano tutte la stessa filosofia.

Ciascuno, a modo proprio, formò un suono costruito su mid-tempo monolitici, riff sincopati e breakdown groovy che traducevano l’energia delle strade di Long Island e del Bronx in musica estrema.

I Pyrexia, con il debutto Sermon of Mockery (1993) definirono a pieno queste coordinate stilistiche, con una produzione grezza e strutture semplici ma pesantissime nel sound, pensate più per l’impatto che per la tecnica. Quest’album, assieme a Voracious Contempt, rientra sia in ordine cronologico che di importanza tra le opere fondamentali per la nascita dello slam.

Altri lavori essenziali, furono quelli degli Immortal Suffering. La band, nata nel 1992, ebbe una storia più avversa rispetto alle altre: si sciolse nel 1998 e tornò attiva nel 2013, quando riuscì finalmente a realizzare due full-length, in cui lo stile risulta più fresco e moderno.

Fortunatamente, la testimonianza del loro sound primordiale è arrivata tramite i loro primi demo Immortal Suffering (1994) e Eternal Damnation (1995) che ben rispecchia i canoni di tutti gli altri lavori contemporanei. Nel 2013, uscì anche un terzo demo, Images of Horror, inserito in un’unica raccolta dal nome Images of Immortal Damnation che comprende anche i brani dei demo precedenti, fornendo una panoramica dettagliata del loro operato sin dall’inizio.

Anche agli Afterbirth va il merito di aver realizzato una delle primissime uscite “proto-slam” della storia. Psychopathic Embryotomy (1994), il secondo demo, unisce gli stilemi utilizzati dalle altre band ad un growl ultra-gutturale che, non solo era inedito, ma porrà anche le basi per le vocals tipiche del genere.

Anche i Dehumanized, i Mangled e i Repudilation, nonostante la loro breve durata, realizzarono un paio di demo fondamentali per la nascita di questo nuovo sound: Purging of Impurity e Terminal Punishment, usciti nel 1996, e Mutilated Sexual Orifice (1995) mostrano esattamente quelle tracce stilistiche che saranno ricalcate nel decennio successivo.

Da questa “officina” sotterranea newyorkese, l’influenza cominciò ad essere percepita anche altrove. Quel groove pesante e soffocante diventò un nuovo codice del brutal death e del death metal in generale, permettendo al termine “slam” di iniziare a circolare sempre di più all’interno della cerchia underground.

Da Baltimora, in Maryland, anche i Dying Fetus ebbero un ruolo fondamentale: pur mantenendo un’impronta più tecnica e influenzata dall’hardcore, introdussero breakdown saturi e riff sincopati che avrebbero influenzato profondamente l’evoluzione futura dello slam. Album come Killing on Adrenaline (1998) e Destroy the Opposition (2000) dimostrarono come il groove brutale potesse essere declinato fuori dalla scuola di New York, contribuendo ad ampliare e consolidare le basi sonore dello slam.

All’improvviso, ciò che era considerato solo una moda per collezionisti di cassette, diventò un vero e proprio linguaggio internazionale. E le radici erano tutte lì, nei locali di Long Island e nei garage del Bronx, dove il death metal imparò per la prima volta a rallentare per diventare ancora più devastante.

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