TORONTO (ON), The Phoenix – 20/09/2025

Di eventi memorabili, a Toronto, se ne vedono tanti ogni anno, rendendo la scena estrema attiva, viva e in fermento.
A settembre, di questa tipologia di concerti, ce ne sono stati tanti, ma uno di quelli che è inevitabilmente saltato all’occhio è proprio quello dei Carcass, di nuovo in tour da headliner in terra nordamericana a distanza di qualche mese, con tre ospiti tutt’altro che di contorno: i Brujeria, tornati sulle scene dopo un periodo difficile, i Necrot, arrivati al terzo album Lifeless Birth, e gli Hedonist, freschi del loro debutto su full-length Scapulimancy.
Una serata che promette solo devastazione e moshpit continui in un Phoenix Theatre che, prima dell’apertura delle porte, vede già un buon numero di persone in fila per entrare, pronte a godersi ogni attimo di questo evento.
HEDONIST

Ad aprire le danze ci sono gli Hedonist, giovane formazione di Vancouver che ha il compito di fare gli onori di casa in tutti i sensi. Sono l’unica band canadese della serata e, davanti al loro pubblico, non hanno la minima intenzione di esibirsi con una performance sottotono. Di fatti, il quartetto sale sul palco carichissimo, con la frontwoman Athena che carica il pubblico a suon di growling poderosi, con la risposta calorosa degli astanti. Come da copione, il loro show dura poco, ma è distruttivo e convincente, dando il giusto incipit alla serata.






SETLIST HEDONIST:
Intrepid Repulsion
Bottomless Sun
Cephalic Rot
Barbarian
Fatidic Dread
Parasitic Realm
Execution Wheel
Heresy
NECROT

Dopo una buona mezz’ora di pausa, ecco salire sul palco i californiani Necrot, band che di strada ne ha percorsa parecchia da quando è stata fondata. Sono tre gli album realizzati sin ora, uno meglio dell’altro, che hanno permesso ai ragazzi di guadagnarsi un buonissimo successo nell’audience estrema, motivo per cui non sono venuti a Toronto a svolgere il ruolo di comprimari nella line-up. E ciò è presto detto: Luca Indrio, il frontman italiano della band, sale sul palco in forma smagliante, viaggiando spedito assieme a Chad Gailey e Sonny Reinhardt nelle bordate che presentano al pubblico, sempre più carico e numeroso. La setlist non è molto ampia, ma riesce a spaziare tra tutti e tre gli album, in maggioranza Mortal e Lifeless Birth, per uno show che finisce con grossi applausi.






SETLIST NECROT:
Cut the Cord
Your Hell
Stench of Decay
The Blade
Drill the Skull
Sinister Will
BRUJERIA

Il clima è diventato incandescente e adesso tocca ai Brujeria infuocarlo. La band proviene da un periodo molto difficile, dato che nel 2024, a distanza di pochi mesi, ha perso i suoi due membri fondatori Juan Brujo e Pinche Peach, ma è riuscita a mettersi in sesto con una nuova line-up. Uno step non molto difficile, dato che i Brujeria sono un super gruppo formato da musicisti diversi che escono ed entrano a rotazione (Shane Embury dei Napalm Death è uno di questi) ma Juan Brujo è stato sempre l’unico membro stabile e, soprattutto nel suo caso, sostituirlo non è roba da poco. È stato El Sangron a prendere il suo posto, riuscendo a tenere attivo il progetto in maniera ineccepibile. E tutto ciò lo si nota sul palco: è chiaro che lo show è un tributo alla loro carriera (visibile dalle grafiche sullo sfondo) è chiaro che non c’è niente di nuovo da suonare, ma c’è da dimostrare al pubblico quanto il nome dei Brujeria debba rimanere vivo, alto e fiero. El Sangron, infatti, lo afferma fortemente durante tutto lo show, nelle pause tra le song più memorabili della loro discografia, come Brujerizmo, La Migra, Colas de Rata e Matando Güeros, guidando dallo stage i continui moshpit che si scatenano a ruota. La performance dei ragazzi è pressoché perfetta, con una fortissima presa sul pubblico che, molto soddisfatto, li acclama calorosamente fino alla loro uscita di scena.






SETLIST BRUJERIA:
Brujerizmo
El Desmadre
Hechando Chingasos
Vayan Sin Miedo
La Migra
Chingo de Mecos
Cristo de la Roca
Desperado
Colas de Rata
La Ley del Plomo
Revolución
Consejos Narcos
Raza Odiada (Pito Wilson)
Matando Güeros
CARCASS

Per completare una serata distruttiva come questa, non ci poteva essere una scelta più azzeccata dei Carcass, una di quelle band che sono come il vino. Più invecchiano, più migliorano e, soprattutto, non perdono neanche un’occasione per esibirsi dal vivo: solo 5 mesi fa erano qui, a Toronto, a supporto di Meshuggah e Cannibal Corpse, e adesso eccoli di nuovo, da headliner, pronti a travolgere di nuovo tutto e tutti. Infondo, quando si parla dei Carcass non c’è poi così tanto da meravigliarsi, perché ogni loro spettacolo è sempre intenso, coinvolgente, divertente e, soprattutto, formidabile. E già da quando salgono sul palco i presenti se ne accorgono: Jeff Walker avrà cambiato sia il taglio che il colore dei capelli, ma non ha perso un minimo delle sue capacità, esattamente come il suo fedele compagno Bill Steer che lo affianca saltellando e scuotendo la testa tra un riff e l’altro, dando il loro meglio nei brani storici come Incarnated Solvent Abuse e Death Certificate. La folla, ovviamente, non si ferma un attimo e si scatena in continui circle pit e crowdsurfing, omaggiando anche i classici come No Love Lost e Black Star, in cui anche Daniel Wilding e James Blackford si esaltano. Tutti i componenti danno il massimo, anche e soprattutto quando per 5 minuti fermano la setlist e iniziano ad improvvisare degli assoli in freestyle, uno per ogni strumento, ricevendo solo ovazioni. Walker, soddisfatto di ciò, decide di regalare ai presenti un ultimo, epico sprint con Ruptured in Purulence e Heartwork, fin quando, prima della fine dello show, dice: “Questo brano è da un po’ che non lo suoniamo. Forse da più di vent’anni”, facendo partire le note di Die in Pain, estratto dal primo demo Flesh Ripping Sonic Torment, per chiudere definitivamente la serata. Ancora una volta, i Carcass non hanno deluso, lasciando il Phoenix contenti e trionfanti, proprio come tutti coloro che hanno partecipato a questo memorabile evento.






SETLIST CARCASS:
Unfit for Human Consumption
Buried Dreams
Incarnated Solvent Abuse
No Love Lost
Tomorrow Belongs to Nobody
Death Certificate
Dance of Ixtab
Black Star
Keep On Rotting in the Free World
Genital Grinder
Pyosisified
Tools of the Trade
316L Grade Surgical Steel
This Mortal Coil
Corporal Jigsore Quandary
Ruptured in Purulence
Heartwork
Die in Pain


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