Il mondo del metal, si sa, è spesso associato a suoni aggressivi, testi provocatori e un’estetica ribelle, specie se si guarda in ambito estremo. Ma sappiamo benissimo che, dietro alle solite etichette superficiali, si nasconde ben altro.

Nel corso degli anni, diversi musicisti si sono distinti non solo per la loro musica, ma anche per il loro impegno civile, sociale e umanitario, ricevendo premi e riconoscimenti per azioni che hanno avuto un impatto così forte che è andato ben oltre i concerti. Dalla promozione della pace tra culture in conflitto alla lotta contro le disuguaglianze, il metal ha dimostrato di poter essere una voce potente anche fuori dal contesto musicale, arrivando spesso a risultati mai raggiunti nemmeno dai politici.

Bruce Dickinson

Il nome di Bruce Dickinson, in questa categoria, lo si potrebbe immaginare facilmente. Il motivo? Il famoso concerto di Sarajevo del 1994. All’epoca, durante le guerre jugoslave, la città e l’intera Bosnia erano sotto assedio serbo da quasi due anni, con la popolazione che viveva in condizioni disumane sotto costanti bombardamenti. In questo scenario apocalittico, l’idea di organizzare un concerto sembrava non solo folle, ma impossibile. Tuttavia, Dickinson, allora momentaneamente fuori dagli Iron Maiden e in tour con la sua band solista, accettò l’invito della UNPROFOR (Forza di Protezione delle Nazioni Unite) e di alcuni giovani organizzatori locali, riuscendo ad attraversare zone a rischio in un convoglio blindato ed esibendosi il 14 dicembre al BKC (Bosnian Cultural Centre) in un concerto rimasto impresso nella storia. Non fu solo un gesto artistico, ma un atto di solidarietà e coraggio, dimostrando che la cultura non si sarebbe mai arresa neanche sotto le bombe. Fu per questo che Dickinson ricevette la cittadinanza onoraria di Sarajevo, un riconoscimento che, per il suo significato, è stato uno dei più gratificanti che abbia mai ricevuto.

Sammy Hagar

Sammy Hagar, ex membro dei Van Halen, non è noto solo per la sua carriera musicale. Nel sociale, infatti, è conosciuto per aver fondato la Hagar Family Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro creata dal cantante e da sua moglie Kari, che mira a far arrivare fondi e cibo alle organizzazioni benefiche e ai bisognosi il più rapidamente possibile. Il chitarrista ci ha sempre messo tanto impegno in questa missione umanitaria, che è stata premiata nel 2017 da Loudwire con un Humanitarian Award ai Loudwire Music Awards.

Derrick Green

La figura di Derrick Green ha sempre suscitato opinioni contrastanti. Da attuale leader dei Sepultura, ha ricevuto da un lato numerosi consensi per il suo impegno con la band ma, dall’altro, ha incassato le critiche dei fan più nostalgici dei fratelli Cavalera e degli album realizzati con loro in formazione. Dal punto di vista umanitario, però, c’è ben poco da discutere: Green, infatti, ha sempre sostenuto le cause legate ai diritti degli animali e all’ambiente, utilizzando la sua visibilità anche e soprattutto per la condanna delle violenze. Atto che gli ha fatto guadagnare il ruolo di ambasciatore per la non-violenza dalla Non-Violence Project Foundation, un’organizzazione internazionale dedicata all’educazione e alla sensibilizzazione contro ogni azione violenta, presentando il suo ruolo davanti al pubblico del Rock in Rio nel 2013.

Yoshiki

Yoshiki, batterista e leader degli X Japan, non ha ricevuto le attenzioni solo per la sua band e per le sue opere musicali. Nel marzo 2021, grazie al suo impegno nel sociale, ha ricevuto dal governo giapponese la Medaglia con nastro blu scuro, un’onorificenza riservata a chi compie donazioni eccezionalmente generose verso enti pubblici o governativi. E di azioni del genere ne ha compiute parecchie: nell’aprile 2020, ha donato 10 milioni di yen al National Center for Global Health and Medicine, per supportare la ricerca contro il covid. Nello stesso anno, ha donato altri 10 milioni di yen alla Croce Rossa giapponese in memoria del terremoto del Tōhoku e ulteriori 24.000 dollari al Meals on Wheels di Los Angeles per gli anziani colpiti dalla crisi sanitaria, aderendo anche ad altre iniziative di solidarietà, tra cui la donazione di 100.000 dollari per l’alluvione dell’uragano Harvey del 2017 negli Stati Uniti ed altre iniziative simili per tsunami e terremoti accaduti in Giappone e Cina.

Sabaton

Esistono casi in cui non solo un singolo musicista, ma anche band al completo hanno ricevuto un’onorificenza, ed una di queste sono i Sabaton. Gli svedesi, autori di un power metal dalle tinte epiche, sono famosi grazie non solo al loro sound, ma anche grazie ai testi, capaci di creare narrazioni storiche e commemorative soprattutto in scenari di guerra. E non è un caso che nel 2016, durante un tour in Brasile, siano stati premiati al Museu Expedicionário di Curitiba con la medaglia “Tenente Max Wolff Filho” per aver onorato la memoria dei soldati brasiliani nel loro brano Smoking Snakes.

The Hu

Una band come i The Hu non può di certo passare inosservata: provengono dalla Mongolia, hanno una formazione numerosa e hanno coniato un sound folk accompagnato da liriche colme di tributi alla storia e alla cultura del loro Paese con una strumentazione del tutto unica e tradizionale. Una proposta musicale particolare e degna di nota, tale da suscitare l’interesse da parte di vari enti che, come giusto che sia, hanno voluto premiarla. Nel novembre 2022, la band è stata ufficialmente nominata “artista per la pace” dall’UNESCO, diventando il primo gruppo metal a ricevere questo prestigioso riconoscimento. E non è stato l’unico: due anni prima, gli Hu sono stati premiati con l’Order of Genghis Khan, la suprema onorificenza dello stato mongolo, per essersi impegnati a diffondere i valori della pace, della diversità culturale e della tutela ambientale in eventi pubblici.

Orphaned Land

I casi visti finora sono stati tutti simbolici, ma nessuno lo è più degli Orphaned Land. Gli israeliani si sono sempre distinti per il sound a metà tra prog e death/doom metal, inglobando quelle sonorità tipiche del Medio Oriente tramite strumenti come il bouzouki e il saz, per formare uno stile unico ed etichettato come “oriental metal”. Eppure, la band è stata capace di farsi notare per altri motivi ben più validi. La politica estera di Israele, soprattutto negli ultimi tempi, non ha avuto una reputazione pacifica in ambito internazionale, specialmente per ciò che riguarda la questione palestinese e il conflitto con gli altri vicini islamici (Libano e Iran su tutti) alimentando una forte tensione in tutta l’area circostante. Ma sono stati proprio gli Orphaned Land, negli anni passati, a portare un messaggio di pace nei Paesi limitrofi. Durante un tour in Turchia nel febbraio 2012, hanno devoluto tutti gli incassi del concerto a Istanbul a favore delle vittime del terremoto di Van del 2011, ricevendo dal governo turco (in tensione con Israele) il Friendship and Peace Award. E non è tutto: il frontman Kobi Farhi, nel 2019, è stato insignito anche di tre premi individuali, sempre in Turchia, tutti per le stesse ragioni. Sono stati l’Università del Commercio di Istanbul, il sindaco di Cankaya e un consigliere del governo turco (rimasto nell’anonimato) a premiarlo per il suo impegno come artista promotore della pace tra culture e religioni in forte tensione.

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