Esplorando il metal da cima a fondo, capita di vedere ogni tipo di band: da quelle più numerose ai progetti solisti, da quelle che si riconoscono in una tematica specifica alle più produttive dalla discografia infinita. Insomma, molte sono davvero bizzarre, e tra loro spiccano senza dubbio quelle virtuali.

In questa particolare categoria, lontana dalla pura intelligenza artificiale, rientrano quelle band totalmente fittizie in cui tutti i membri sono personaggi immaginari, ma che hanno pubblicato musica inedita poiché interpretati da musicisti reali.

I Gorillaz, famosi grazie a brani come Clint Eastwood e Demon Days, sono l’esempio più noto di band virtuale, dietro cui si cela la mente di Damon Albarn, leader dei Blur e ideatore di tutte le identità dei personaggi.

Un modello che si può trovare, dunque, anche nella musica estrema, con band che, pur non esistendo realmente, hanno una loro identità, una vera discografia e hanno addirittura fatto tour e concerti.

Dethklok

Come può una band animata diventare reale? Sarebbe decisamente un’assurdità, ma c’è chi l’ha resa possibile. Brendon Small, attore e produttore cinematografico statunitense, ha avuto sempre una passione parallela: il metal. Infatti, nel 2006, si inventa dal niente, assieme all’amico Tommy Blacha, una serie animata chiamata Metalocalypse, in cui i protagonisti sono i Dethklok, band melodic death metal che, nel loro universo, sono famosi in tutto il mondo per via dei testi satirici e grotteschi immersi in un immaginario oscuro e volutamente esagerato. C’è, però, una particolarità in tutto questo: i componenti fittizi Nathan Explosion (voce), Skwisgaar Skwigelf (chitarra solista), Toki Wartooth (chitarra ritmica) William Murderface (basso) e Pickles the Drummer (batteria) suonano brani inediti sia nelle liriche che nella composizione, realizzati tutti dallo stesso Small. E non sono neanche pochi, dato che si trovano sparsi in ben 6 full-length e contano anche l’aiuto di un certo Gene Hoglan e di un certo Bryan Beller, con i quali i Dethklok sono diventati una formazione reale andando in tour assieme a band come Mastodon, Converge e High on Fire per promuovere il loro operato. Mica male, eh!

Pentakill

Immaginate alcuni personaggi di un videogioco fantasy riunirsi in una band, esibirsi in concerti e realizzare album inediti. Impensabile, ovviamente, finché non si scoprono i Pentakill, gruppo creato nel 2014 da Riot Games, la casa sviluppatrice del celebre videogioco League of Legends, e composto dai protagonisti Karthus (voce), Mordekaiser (chitarra), Yorick (basso), Sona (tastiere), Olaf (battria) e Kayle (voce femminile) per raccontare l’ambientazione, le tematiche e le missioni del gioco in chiave musicale. I tre album Smite and Ignite (2014), II: Grasp of the Undying (2017) e III: Lost Chapter (2021) sono caratterizzati da un power metal ricco di sfumature prog e melodiche, interpretati da musicisti tutt’altro che inesperti: basti pensare che le due voci (Karthus e Kayle) sono rispettivamente quelle di Jørn Lande e Noora Louhimo, singer dei Battle Beast, che hanno permesso al progetto di ricevere un ampio consenso anche al di fuori della community di appartenenza.

Belzebubs

Per formare una band e il suo concept ci vuole tanta creatività. Ma ce ne vuole ancora di più se quella stessa band la si crea in un fumetto e la si trasforma in una solida realtà, proprio come i Belzebubs. Nel 2014, JP Ahonen, un illustratore finlandese, decide di raccontare, in una serie di vignette, la storia di tre ragazzi dal nome Sløth, Izkarioth e Hubbath (palesemente ispirato da Abbath) che decidono di formare nel 2002 (arco temporale del fumetto) un gruppo musicale con l’aiuto del quarto componente Samaēl. Dopo due album andati perduti e un insieme di eventi avversi, sono costretti a sciogliersi per poi riformarsi nel 2015, lo stesso periodo in cui in Ahonen, da ex membro del gruppo gothic metal Wolfpack, si risvegliano le doti da musicista. Infatti, inizia a scrivere brani inediti, dal blackened death metal melodico, racchiusi nell’album Pantheon of the Nightside Gods (2019) pubblicato sotto la Century Media Records e affidato a musicisti dall’identità ignota. Molti ritengono che alle vocals ci sia Niilo Sevänen, cantante degli Insomnium, ma l’aspetto più importante è l’ottima qualità del disco.

Ziltoid The Omniscient

Qualcuno, in questo momento, si starà chiedendo chi sia questo personaggio e perché sia così stravagante. Ma basta fare un paio di calcoli e munirsi di buona memoria per capire che, dietro di lui, si nasconde uno dei musicisti più creativi di sempre: Devin Townsend. Chi conosce bene il canadese sa perfettamente che Ziltoid the Omniscient è il protagonista dell’omonimo concept album, composto interamente da solista, e del sequel , realizzato con il suo progetto parallelo. Alieno dalla testa gigante e l’ego smisurato (motivo per cui si autoproclama “onnisciente”) arriva sulla Terra con una richiesta molto semplice, ma imperativa: una tazza di caffè. Quando gli viene servito, però, non soddisfa le sue altissime aspettative, decidendo così di invadere il pianeta e scatenando una serie di eventi assurdi, epici e surreali. Una figura decisamente singolare, diventata, col passare del tempo una sorta di alter ego fittizio del compositore, che si esprime con un mix di progressive metal, opera rock e satira fantascientifica.

Mistula

Non poteva mancare, infine, una band virtuale formata da sole bambole. I Mistula furono ideati nel 2004 dai filippini Joey David e Rey Tiempo, con l’idea di rendere protagonisti quattro pupazzi dal nome Uno, Manx Minuet, Bella Lugosi e Lobo, ognuno con una propria personalità, storia virtuale e, soprattutto, interpreti vocali e strumentali, il tutto documentato attraverso il sito ufficiale e vari blog. La band fonde, in un sound tra hard rock e heavy metal, musica, arte grafica e letteratura con una forte presenza online, pubblicando costantemente nuovi brani e progetti creativi in aggiornamenti regolari.

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