
Nel metal esiste un’enorme quantità di tematiche, alcune delle quali sono in grado di identificare interi sottogeneri. Una delle più ricorrenti è il gore, che si può trovare quasi ovunque nelle forme più estreme, soprattutto in quella che, non a caso, presenta questa parola nel suo nome.
Il goregrind è conosciuto per la sua natura fortemente esplicita nel trattare argomenti come morte, malattie, violenza e sessualità, rispecchiando la brutalità del suo sound fatto di chitarre aggressive e distorte, batteria velocissima e growl dirompenti.
La scelta dei temi, dunque, è quasi del tutto standard, ma negli ultimi anni, in questa dimensione ultra-underground, è nata una tendenza molto particolare: l’interesse per l’ero-guro.
Il termine, abbreviazione di “erotic grotesque nonsense”, si riferisce ad una corrente artistico-culturale giapponese che combina l’erotismo con elementi estremamente violenti, macabri e privi di senso. Nel corso del tempo, il fenomeno dell’ero-guro ha coinvolto anche il mondo degli anime, in particolare gli hentai, in cui i vari personaggi, prevalentemente femminili, sono ritratti in maniera trasgressiva e provocatoria in atti al limite dell’osceno, sia nella violenza che nella sessualità.
Una forma di intrattenimento senza dubbio scioccante che, in fin dei conti, può trovare la sua massima espressione musicale proprio nel goregrind. Ad oggi, infatti, sono parecchie le band di questo genere che hanno scelto l’ero-guro nell’appeal, nei testi e nelle grafiche, distinguendosi in modo unico.
Jig-Ai

Un simbolo dell’ero-guro nella dimensione del goregrind sono sicuramente i Jig-Ai. La band di Praga, fondata nel 2005, è stata una delle prime a cimentarsi in queste tematiche, scegliendo un nome per niente casuale. Lo jigai, nella cultura giapponese, è un metodo di suicidio eseguito tagliando la vena giugulare con un coltello chiamato tantō, che rappresenta la controparte femminile del seppuku, noto come harakiri. Vít Bureš, leader e fondatore, pensò di basarsi su queste tematiche per plasmare l’immagine della sua band, evidente nei quattro album Jig-Ai (2006), Katana Orgy (2008), Rising Sun Carnage (2014) e Entrails Tsunami (2019). Già dalle copertine, ritraenti immagini hentai in chiave gore, si può comprendere il contenuto dei brani: un concentrato di perversioni e violenza nel quale vengono descritte nei minimi dettagli diverse pratiche sessuali e di uccisione. Argomenti non nuovi nel goregrind, ma che diventarono quasi inediti per la dimensione in cui vengono descritti.
Cheerleader Concubine

Non solo uomini, ma anche abili donne si sono cimentate nel goregrind a tema ero-guro. Sarebbe difficile pensare una cosa del genere, fin quando non ci si imbatte in un’altra band longeva dal nome Cheerleader Concubine. Il progetto prende forma nel 2007 dalla mente della statunitense Diana Garvin, che lo porta avanti da solista per due anni. Dopo la rifondazione, avvenuta nel 2014, la musicista decide di affiancarsi a Richard Stancato per incidere l’unico album finora realizzato Tentacle Induced Intestinal Displacement (2016). E gli argomenti non sono poi così diversi dalle altre band: orge, mutilazioni e fiumi di sangue sono onnipresenti, così come nel resto della discografia.
Go-Zen

Non poteva di certo mancare un progetto proveniente dalla terra degli anime. I Go-Zen sono nati a Tokyo nel 2009 e sono tra le reclute più famose all’interno di questa cerchia. Fortemente influenzata dai Jig-Ai, la band di Tesuya Ohasi non vanta una discografia molto numerosa, ma l’unico album realizzato Hitoshizuku (2012) è l’esatta trasposizione musicale dell’ero-guro. In giapponese, la parola “go-zen” significa “giovane donna”, e non sorprende che nell’album ci siano tracce come Go-Zen Grinder che rispecchiano la copertina ritraente una ragazza con lo stomaco mozzato.
Gorepot

I taiwanesi Gorepot sono attivi dal 2008, ma solo di recente si sono avvicinati al mondo dell’ero-guro. Nei primi album Happy Hour (2008) e Extreme Bongfest (2011) il sound e le tematiche sono più orientati verso il brutal death metal, così come negli altri capitoli della loro discografia. Solo l’ultimo full-length How Much Is a Gram Overthere? (2022) risulta pienamente goregrind, con una copertina che ritrae, tanto per cambiare, una ragazza a tema anime con tutte le interiora fuori dal corpo e con in mano delle foglie di marijuana, altro tema ricorrente dalla band.
Morbid Gorgeous Girl

Non c’è niente di più chiaro del nome Morbid Gorgeous Girl per descrivere un progetto goregrind ero-guro. La band, fondata in Costa Rica, è in attività dal 2019 ed ha collezionato già 5 album, nei quali i temi non hanno bisogno di spiegazioni. Già dal primo album Seppuku: Japaneses Suicide, Harakiri and Jigai si comprende chiaramente la loro direzione concettuale, specialmente se si dà uno sguardo alle copertine, dove le protagoniste sono sempre giovani ragazze coinvolte in pratiche estreme e masochiste.
UwU

Torniamo negli Stati Uniti per parlare di un altro progetto solista: UwU. Il mastermind Drayson Cencelewski è un musicista molto attivo nel goregrind, specialmente per ciò che riguarda l’ambito ero-guro. Ha collaborato con diversi progetti simili come Ghostslug, Bokunopicono, Slut Muncher e Gokkun, realizzando lavori all’insegna del gore più crudo. E i suoi album non sono poi così diversi: Ketchō Gōkan e Anime Girl Extintion sono i lavori più espliciti nelle tematiche e non c’è da meravigliarsi se sulle copertine si trovano volti sfigurati.
Septic Karnage

Il fenomeno dell’ero-guro è arrivato ovunque, anche in Argentina, e la prova lampante di ciò sono i Septic Karnage. I fratelli Emiliano e Diego Cisnero sono attivi dal 2020 e hanno realizzato tre full-length in cui il sound, a metà tra il goregrind e lo slam, rispecchia tutte le liriche che, ovviamente, rimandano al mondo degli anime in chiave splatter. Into Depravity, l’ultimo album, è il più esplicito sia per la copertina, ritraente un corpo femminile completamente mutilato, e le liriche che descrivono nei particolari i peggiori metodi di smembramento.
Onchocerciasis Esophagogastroduodenoscopy

Come chiudere in “bellezza” questa rassegna di pura brutalità? Con un moniker in piena tradizione goregrind. Sì, perché per pronunciare il nome degli Onchocerciasis Esophagogastroduodenoscopy ci vuole un respiro lungo e profondo, lo stesso che bisogna prendere prima di esplorare la discografia e le tematiche. Anche loro presentano una donna in formazione, Alice Simard, il cui contributo alla chitarra e alla batteria è presente in The Rotted Plinth of Sachiel (2021) una violentissima sfuriata di ero-guro racchiusa in 9 tracce dirompenti e una copertina raccapricciante, con il volto di una donna sfigurato e trafitto da quattro aculei. La grafica, ovviamente a tema anime, è accompagnata da liriche che la descrivono nei minimi dettagli.


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