• Band: DARKTHRONE
  • Durata: 39:04
  • Data di uscita: 17 febbraio 1994
  • Etichetta: Peaceville Records

Ci sono annate che rimangono nella storia, quelle che segnano un’epoca, un genere, una corrente. Proprio come il 1994 lo è stato per il black metal, quando uscirono album fondamentali come De Mysteriis Dom Sathanas, The Shadowthrone, Hvis lyset tar oss, In The Nightside Eclipse, Opus Nocturne e addirittura Non Serviam.

Opere che si collegano a nomi che non basterebbe definire “giganti” per questo genere, come un’altra band che lo è quanto, se non più di loro.

I Darkthrone non erano certo secondi ai loro colleghi e lo dimostrarono con due album micidiali, A Blaze in the Northern Sky (1992) e Under a Funeral Moon (1993), che scossero la scena black come non mai tramite una certa estetica ed un suono molto diverso rispetto all’esordio, Soulside Journey, tendente al death metal.

Mancava, però, ancora un ultimo tassello, quello che avrebbe dovuto porre il punto esclamativo sulla loro evoluzione. Ed è bastato solo un anno per attenderlo.

L’abbandono di Zephyrus non scoraggiò Fenriz e Nocturno Culto che, anzi, decisero di continuare su una rotta ben definita, quella che avrebbe mostrato il black metal nella sua essenza primordiale.

Nella mente dei due musicisti, il quadro era chiaro: la produzione doveva essere sporca, grezza, decisamente lo-fi, in grado di incarnare lo spirito nichilista, blasfemo e misantropico dei loro testi, ma anche dello stesso sound, sempre più lontano dalla tecnica e dal virtuosismo in favore di trame semplici, quasi monotone, ma che fossero fredde, alienanti, pungenti e dannatamente minimaliste. Tutto ciò che risponde al nome di Transilvanian Hunger.

La title track si presenta proprio così: blast beat ammaliante, screaming graffiante e tremolo picking basato su due accordi armonizzati che si ripetono costantemente, a conferire totale alienazione. Over Fjell Og Gjennom Torner è più breve, ma continua sullo stesso percorso di pura glacialità che avanza imperterrita tra le ritmiche più lente. Skald Av Satans Sol ripercorre la stessa violenza delle altre tracce, ma con un riff più malinconico, lasciando spazio a Graven tåkeheimens saler e I En Hall Med Flesk Og Mjød, costruite sulle solite variazioni di semitono e sugli unici due cambi di ritmo. As Flittermice as Satans Spys è l’episodio più intenso del disco: riffing monotono, ipnotico, catatonico, che avanza tra la batteria incessante (fatta eccezione per una breve pausa) e lo screaming più asfissiante del solito. Spetta, infine, a En Ås I Dype Skogen calare il sipario con l’ennesima, drammatica mazzata che non lascia un attimo di respiro.

Non un semplice album, ma un vero e proprio manifesto: quello del True Norwegian Black Metal, che si legge sia sulla copertina, ritraente un Fenriz illuminato da un candelabro nella sua espressione di rabbia e terrore, sia sul retro, in cui appare come slogan.

Transilvanian Hunger è il simbolo di un genere che, d’ora in avanti, sarà riconosciuto nell’essenza di questo disco, la cui valutazione complessiva, per quanto difficile, non dovrebbe ricadere sul lato soggettivo, ma nel suo insieme. I testi scritti in norvegese, con l’aiuto di Varg Vikernes, rendono ancor più crudo e autentico un disco che continua ad ispirare e che non perde mai di forza, nemmeno a distanza di trent’anni dalla sua uscita, completando quella Unholy Trinity con cui i Darkthrone hanno fatto la storia.

Miglior brano: As Flittermice as Satans Spys

Voto: 9

Classificazione: 9 su 10.

TRACKLIST:

  1. Transilvanian Hunger
  2. Over fjell og gjennom torner
  3. Skald av Satans sol
  4. Slottet i det fjerne
  5. Graven tåkeheimens saler
  6. I en hall med flesk og mjød
  7. As Flittermice as Satans Spys
  8. En ås i dype skogen

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