• Band: WHIPLASH
  • Durata: 34:45
  • Data di uscita: febbraio 1986
  • Etichetta: Roadrunner Records

Nel 1986 il thrash metal viveva la sua epoca più florida: dalla Bay Area di San Francisco, si diffuse in ogni parte del mondo ispirando tutte quelle band che, negli anni, sarebbero diventate giganti, passando alla storia con album fondamentali.

Da Reign in Blood a Master of Puppets, fino a Morbid Visions e Pleasure to Kill, si stava assistendo alla massima espressione di un genere non poi così complesso tecnicamente, ma che richiedeva una precisione chirurgica per il suo sound adrenalinico, basato sull’esaltazione della velocità e dell’irruenza.

È proprio in questo contesto che, nel 1984, nacquero i Whiplash, formazione del New Jersey composta da tre ragazzi uniti dallo stesso nome e dalla passione per questo genere musicale: Tony Portaro (voce e chitarra), Tony Bono (basso) e Tony Scaglione (batteria), che daranno alla luce Power and Pain, album d’esordio datato 1986. Non si capisce perché un masterpiece come questo sia sottovalutato e spesso non menzionato tra le perle assolute del thrash metal, dato che rispecchia pienamente tutte le caratteristiche del genere, ma basta ascoltarlo anche solo una volta per capire la sua sacrosanta importanza.

La partenza con Stage Dive è tutto dire: prima un’intro dall’andamento lento, poi una repentina esplosione dettata dalle vocals acide di Tony Portaro, assieme ai suoi riff schizofrenici, che si poggiano su una batteria incessante nelle ritmiche. Un vero e proprio inno del thrash metal, che avanza tra strofe da moshpit, assoli adrenalinici e testi che, per l’appunto, invocano l’atmosfera più genuina di un concerto thrash. Non sono da meno le seguenti Red Bomb e Last Man Alive: una è molto simile per struttura alla precedente, mentre l’altra rallenta un po’ nelle ritmiche, ma non nella cattiveria, regalando momenti epici nel ritornello e negli assoli. La prova di Tony Scaglione è perfetta, soprattutto in Message in Blood, una mazzata da wall of death in cui i ritmi sono così serrati da non lasciare un minimo di tregua. Menzione d’onore va fatta anche per il basso di Tony Bono, ben assestato in War Monger (principalmente all’inizio) e, soprattutto, in Power Thrashing Death, altro inno della band, in cui la tensione resta sempre alta. Impossibile, poi, non essere coinvolti da Stirring the Cauldron e Spit on your Grave, due botte micidiali che accompagnano l’ultima Nailed to the Cross, aperta da un assolo fulminante per poi dilungarsi in un episodio di puro delirio.

Questo è thrash metal con la T maiuscola: crudo, diretto e genuino. Tutte caratteristiche che rispecchiano in pieno i Whiplash e Power and Pain, un assalto di spontaneità trasmesso già dalla copertina semplice e accattivante, degno simbolo della tradizione old school anni ’80. Un album che merita di essere ritenuto tra i migliori di sempre nel suo genere d’appartenenza.

Miglior brano: Message in Blood

Voto: 9

Classificazione: 9 su 10.

TRACKLIST:

  1. Stage Dive
  2. Red Bomb
  3. Last Man Alive
  4. Message in Blood
  5. War Monger
  6. Power Thrashing Death
  7. Stirring the Cauldron
  8. Spit on your Grave
  9. Nailed to the Cross

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