PARMA, Campus Industry – 11/05/2024

La data sul calendario era segnata già da mesi prima. Inevitabile. Chiunque ascolti death metal (e non solo) sa benissimo quale evento, prima o poi, avrebbe bussato alle porte del nostro Paese: il Rise From The Grave. E lo avrebbe fatto anche in maniera fragorosa, perché la prima band ad essere annunciata non fu un nome come gli altri. I Dismember sono un’istituzione nel loro genere, e già questo basterebbe, ma se in Italia mancavano da 20 anni, per di più dopo un lungo scioglimento, l’occasione che si presenta sabato 11 maggio al Campus Industry di Parma diventa imperdibile.

E buona parte del merito, è anche del resto della line-up: ad accompagnare gli storici deathsters svedesi ci sono i connazionali Vomitory, reduci dal nuovo album All Heads Are Gonna Roll, seguiti dai Distruzione nelle vesti di padroni di casa, dagli americani Pessimist e da altre due band italiane: Cadaveric Crematorium e Dead Chasm. Lo spettacolo che si preannuncia è sensazionale, attirando l’interesse di un pubblico numeroso proveniente da ogni dove, anche dall’estero, per viverlo in prima persona. E, finalmente, è arrivato il momento tanto atteso.

DEAD CHASM

Ore 16:30. Una buona fetta di pubblico è già arrivata al Campus Industry, come si vede dallo spazio all’aperto già abbastanza popolato. Tra una birra e due chiacchiere sotto il sole cocente, si fanno le 17, orario in cui i Dead Chasm salgono sul palco per dare il via alle danze. Il giovane trio, attivo dal 2020, ha realizzato un EP omonimo e l’album Sublimis Ignotum Omni, che presenta nella sua setlist. Lo show è breve ma convincente, con l’ottima performance della singer Lorenza De Rossi, ricevendo un forte applauso da un pubblico ancora non folto, ma sicuramente caloroso.

SETLIST DEAD CHASM:

Apparitions

In Abhorrent Obscurity

Left Unknown

Perpetual Real Of Light

Impious Embrace

Ethereal Fragments

CADAVERIC CREMATORIUM

Nel mentre c’è la fila per il meet & greet con i grandi protagonisti della serata, il palco si prepara ad accogliere i Cadaveric Crematorium, combo bresciano che può vantare non solo 28 anni di attività, ma anche 5 full-length nella propria discografia. Una band di tutto rispetto, quindi, per l’operato in studio, ma si potrà dire lo stesso anche in sede live? Assolutamente sì: già dal loro ingresso battagliero si capisce che vogliono dare il massimo, e lo fanno non solo chiamando il primo pogo della serata, ma partecipandoci anche. Il singer, infatti, scende tra il pubblico e fa a spallate con chiunque, intonando, nel mentre, dei growl che fanno tremare i muri del Campus Industry. Le mazzate che rifilano arrivano da tutta la loro discografia, arrivando verso un finale ricco di applausi.

SETLIST CADAVERIC CREMATORIUM:

Apparitions

Vegan Cannibal world

Plan 10

Jesus

Quad

Alzati e Cammina

Freak

Zombiexperiment

Alien

Nessun Muoia

(They’re Back)

Cataklysm

Family

PESSIMIST

La scossa iniziale si è sentita, ma ora tocca ai Pessimist portarla avanti. Si tratta dell’ennesima band d’esperienza, dato che esistono dal 1989, ma dalla discografia un po’ ridotta. Ciò non significa, però, che non basti a formare una setlist, che viene presentata corposamente proprio adesso. La loro esibizione è un po’ più statica, cercando di focalizzarsi di più sull’esecuzione strumentale che sul lato scenico, ma non si rivela deludente. Il frontman Ivan Alison è autore di una buonissima prova vocale, ma anche il batterista Tim Yueng batte duro dietro le pelli, riuscendo a strappare parecchi applausi dalla folla ormai carica e contenta dell’andamento della serata. Tutto scorre liscio come l’olio fino ad un finale dalle forti approvazioni.

SETLIST PESSIMIST:

Keys To The Underworld

Hell’s Eve

Wartorn

Fleshcrawler

Dos Malos

Time To Kill

Mens Rea

DISTRUZIONE

Siamo arrivati alla parte finale del Rise From the Grave e non c’è nessuno più adatto dei Distruzione per introdurla. Pensiamoci un attimo: qual è una delle prime band death metal italiane? Ma soprattutto, qual è la band di casa tra quelle della line-up? Nessuno, tra i presenti, conosce Parma meglio di loro, dato che, in occasione di eventi come questi, organizzano il famigerato Bus 666, un vero e proprio autobus di linea che fa tappa in vari locali della città offrendo ai partecipanti cibo e bevande. Anche oggi, prima dell’evento, erano lì, ma sono arrivati sul palco ancor più carichi: sulle note di brani come Stultifera Navis e Senza Futuro, Devid Roncai chiama il pubblico a più riprese, ricambiando con continui moshpit, mentre Massimiliano Falleri e Dimitri Corradini gli danno manforte con le linee di chitarre e basso. I Distruzione trasformano in realtà il significato del loro nome, procedendo in uno show carico e infuocato, finché non si spegne sull’ultima Nel tuo Nome in applausi assordanti. Non poteva esserci un concerto (e serata) migliore per loro.

SETLIST DISTRUZIONE:

Cornice De Superbi
Stultifera Mavis
Il Signore Delle Mosche
Ossessioni Funebri
Lo Scultore
Pianeta Dissolvenza
Il Dolore Della Fine
Senza Futuro
Olocausto Celebrale
Neoplasma
Nel Tuo Nome

VOMITORY

Ora sì che il clima è diventato rovente, perfetto per accogliere i Vomitory. Anche loro, negli anni precedenti, hanno avuto a che fare con l’inattività, eppure sono riusciti ad “invecchiare” benissimo. In studio, sono tornati di recente con l’ultimo All Heads Are Gonna Roll, in uno stato di forma invidiabile e sempre con la solita verve distruttiva. La stessa che mostrano sul palco: non badano a perdite di tempo, né a troppe chiacchiere, ma solo a bombardare il pubblico con bordate che si susseguono senza sosta. Erik Rundqvist è compostissimo, ma devastante nel suo growl, e così lo sono anche gli altri nel proprio ruolo, compreso il drummer Tobias Gustafsson. La setlist, in maggioranza, presenta diversi estratti dal nuovo lavoro, ma anche pezzi più storici di Blood Rapture e Redemption. I Vomitory non sbagliano niente, viaggiano uniti e concludono il loro show in maniera ineccepibile in quella che, finora, è stata la migliore prestazione dell’evento.

SETLIST VOMITORY:

Intro

All Heads Are Gonna Roll

Stray Bullet Kill

Terrorize Brutalize Sodomize

Price By Stinking Piece

Revelation Nausea

Ode Tom The Meat Saw

Regorge In The Morgue

Possessed

Raped, Strangled, Sodomized, Dead

Reped In Their Own Blood

Chaos Fury

Blood Rapture

DISMEMBER

Ed ecco, finalmente, il momento più atteso. In un palco che si tinge di rosso, perfettamente a tema, salgono i Dismember con quella formazione che, nel death metal, ha fatto scuola. La storica band decide, per questa serata, di non focalizzarsi solo su Like An Everflowing Stream, come ha fatto in show precedenti, ma cerca di far vivere al pubblico un po’ tutta la discografia, includendo anche pezzi di Massive Killing Capacity, Hate Campaign e l’omonimo, ultimo album. Un amalgama che, in fin dei conti, non risulta per niente stonato, perché chi sta sul palco sa bene come rendere il tutto fluente: David Blomqvist e Robert Sennebäck sono ben collaudati nei loro riff, assieme alle basi ritmiche di Fred Estby alla batteria e di Richard Cabeza che, mentre preme le corde del suo basso, non si sconnette mai dal pubblico. Proprio come Matti Kärki: è lui, infatti, l’idolo indiscusso della serata, non solo perché è il frontman o per la sua ottima performance, ma anche per la calorosità che riserva al pubblico. “Ne è passato di tempo dall’ultima volta”, afferma durante una pausa, ribadendo anche quanto sia bello, per lui, tornare in Italia e incontrare fan che li acclamano a gran voce. Glielo si legge in viso quanto sia contento per l’andamento dello show, tanto che, durante il famoso assolo di Override of the Overture, “dirige” i cori che replicano le sue note. E quando tutto sembra essere finito, i Dismember premiano i fan con un encore (richiesto a gran voce) di due brani, la classica Dismembered e Skinfather, anch’essi eseguiti alla grande.

SETLIST DISMEMBER:

Pieces

Bleed For Me

On Frozen Fields

Tragedy of the Faithful

Fleshless

On Fire

Europa Burns

Skin Her Alive

Time Heals Nothing

Casket Garden

When Hatred Killed The Light

Override of the Overture

Hate Campaign

Dreaming In Red

Where Ironrcosses Grow

Life – Another Shape of Sorrow

Encore:

Dismembered

Skinfather

CONCLUSIONI

Dopo il memorabile spettacolo, Matti Kärki ringrazia ancora una volta la folla, concedendo a qualche fan di farsi delle foto o di scambiare due parole. Nel mentre, il Campus Industry si svuota e si riempie all’esterno, con gli ultimi superstiti che partecipano all’after party per continuare fino a notte fonda, in un clima di generale soddisfazione. L’evento era uno dei più attesi dell’anno e, tutto sommato, si è svolto senza intoppi. Di sicuro, questa è una data che rimarrà impressa nella mente di molti, band e booking agencies comprese.

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