• Band: REPLICANT
  • Durata: 44:07
  • Data di uscita: 12 aprile 2024
  • Etichetta: Transcending Obscurity Records

I Replicant sono una di quelle band che si muovono silenziose nell’ombra per poi esplodere nel momento in cui appaiono. Ed ogni volta ce ne hanno dato prova. Il disco d’esordio Negative Life (2018) ha sorpreso e non poco per il suo impatto: al death metal classico, il combo del New Jersey ha unito trame più aspre e dissonanti che ricordano i Demilich nella tecnica e gli Imperial Triumphant nelle sonorità. Elementi stilistici già ben noti, certo, ma non per questo inconciliabili. Difatti, anche il secondo Malignant Reality (2021) ha funzionato bene con questa formula ma, in genere, tocca sempre al fatidico terzo album dare la conferma definitiva ad una band.

E i musicisti, il test lo hanno superato: in Infinite Mortality non c’è niente di nuovo, ma tra colpi di scena e trame sregolate, il sound scorre fluido, frenetico e violento. Già con l’iniziale Acid Mirror ce ne rendiamo conto: la batteria di James Applegate non segue uno schema preciso e, dalla sua base, così gli altri strumenti. Le asce di Itay Keren e Peter Lloyd sembrano impazzite, sbizzarrendosi in diverse tonalità che non si placano neanche in momenti più lenti. Michael Gonçalves è versatilissimo nelle vocals, passando da growl abissali ad urla esasperate a seconda dei momenti, che si alternano benissimo tra rallentamenti ed esplosioni repentine. Episodi degni di nota sono anche Reciprocal Abandonment, reso ottimo dagli inserti new wave/ambient, Pain Enduring, dalla violenza efferata, e la conclusiva Planet of Skin, in cui tutto il loro repertorio stilistico viene a galla con una maggiore vena compositiva per il mix intenso e corposo.

Tecnica, creatività e violenza. Sono questi i tratti diventati caratteristici sulla carta d’identità dei Replicant grazie ad Infinite Mortality. Quest’album era la prova del nove, nella quale la band doveva ripetersi (cosa per niente scontata) per mantenere saldo il suo profilo. Obiettivo centrato in pieno, senza difficoltà, mostrandosi avanguardistici e per niente incoerenti con ciò che è stato fatto sin ora. Spetterà ai prossimi album dare ulteriori conferme ma, per ora, ci basta questa.

Miglior brano: Acid Mirror

Voto: 7,5

Classificazione: 7.5 su 10.

TRACKLIST:

  1. Acid Mirror
  2. Shrine to the Incomprehensible
  3. Orgasm of Bereavement
  4. Reciprocal Abandonment
  5. SCN9A
  6. Pain Enduring
  7. Nekrotunnel
  8. Dwelling on the Threshold
  9. Planet of Skin

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