
- Band: JUDAS PRIEST
- Durata: 52:32
- Data di uscita: 8 marzo 2024
- Etichetta: Sony Music
54 anni di carriera e 19 album in studio. Serve altro per definire i Judas Priest? Inutile dilungarsi, bastano solo questi dati numerici per ricordarci chi siano e cosa abbiano fatto. Il resto lo sappiamo già, e anche fin troppo bene, quindi andiamo diretti al punto.
Trattandosi di una delle vecchie leve, è facile immaginare ciò che ci aspetta: un sound che, avendo già fatto la storia, si ripete nella sua formula vincente senza andare alla ricerca di innovazioni o stravolgimenti. Tutto un po’ monotono, si direbbe, ma sono due i motivi per cui i Judas continuano ad andare avanti imperterriti da mezzo secolo: talento ed esperienza, che in Invincible Shield si equivalgono perfettamente. Infatti, se da un lato i brani sembrano composti dal pilota automatico, dall’altro suonano freschi, avvincenti e godibili, senza che si sfoci nella noia.
E il terzetto iniziale lo dimostra: Panic Attack, in pieno mood di Painkiller, parte fiera e battagliera, seguita da The Serpent and the King, dal ritornello meno memorabile, e la potente title-track, anch’essa dal sapore revivalista, ma molto coinvolgente, soprattutto grazie alla premiata ditta Glenn Tipton–Richie Faulkner alle chitarre. Devil in Disguise abbassa i ritmi e l’energia, mentre Gates of Hell torna a calcare sponde più epiche, con melodie più incalzanti. Dopo l’altro downtempo Crown of Horns, più cupo e dal pathos più alto (ma non molto efficace), è As God is my Witness che dà di nuovo carica all’album con ritmiche frenetiche, rese tali grazie alla sezione ritmica guidata benissimo da Scott Travis e Ian Hill. Trial by Fire torna su ritmi più lenti e duri con un Rob Halford più rombante. Dopo Escape from Reality e Sons of Thunder, che innalzano nuovamente la velocità e l’intensità, ci pensa Giants in the Sky a chiudere in bellezza, sviluppandosi come una marcia solenne (dedicata a Lemmy e Ronny James Dio) dal bridge e dal ritornello intensi, per poi concludersi in note che definire trionfali, è riduttivo.
Un paragone con gli album del passato non funzionerebbe, ma se prendiamo come metro di confronto il precedente Firepower, il giudizio vien da sé. Invincible Shield è sullo stesso piano, forse anche un po’ più in basso, ma dalla qualità indiscutibilmente buona. Filosofia che, da una band come i Judas Priest, bisogna aspettarsela, ma anche comprenderla e accettarla. Soprattutto se, dopo 50 anni, viene ancora mostrata con maestria.
Miglior brano: Panic Attack
Voto: 7,5
TRACKLIST:
- Panic Attack
- The Serpent and the King
- Invincible Shield
- Devil in Disguise
- Gates of Hell
- Crown of Horns
- As God Is My Witness
- Trial by Fire
- Escape from Reality
- Sons of Thunder
- Giants in the Sky
Profili social della band:


Lascia un commento