• Band: HIDEOUS DIVINITY
  • Durata: 51:00
  • Data di uscita: 22 marzo 2024
  • Etichetta: Century Media Records

Ne hanno fatta di strada gli Hideous Divinity fino ad oggi. Dal 2007, anno dopo anno, i romani si sono imposti nel panorama underground italiano ed internazionale a suon di prestazioni dirompenti sia in studio che in live. Il genere che hanno scelto di suonare non lascia pensare ad un sound leggero, questo è certo, ma la vera abilità sta nell’interpretarlo in maniera per niente standardizzata. Un progresso che, per loro, sembra non fermarsi.

Se con Obesaince Rising (2012) e Cobra Verde (2014) ripercorrevano le orme degli Hate Eternal e dei Nile, con Adveniens (2017) e Simulacrum (2019) hanno iniziato a prendere nuovi sentieri, mirando a perfezionare le loro abilità e la loro ricercatezza artistica. Aspetti che, nell’ultimo Unextinct sembrano essere arrivati a buon punto. La violenza, la tecnica e le velocità esasperate sono sempre gli elementi portanti del loro sound, ma ciò che risalta di più sono quei momenti più ariosi e melodici in stile Ulcerate che fanno da intermezzo o da intro ai diversi brani. Elementi già collaudati prima, ma che in quest’album diventano parte integrante.

L’intro strumentale Dust Settles on Humanity dà subito l’idea di tutto ciò per il suo insieme eterogeneo, criptico e arioso all’inizio fino al finale violento e fragoroso, il giusto preludio del vero inizio dell’album. Con The Numinous One si torna a tastare la vera indole degli Hideous Divinity, quella che Enrico Di Lorenzo, con il growl impetuoso, trasmette con brutalità ed efferatezza. Precisi, poi, gli strumenti di Enrico Schettino e Stefano Franceschini, uno impegnato con riff da capogiro, l’altro in linee di basso pesanti e frenetiche che accompagnano la batteria impazzita di Davide Itri. L’album, infatti, avanza così: diretto e brutale con l’utilizzo di tempi dispari e variazioni di intensità, formula che riesce benissimo in Quasi Sentient e in Mysterium Tremendum, due dei brani più diretti del lotto che ricordano molto gli esordi. Ma un altro esempio di brano ben riuscito è Hair, Dirt, Mud che prima ci lascia andare ad un momento etereo, poi ci catapulta di nuovo in un vortice di violenza. Uno dei brani che mostra al meglio l’animo dell’album.

Insomma: atmosfera, melodia, violenza non fine a sé stessa e transizioni più ricercate ed ordinate fanno di Unextinct un album che incarna il manifesto del death metal moderno, in cerca di evoluzione ma fedele alla sua identità. Aspetti che testimoniano uno stato di forma notevole della band, ormai sicura dei propri mezzi e delle proprie capacità.

Miglior brano: The Numinous One

Voto: 8

Classificazione: 8 su 10.

TRACKLIST:

  1. Dust Settles on Humanity
  2. The Numinous One
  3. Against the Sovereignty of Mankind
  4. Atto quarto, the Horror Paradox
  5. Quasi-Sentient
  6. Hair, Dirt, Mud
  7. More than Many, Never One
  8. Der verlorene Sohn
  9. Mysterium Tremendum
  10. Leben ohne Feuer

Profili social della band:

Lascia un commento