
- Band: INFERNAL ANGELS
- Durata: 43:56
- Data di uscita: 24 novembre 2023
- Etichetta: Immortal Frost Production
Gli Infernal Angels hanno raggiunto i 22 anni di carriera e non sembrano volersi fermare. In effetti, non c’è ragione di fermarsi se, andando avanti, si migliora sempre di più: dal 2002, la band ha visto cambi di location (dalla Basilicata alle Marche), cambi di formazione continui e cambi di label da album in album, ma sempre sotto la supervisione del mastermind XeS, che ha fatto scelte azzeccate sotto ogni punto di vista. Le stesse che si possono notare nell’ultimo Shrine of Black Fire.
Ritracciando il percorso fatto dalla band, le differenze tra il sound degli esordi e quello attuale sono abbastanza nette: il black metal sinfonico dei Dissection e dei Cradle of Filth, prevalente nel primo Shining Evil Light, si è via via trasformato in un black/death sempre più estremo, arrivando alla sua forma più curata proprio nell’ultimo lavoro discografico.
La breve intro strumentale Abyss Oath ci accompagna nell’accoppiata iniziale formata da In The Silence Ov Tehom e The Horizon Eats The Sun And Other Stars, in cui sono proprio gli ultimi due innesti Asdraeth (basso) e Postmortem (batteria) a mettersi in mostra più degli altri. La sezione ritmica che creano è veloce, asfissiante, indemoniata, reggendo bene il growl di XeS e le rasoiate dei chitarristi Apsychos e Nekroshadow. I due brani successivi, Fire as Breath e A Gateway To Purification rallentano drasticamente, ma non cancellano il mood infernale scatenato già in precedenza. Anzi, lo accentuano, non solo per XeS che si impersonifica in Lucifero con le sue vocals abissali, ma anche per i riff sinistri delle chitarre. Magari un minutaggio più corto per entrambi sarebbe bastato (soprattutto per il secondo, totalmente strumentale), ma sono comunque efficaci per farci comprendere infondo la loro capacità compositiva. Capacità che di certo non manca nel seguente The Flame Burns Brighter In The Darkness, dove si torna a pestare forte con ritmi veloci e ossessivi e un riffing elaborato e fulminante. Le ultime due tracce I Am the Thoughtless Light e la lunga title-track, non aggiungono un granché alla sostanza dell’album, ma lo chiudono in bellezza, soprattutto per alcuni passaggi melodici che rimangono impressi nella mente.
Che sia questa la definitiva evoluzione degli Infernal Angels è difficile dirlo, ma possiamo affermare che Shrine of Black Fire è il loro album più curato e elaborato. E ciò, se si ripercorre la loro discografia, risulta più evidente: un sound che, step by step, è migliorato in qualità, intensità e registro stilistico. Aspettiamo con ansia il prossimo capitolo.
Miglior brano: The Flame Burns Brighter In The Darkness
Voto: 8
TRACKLIST:
- Abyss Oath
- In the Silence ov Tehom
- The Horizon Eats the Sun and Other Stars
- Fire as Breath
- A Gateway to Purification
- The Flame Burns Brighter in the Darkness
- I Am the Thoughtless Light
- Shrine of Black Fire – Ablazing Serpent
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