FIRENZE, Viper Theatre – 10/02/2024

Altro giro, altra corsa. Il Firenze Metal, da quando esiste, non si ferma mai, andando avanti in edizioni sempre più spettacolari e adrenaliniche con il meglio della scena metal italiana. La volta scorsa la line-up era folta (8 band) e comprendeva quasi tutti i sottogeneri del metal, vedendo tra i protagonisti i Mortuary Drape, i Frozen Crown, gli Slug Gore e i Game Over. Lo staff e gli organizzatori avevano già in mente la prossima mossa, quella che, dopo tre mesi, si sarebbe concretizzata in uno degli eventi di punta di febbraio. E, dopo sole due settimane, l’arcano segreto venne svelato: le band tornano ad essere 6, provenienti da ogni parte della penisola, in una kermesse dominata dal death metal. In partenza troviamo i Sinister Ghost, a cui seguono i casalinghi Deviation, gli storici Gory Blister, due giganti della nostra scena death, gli Hour of Penance e i Fulci, e, dulcis in fundo, l’istituzione del grindcore italiano: i Cripple Bastards. Non serve aggiungere altro ad una line-up che si descrive già da sola. C’è solo da rispettare due imperativi: essere al Viper Theatre e assistere ad uno spettacolo che si prospetta intenso e sfrenato dall’inizio alla fine. Il pubblico non se lo fa ripetere due volte, la fila per entrare nel locale è sempre più lunga e, già prima dell’inizio, l’hype è alle stelle.
SINISTER GHOST

La partenza è prevista per le 19, ma tra i soliti preparativi, slitta di 45 minuti. Dopo lunghi soundcheck e verifiche tecniche, arrivano sul palco i Sinister Ghost che, freschi del loro ultimo album What’s Left of Human?, aprono la serata con una setlist che si concentra proprio sulla nuova release. I viareggini, dal sound a metà strada tra black, death e gothic, si ispirano apertamente ai Carach Angren che, come risaputo, hanno una presenza scenica che pochi altri possono vantare. E sulle stesse orme si muovono anche loro, in particolare il frontman Asmort, che sembra la reincarnazione di Seregor per il suo appeal vampiresco ma, soprattutto, per la sua presa sul pubblico. Memorabile il segmento a metà dello spettacolo, quando prende una copia della Bibbia e chiede alla folla: “Voi sapete cos’è? Per caso si mangia?”, masticando prima una pagina staccata a caso, poi riducendo l’intero libro a brandelli e lanciandone i resti sul parterre come coriandoli. Lo show prosegue senza intoppi, con Aelodh, Synugoth e Pontius che viaggiano spediti e compatti per dare supporto al loro singer, abile nel passare facilmente dal growl allo scream più vicino al black. L’esibizione dura poco, ma è convincente, con anche la presenza di Danny Metal come ospite, da parte di ragazzi giovani che hanno tutte le carte in regola per arrivare molto lontano.






SETLIST SINISTER GHOST:
Ocean avenue 112
The Innocent’s laugh
Eden is our home
Stolen at Birth
The house of violin
DEVIATION

Dopo la consueta pausa, tocca ai Deviation prendersi la scena. Sarà anche una band molto recente, ma i nomi di chi ne fa parte non sono per niente nuovi, specialmente a livello locale. I componenti provengono tutti dai Suicidal Causticity e dai Disboskator, rispettivamente brutal death e thrash, che possono vantare tour e collaborazioni con grandi acts quali Incantation e Subhuman. Ad oggi, i fiorentini hanno prodotto solo un EP omonimo, dal sound esattamente a metà tra le band di provenienza, e non sono più nella pelle per suonarlo davanti ad un pubblico sempre più numeroso. Nikolas “Gorgo” Bruni si dimostra un ottimo performer con il suo potente growl, mentre il bassista Filippo Mannini e il chitarrista Davide Puliti si destreggiano alle grande, sostenuti dalla batteria di Thomas Passanisi. La folla risponde con moshpit, urla e continui incitamenti fino alla fine dello show, orchestrato perfettamente da performer esperti che sanno bene come far scatenare il panico.






SETLIST DEVIATION:
Back to the Basics + Da phenomenal 1
Devoted Stalker
Rabid Times
All those Eyes
GORY BLISTER

Il divertimento e l’euforia, finora, non sono di certo mancati, ma per rincarare la dose serve un’altra scossa: quella dei Gory Blister. Il gruppo, attivo dal 1991, è ormai tra i veterani del metal nostrano, vantando un palmarès di 7 album in studio, l’ultimo dei quali, Reborn from Hatred, è uscito nel 2023. Con tutta l’esperienza che hanno alle spalle, salgono sul palco fieri, carichi e pronti a far scatenare tutti in un moshpit continuo, riuscendoci alla grande. Paolo Quaglia, il cantante, è in forma smagliante, così come Gianluca D’Andria e Raff Sangiorgio che maneggiano i propri strumenti con maestria. Quello dei Gory Blister è il classico show che ci si aspetterebbe da una band death metal: diretto, senza fronzoli e distruttivo, racchiuso in una esibizione eccellente, tra le migliori della serata. Il pubblico, infatti, li acclama a gran voce, ma il tempo scorre veloce e inesorabile fino alla fine dello show, chiuso con applausi meritatissimi.






SETLIST GORY BLISTER:
Thresholds
Trails of Lies
Psycho Crave
From Ashes…
Push Out the Venom
Relentless Fear
Profound Sedation
Unexpected Livings
This Blood is Forever
Reborn from Hatred
Greedy Existance
…To Flames
No Shadow
HOUR OF PENANCE

Abbiamo appena superato la metà dell’evento, ma non sono permessi cali di energie e di tensione, perché il trittico finale che ci aspetta è uno di quelli micidiali. E il nome da cui si parte è tutto un programma. Gli Hour of Penance hanno sempre portato in alto il vessillo del death metal made in Italy con un sound tecnico, brutale e demolitore. Tendenza che, a Roma, è condivisa da tanti altri gruppi importanti come Hideous Divinity e Devangelic ma, in questo caso, la differenza la fa il tempo. Gli Hour of Penance sono in giro da un quarto di secolo, e questo li rende autorevoli in tutto ciò che fanno. Poco importa se della formazione originale non sia rimasto più nessuno, perché chi ne fa parte adesso non è da meno. Non a caso, è lo spettacolo a descriverli: Giacomo Torti, già membro dei Bloodtruth, crea alle pelli un muro sonoro impenetrabile che si propaga in tutto il locale, retto dal basso di Marco Mastrobuono e dalle rasoiate di Giulio Moschini e Paolo Pieri, ottimo anche nel growl. Nel mentre, sotto al palco si scatena l’inferno: non c’è un attimo di respiro, il pogo sembra un tornado e, come se non bastasse, qualcuno inizia anche a lanciarsi in temerari crowdsurfing. I brani eseguiti, presi da quasi tutto il repertorio, scorrono come macigni lasciandoci sfiniti, ma soddisfatti. Lo spettacolo non poteva andare meglio.






SETLIST HOUR OF PENANCE:
Flames of Merciless Gods
Blight and Conquer
Paradogma
Incestuous Dinasty of Worms
Sedition through Scorn
Ascension
Reforging the Crowns
Cast the First Stone
Devotion for Tyranny
Misconception
FULCI

Ci avviciniamo alla fine della serata, ma l’entusiasmo è ancora alto. Molti, in giro per il Viper, hanno addosso la maglia con un logo che, leggendolo, è inequivocabile: Fulci. E, finalmente, è arrivato il loro momento. Il trio casertano è diventato una delle migliori realtà della nostra scena estrema, e il seguito che stanno avendo anche all’estero non è per niente dovuto al caso. Pensiamoci un attimo: una band che prende il nome da Lucio Fulci, il padrino del gore, e modella il proprio concept sulle sue opere trasformandole in testi, musica e esibizioni live dall’atmosfera cinematografica, con proiezioni e sample tratti dai film. Cose che, di solito, si vedono nell’elettronica, non nel death metal. Se poi consideriamo anche la bravura nel saper adattare lo scenario orrorifico alla brutalità della loro proposta, allora la tombola è assicurata. E tutto questo lo sanno fare dannatamente bene. Dome, Klem e Fiore, accompagnati dalla seconda chitarra e dal batterista, si intravedono in penombra tra le luci dei led posti ai fianchi, prendono la loro postazione e iniziano subito a picchiare duro verso il pubblico. La prova di ogni membro è ottima, soprattutto in brani come Tomb, Eye full of Maggots e Tropical Sun, eseguiti con un sound che, con il batterista in carne ed ossa, è ancor più distruttivo. Tutti si divertono, compreso i musicisti che dal palco, pur sembrando distaccati, si accorgono dell’atmosfera di puro delirio che si è creata, continuando a spingere fino alla conclusione piena di ovazioni. Così, i Fulci escono dal palco trionfanti dopo averci regalato, finora, la migliore performance della serata.






SETLIST FULCI:
Glass
Tomb
Apocalypse Zombie
Lonely Hearts
Voices
Splatter Fatality
Voodoo Gore Ritual
Tropical Sun
Vile Butchery
Among the Walking Dead
Matul Tribal Cult
Legion of the Resurrected
Nightmare
Eye full of Maggots
Immortality Virus
Blue Inferno
Zombi 2
CRIPPLE BASTARDS

Siamo arrivati a mezzanotte, orario in cui, in teoria, la serata sarebbe terminata. E invece no, siamo ancora qui, perché manca ancora un’ultima band, quella che ci deve rifilare le mazzate finali per chiudere in bellezza. I Cripple Bastards salgono sul palco del Firenze Metal da headliner dopo aver festeggiato i 35 anni di una carriera ricca di lavori in studio, split album e numerosi tour in giro per il mondo e, dopo un lungo soundcheck, partono subito all’impazzata. I brani vengono sparati uno dopo l’altro con brutalità, senza pause, badando solo alla violenza delle loro bordate quali Fumo passivo, Sangue chiama e Misantropo a senso unico, tra le hit classiche. Der Kommisar e Schintu suonano composti e totalmente concentrati, mentre Giulio, con lo sguardo fermo e rabbioso, scarica sulla folla un growl gutturale alternato con i classici screaming taglienti 100% grindcore. E anche Raphael Saini alla batteria non scherza, picchiando con una velocità fulminante che non permette a nessuno di rifiatare. Il moshpit non si ferma mai, in molti arrivano sotto il palco trasportati dalle spinte e, dopo le tre hit Polizia, una razza da estinguere, Italia di merda e Morte da tossico, l’esibizione sembra finita. “Ciao a tutti, grazie”, dice improvvisamente Giulio, lasciando la folla un po’ disorientata, ma poi interviene Saini che, chiedendo a tutti se vogliono ancora un altro brano, convince il resto della band a suonare l’ultima Variante alla morte, chiudendo uno show di fuoco e fiamme.






SETLIST CRIPPLE BASTARDS:

CONCLUSIONI
La serata finisce così, con il pubblico che stremato, ma divertito, si dirige verso l’uscita dopo essere passato, per un’ultima volta, dall’area del merch. Il Firenze Metal è stato di nuovo un top event, costruito su un solo genere (o su altri strettamente correlati) ma con ottimi interpreti, tutti in gran forma, registrando un’affluenza di pubblico simile alla scorsa edizione che, ricordiamoci, è arrivata ad un clamoroso sold-out. L’ottima organizzazione è stata ripagata, il festival ha un’identità solida e, se le premesse sono queste, le prossime edizioni potranno andare sempre meglio.


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