MILANO, Legend Club – 03/02/2024

È bastato un anno ai Suffocation per tornare in Italia. Anzi, meno. L’ultima data dei deathsters newyorkesi risale al 7 maggio 2023, quando a Venezia si sono esibiti con Fulci, Hobos e Fate Unburied. Ed ora, per promuovere il nuovo Hymns from the Apochrypha, eccoli di nuovo nel nostro Paese, questa volta a Milano, accompagnati da una corazzata travolgente formata da Organectomy, Sanguisugabogg e Enterprise Earth. Insomma, la serata che offre il Legend Club è una di quelle imperdibili non solo per chi ama il death metal più tecnico e brutale, ma anche (e soprattutto) per chi va a caccia di quelle band che hanno scritto intere pagine di storia nella musica estrema. E l’affluenza di pubblico, non a caso, è consistente: l’apertura dei cancelli è prevista per le 18:30, decisamente presto, ma già dalle 18 la fila per entrare nel locale è lunga. Il preludio di una serata spaccaossa che registrerà un inaspettato sold-out.

ORGANECTOMY

Sono le 19 e il Legend è pieno a metà, ma la serata si accende subito con l’entrata in scena degli Organectomy. I neozelandesi, dopo aver pubblicato 3 album in studio, hanno rilasciato di recente il nuovo singolo Tracheal Hanging, pronto per essere presentato alla folla che, già dal primo brano, si accende nell’immediato. Il tempo che hanno a disposizione è poco, ma non c’è mai un attimo di respiro: Alex Paul e compagni scaricano in tutto il locale quell’assalto sonoro colmo di breakdown, doppia cassa incessante e riff erosivi. Il pogo, ovviamente, parte spontaneo e immediato, accompagnando i ragazzi fino alla fine del loro show che avanza tra le hit di tutto il repertorio. Una partenza sprint che non ha deluso le aspettative.

SETLIST ORGANECTOMY:

Unending regrowth
Concrete
Nail below nail
The Third Mutation
Severed from Humanity

Tracheal hanging

SANGUISUGABOGG

Dopo l’ottimo inizio di serata, molti sono già provati dai primi moshpit, mentre il Legend inizia a riempirsi sempre di più in attesa dei Sanguisugabogg. La band dell’Ohio, attiva dal 2019, ha ottenuto un discreto seguito grazie a un death metal ispirato ai Mortician e ai Devourment con un occhio di riguardo al goregrind, specialmente nei testi. Da una band del genere non ci si può aspettare altro che un sound perverso, asfissiante, ma chi è lì sotto il palco a vederli per la prima volta si chiede se tutto ciò possa ripetersi anche in sede live. Beh, la risposta arriva puntuale: Devin Swank è il trascinatore assoluto, ma anche gli altri non scherzano, soprattutto il batterista Cody Davidson, che non molla un briciolo di aggressività. Così, tra una song e l’altra, lo show prosegue tra growl micidiali, bordate violentissime e un pogo costante, con un’attitudine che, se in studio ha fatto storcere il naso ad alcuni, dal vivo ha colpito tutti. E gli applausi finali non sono mancati.

SETLIST SANGUISUGABOGG:

Face Ripped off
Pissed
A Lesson in Savagery
Permanently Fucked
Mortal Admonishment
Dragged by a Truck
Captivated by Necro

Dead as Shit

ENTERPRISE EARTH

Giunti alla metà dell’evento, gli spettatori attendono gli Enterprise Earth. La band di Spokane, che festeggia i 10 anni di carriera in questo tour, presenta in scaletta i brani estratti dal quinto album Death: An Anthology, uscito proprio il giorno prima del concerto. Le premesse giuste per dare il meglio sul palco del Legend. Il sound dei ragazzi è diverso dagli altri acts, orientato verso un deathcore ricco di influenze djent, metalcore e classico death. E, durante il live, si percepisce in ogni suo aspetto: il cantante Travis Worland passa da growl profondi a scream più intensi in un attimo, lasciando spazio anche alle clean vocals. Gli altri componenti riescono a viaggiare sincronizzati, con una resa sonora ottima che scatena la folla in continui crowdsurfing e circle pit, ma è sempre il cantante a prendersi la scena, togliendosi la maglia e aumentando l’intensità della sua prova, sempre più convincente. E dopo aver travolto tutti, la band si prende i meritati complimenti, lasciando spazio agli headliner.

SETLIST ENTERPRISE EARTH:

The Reaper’s Servant

Malevolent Force

The Tower

They Have No Honor

Death Magick

Psalm of Agony

Casket of Rust

SUFFOCATION

Ed eccoli qui, finalmente, proprio quando gli orologi segnano le 21:30. È ancora presto e già siamo arrivati all’atto finale, ma almeno ci sono tutte le energie per viverlo e affrontarlo. Sì, affrontarlo, perché quando si tratta di vedere in live i Suffocation bisogna sempre prepararsi psicologicamente per divertirsi, per scatenarsi, ma soprattutto per essere letteralmente schiacciati dal loro sound. Non c’è bisogno di descrivere il profilo, le imprese e le abilità live di questi ragazzoni newyorkesi, perché tutti sanno chi sono, quanto siano importanti e come suonino dal vivo. L’unica cosa che conta, a questo punto, è lo spettacolo che ci regaleranno, e già dal loro ingresso trionfale, il pubblico è su di giri. Alle prime note di Seraphim Enslavement, neanche a dirlo, si scatena un pit infernale che non risparmia nessuno. E, come facile immaginare, sul palco non c’è niente che vada male: Ricky Myers non è Frank Mullen, ovvio, ma se sta lì un motivo ci sarà…ed è evidente. Il suo growl è micidiale, retto da un Eric Morotti che, come al solito, sfonda la batteria con precisione e nonchalance. La maestria di Terrance Hobbs e Derek Boyer è inutile sottolinearla, ma la presenza di Charlie Errigo sì, perché anche lui si mostra sicuro e massiccio come tutti gli altri. Il Legend adesso è una bolgia e lo show procede di bene in meglio: nella setlist non ci sono solo le mine dell’ultimo album, ma anche le hit storiche come Pierced from Within, Effigy of the Forgotten, Breeding the Spawn e Catatonia, tutte eseguite senza neanche un errore davanti ad un pubblico scatenato tra crowdsurfing, headbanging, circle pit e anche qualche stage diving. Tra tecnicismi e brutalità, i musicisti non si fermano neanche un momento, mostrando un’energia fuori dal comune. Solo dopo Infecting the Crypts sembrano essere calati, ma il pubblico non ci sta, vuole ancora scatenarsi. E così, quando tutto sembra finito, i ragazzi tornano sul palco a rifilarci le ultime due mazzate: Bind Torture Kill e Clarity Through Deprivation, a concludere un’esibizione perfetta.

SETLIST SUFFOCATION:

Seraphim Enslavement

Cataclysmic Purification

Breeding the Spawn

Dim Veil of Obscurity

Pierced From Within

Funeral Inception

Perpetual Deception

Effigy of the Forgotten

Hymns From the Apocrypha

Catatonia

Liege of Inveracity

Infecting the Crypts

Encore:

Bind Torture Kill

Clarity Through Deprivation

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