FIRENZE, Viper Theatre – 18/11/2023

Firenze è una città molto attiva in ambito metal. Negli ultimi anni è stata l’epicentro di tanti concerti dedicati a questo genere musicale, specialmente quando anche il Cycle di Calenzano e il Circus Club di Scandicci portavano nomi grossi sul loro palco. Ma il Viper Theatre non è escluso da questa lista, anzi: se ci mettessimo a contare quanti eventi importanti abbia ospitato non ne usciremmo più, e ad aggiungersi alla fila chilometrica c’è il Firenze Metal, di cui è diventato la location fissa per ogni sua edizione. Questa nuova kermesse si svolge quattro volte l’anno, in cui si esibiscono le principali band locali e nazionali in un’unica serata all’insegna del metal più vario in tutte le sue forme. Nelle prime due edizioni, svolte nel 2022, gli headliner sono stati i Subhuman ad aprile e i Destrage, assieme ai Forgotten Tomb, ad ottobre, mentre nella terza edizione (la prima del 2023) in cima al bill c’erano i Necrodeath e i Deathless Legacy. Il riscontro del pubblico è stato sempre positivo, presentandosi in massa in ogni occasione e, con degli sviluppi così favorevoli, gli organizzatori hanno deciso di migliorare il tiro. Per l’edizione di novembre le band attese sono 8, due in più del solito, in una line-up che accoglie 4 gruppi locali (già noti su questo palco) nella prima parte e 4 tra i più in vista dell’intera scena italiana nella seconda, per una serata che si prospetta ricca di pogo, headbanging e tanta voglia di spaccarsi a suon di musica estrema, quella che ci piace tanto. Gli headliner sono gli storici Mortuary Drape che, freschi del loro ultimo Black Mirror, sono pronti a travolgere il pubblico con il loro black metal maligno, ma prima bisogna passare dal power metal energico dei Frozen Crown, per la prima volta nel capoluogo toscano, dal deathgrind crudo degli Slug Gore, che continuano la cavalcata alla conquista dei palchi più importanti, e dal thrash fulmineo dei Game Over, anche loro con un nuovo album appena rilasciato. E, per farci arrivare carichi a pallettoni alla parte alta del bill, ci pensano in ordine gli Adrenaline, i battaglieri Speed Kills, i giovani DRVN e gli Inner Code, tutti diversi nella proposta musicale, ma uniti in questa occasione per un solo obiettivo: regalare al pubblico una serata indimenticabile sin dall’inizio.

ADRENALINE

L’evento, sulla carta, dovrebbe cominciare alle 19:30, ma già da prima, la gente presente al Viper è numerosissima. L’atmosfera è elettrizzante, energica, tutti non vedono l’ora che inizino le danze, ma bisogna aspettare un altro quarto d’ora prima che sul palco salgano gli Adrenaline. Già dalla loro entrata in scena si capisce come i ragazzi di Viareggio siano più carichi di un fucile d’assalto, e ce lo dimostrano con una scaletta che si rifà all’EP di debutto Reckless. La loro presenza è massiccia, soprattutto grazie al cantante Francesco Terranova che non smette un secondo di incitare il pubblico. Le canzoni viaggiano spedite tra potenza e melodia unite in un hard & heavy dal forte dinamismo. Lo stesso dinamismo che tutti i componenti riversano nella loro breve, ma convincente esibizione, riuscita nell’intento di dare la scossa iniziale a questa lunga serata.

SETLIST ADRENALINE:

Livin’ a Lie
This Is War
Bound To Me
Bomb
Reckless

SPEED KILLS

Non abbiamo neanche superato la prima ora, che già i motori sono caldi e ruggenti, ma manca ancora una cosa: accendere la miccia per entrare spediti nel vivo dell’evento. Beh, chi meglio degli Speed Kills può farlo? Risposta scontata: nessuno. I fiorentini, con una formazione rinnovata, si ripresentano al Firenze Metal con tutto il loro spirito arzillo e pieno di vita per lasciare il segno tramite una prestazione travolgente, proprio come il thrash metal che suonano. E non falliscono: le bordate tratte dall’omonimo full-length e dall’EP Devastation Unleashed arrivano dritte non solo ai padiglioni auricolari, ma anche e soprattutto all’animo di ogni spettatore, scatenando il delirio che tutti erano ansiosi di vedere, compreso gli stessi Speed Kills, autori di uno show che non poteva andare meglio di così.

SETLIST SPEED KILLS:

Gothic Line
We Suck!
Marasma
Velociraptor
Devastation Comes from the Past
Graffiti

DRVN

Dopo aver assestato la serata, gli Speed Kills lasciano il testimone alla prossima band, la più giovane di tutte. I Drvn (nome intero Draven) si mostrano con il classico appeal alternative metal/post-grunge, proprio come il loro sound che, sulla carta, è il più leggero del bill. Ma, nonostante ciò, a nessuno è venuta la minima idea di sottovalutarli. L’esperienza gioca un ruolo importante negli spettacoli dal vivo e, forse, i ragazzi non ne hanno tantissima dalla loro parte, ma sul palco hanno dato il massimo, saltando, fomentando la folla e suonando al 100% delle loro capacità. Notevole è stata la performance della singer Virginia, carismatica e bravissima nelle sue linee vocali, che dopo una prova strabiliante dall’inizio alla fine, si prende tutti gli applausi meritati del pubblico. È soprattutto grazie a lei che i Drvn hanno lasciato una buona impressione a tutti i presenti. Una delle tante protagoniste della serata.

SETLIST DRVN:

DRILL
Through Your Light
Blurred Memory
Unnamed
All The Eyes Above
ENDLESS

INNER CODE

Il Viper è pienissimo, il clima che si respira è pieno di entusiasmo. Il Firenze Metal non è ancora arrivato a metà e tutti sono contenti dell’andamento della serata che, però, ha ancora tanto da dire. Sono all’incirca le 21:30 e, dopo una pausa prolungata, entrano in scena gli Inner Code, la band dal sound più vario che spazia tra elettronica, industrial, nu metal e metalcore, con largo uso di testi in italiano. I fiorentini lo conoscono bene questo palco, salendoci con tutta la voglia di promuovere la loro uscita più recente Desidera Distruggi Dimentica. E si parte proprio da qui, da un trittico di brani che scatenano il pubblico tra mosh pit e headbanging continui. Il frontman Jago Balistreri al microfono dà tutto sé stesso nel growl massiccio e nelle voci pulite, senza mai mollare le redini dello spettacolo. Anche l’aspetto scenografico, tra raggi e altri effetti di luci, fa la sua parte, azzeccatissimo nei momenti in cui è l’elettronica a fare da padrona. Il resto dello show procede con le hit di Nuovi Incubi, chiudendo tra le note di Bu(io) che si rivela anche uno dei brani eseguiti al meglio. Nel complesso, un’ottima performance di un gruppo unito, che si diverte sul palco e fa divertire un pubblico folto e caloroso.

SETLIST INNER CODE:

Distruggi
Dimentica
Desidera
Brucerà Roma
Anxia
Supernova
Bu(io)

GAME OVER

Arrivati all’esatta metà dell’evento gasati e soddisfatti, gli spettatori si preparano alla sua parte clou che, per forza di cose, inizia più tardi rispetto all’orario programmato. Il palco si tinge di rosso e sul retro viene proiettato il logo dei Game Over, una delle band italiane più note in ambito thrash. Tra le date per la promozione del nuovo album Hell Frames, i ferraresi hanno scelto proprio quella del Firenze Metal per farcelo ascoltare dal vivo e non intendono sprecare un’occasione come questa, sapendo che per imprimerlo nella nostra memoria serve una prova convincente. E così accade: già dalla partenza sprint di Another Dose Of Thrash, quasi come un inno, i presenti sciolgono le chiome per scuotere le teste e scatenarsi come fanno loro sul palco. Renato Chiccoli, con tanto di cappello all’indietro, tracolla a proiettili e gilet nero, scarica sul parterre la sua voce fragorosa mentre, armato del suo basso, dà man forte ad Alessandro Sansone e Luca Zironi, che sul palco si muovono proprio come ci si aspetterebbe da due chitarristi thrash metal: capelli all’aria, postura fiera e continui sguardi di intesa col pubblico, macinando rasoiate di riff e assoli che travolgono anche chi sta in ultima fila. Bene anche Anthony “Vender” Dantone al drumming, che in 33 Park Street dà il suo meglio nelle ritmiche battagliere. Da qui in poi i thrashers ci terranno ben impegnati sulle note delle nuove hit quali Visions, The Cult e Path of Pain finché, dopo una rigogliosa scaletta, salutano la folla con Neon Maniacs, degna conclusione di uno spettacolo coinvolgente, energico, come solo una band di alto livello riesce a fare.

SETLIST GAME OVER:

Another Dose Of Thrash
33 Park Street
The Cult
Masters of Control
Call of the Siren
Visions
Path of Pain
Seven Doors to Hell
Synthetic Dreams
Last Before the End
Neon Maniacs

SLUG GORE

Arrivati quasi alle 3 ore di devasto, molti dei presenti si concedono una pausa per rifiatare, consapevoli che il prossimo show sarà il più carico. La scena passa agli Slug Gore, band che da un solo anno a questa parte è cresciuta a dismisura: li abbiamo visti al Luppolo in Rock, li abbiamo visti assieme a tanti acts estremi come Cripple Bastards e Hierophant. E adesso sono a Firenze, per la prima volta, a scaricarci addosso quel deathgrind brutale ispirato a Insect Warfare, Napalm Death e Exhumed. Giusto il tempo di presentarsi con delle immagini di Metal Slug e Tomb Raider proiettate sullo sfondo, che già partono all’impazzata con le mine tratte dall’EP di debutto Extraterrestrial Gastropod Mollusc, facendo subito scatenare i presenti in un pogo sfrenato. In molti li attendevano, ma il motivo non è di certo YouTube, dato che due di loro sono volti noti sulla piattaforma: quello sul palco non è Danny Metal lo youtuber, ma Danny il metronomo, che picchia duro sulle pelli e va avanti a blast beats come un mitra. Idem il cantante Poldo, che non è lì per girare un video, ma per growlare, per incitare, per dare spettacolo. Uno spettacolo arricchito non solo dalle sue battute (memorabile quella sui Deftones), ma anche dalla sua attitudine da vero deathster, sempre accompagnata dal buonissimo lavoro di Alessandro Fuoco e Pietro Gessaroli. Lo show migliora sempre di più, tutti si divertono come matti, e dopo bombe di pura violenza (Grounded by Slugs su tutte), gli emiliani chiudono l’esibizione con un tocco coreografico, quando Poldo prende una motosega e la scuote a mezz’aria e sopra la testa. Agli Slug Gore non resta che lasciare il palco accompagnati dall’applauso del pubblico provato dai mosh infuocati, ma soddisfatto della loro performance, tra le migliori della serata.

SETLIST SLUG GORE:

Intro
Infestation
Hungry Parasitic Beast
Grounded by Slugs
Salt
Necrophiliatitude
Wake up Dead
Parasite Murder
The Dust Says You’re Fucked
Underground Giant Death Machines
50K
Demented Cricket
Primal Rules
Unsilent Death (Nails cover)
Mucus Chainsaw

FROZEN CROWN

Eccoci arrivati alla parte finale, quella in cui sono attese le band che chiuderanno l’evento. La prima delle due sono i Frozen Crown che, reduci dal lungo tour europeo (e una data in Giappone) per promuovere l’ultimo Call of the North, sono pronti per esibirsi al Firenze Metal nella parte più alta del tabellone. Dopo lo spettacolo degli Slug Gore ci si aspetterebbe un calo di tensione, dato che il sound che ascolteremo è decisamente più melodico. Ma non sarà così, perché non stiamo parlando di musicisti alle prime armi, anzi. Da una parte abbiamo Giada Etro, Federico Mondelli e Francesco Zof, il nucleo più esperto, mentre dall’altra abbiamo Niso Tomasini e Fabiola “Sheena” Bellomo, entrambi nella band dal 2021, con Alessia Lanzone, la new entry da appena 3 mesi. Tre giovanissimi che hanno già la sicurezza di chi i palchi li calca da almeno 5 anni. Basta vederli per rendersene conto: nelle prime Neverending e Call of the North, Niso dietro le pelli viaggia in scioltezza, mentre le due chitarriste rimangono composte, concentrate e sicure di sé, senza sbagliare niente. Giada è ovviamente la leader indiscussa, chiamando il pubblico a più riprese, ma importante è anche la presenza di Francesco e Federico, ottimi nei ruoli di bassista e chitarrista/seconda voce. La scaletta che propongono spazia in tutto il loro repertorio, procedendo in episodi energici come Netherstorm e Far Beyond, in cui la singer è perfetta nelle sue tonalità. La loro intesa è massima, comunicano benissimo e viaggiano sempre coordinati, fino ad arrivare alla conclusiva The Shieldmaiden senza nessun intoppo. Un’ottima prova corale, soprattutto da parte di Giada, Fabiola e Alessia che, dopo aver dato il massimo, vanno considerate le 3 Most Valuable Players dello show.

SETLIST FROZEN CROWN:

Arctic Gales/Neverending
Call of the North
Kings
Netherstorm
Crown Eternal
Far Beyond
I Am the Tyrant
Blood on the Snow
The Shieldmaiden

MORTUARY DRAPE

La serata si è decisamente prolungata e, data l’ora un po’ tarda per un evento metal, il pubblico cala di qualche unità. Ma per chi è ancora integro e ha voglia di consumarsi fino alla fine, rimane da affrontare l’atto conclusivo, quello più lungo. Ecco arrivato, finalmente, il momento dei Mortuary Drape, formazione storica che, dal 1986, ha guadagnato uno status di culto che in pochi possono vantare nella scena estrema tricolore, non solo per aver introdotto nella nostra penisola il black metal, ma anche per averlo fatto in maniera del tutto personale, rendendolo unico in un mix di varie influenze. L’orario è inoltrato, vero, ma risulta azzeccatissimo per loro. Perché? Semplice: le messe nere si celebrano di notte. E non c’è niente di diverso da una messa nera come la loro entrata in scena: un altare, due candele proiettate sullo schermo, una litania sinistra e un buio quasi pesto. Le loro sagome si intravedono dietro la nebbia dell’incenso, e quando finalmente riusciamo a mettere a fuoco, eccoli che si mostrano con le tuniche nere, incappucciati e con un’aria davvero spettrale. I musicisti si concentrano principalmente sull’ultimo Black Mirror per dare sostanza al loro spettacolo, ma non mancano i classici presi da All The Witches Dance e Secret Sudaria, suonati da componenti che non sono quelli originari. Solo il frontman Walter Maini, aka Wildness Perversion, è l’unico membro rimasto sin dagli inizi, ma i compagni che ha trovato nel corso del tempo sono validissimi. Sul palco sono distaccati da tutto, ovvio, tranne che dai loro strumenti, motivo per cui i battaglieri rimasti tra il pubblico si scatenano nell’ultimo pogo della serata sulle canzoni dai ritmi più sostenuti come Rattle Breath, Tregenda o 1600 Gnostic Year, in cui Simone Cappato e Manuel Togni sono perfetti nella sezione ritmica. La scaletta è lunghissima, cercano in tutti i modi di ripercorrere il loro passato, e ci riescono grazie a hit come Necromaniac e Abbot, ma il tempo che hanno a disposizione scorre veloce fino a Primordial, il brano con cui ci salutano dopo più di un’ora, chiudendo di fatto l’evento nella sua intera durata.

SETLIST MORTUARY DRAPE:

Restless Death
The Secret Lost
Liar Jubileum
Dance of Spirits
Ectoplasm
1600 Gnostic Year
Into the Oblivion
Tregenda
Necromaniac
Vengeance from Beyond
Mortuary Drape
Abbot
Rattle Breath
Fading Flower Spell
Primordial

CONCLUSIONI

Sono le 2:15 e adesso la serata si può dichiarare conclusa. Il locale si svuota velocemente grazie agli addetti alla sicurezza che, si nota, non vedono l’ora di chiudere tutto. Eppure, probabilmente, c’è chi quel momento voleva non arrivasse mai. La quarta edizione del Firenze Metal è stata un successo sotto ogni punto di vista: per la diversità della line-up, per la particolarità di ogni artista, per l’organizzazione perfetta e anche per il clima eccitante da ancor prima che iniziasse l’evento. Forse perché tutti sapevano che, in fin dei conti, sarebbe andato avanti in una grande escalation, che ha riguardato non solo la qualità dello spettacolo e delle band, ma anche quella del pubblico, che ha fatto registrare un clamoroso sold out: più di 700 spettatori metallari a 360 gradi, di tutti i tipi e di tutte le età, la stragrande maggioranza giovanissima, che fa ben sperare nel futuro di questo genere musicale. Gli organizzatori la ricorderanno a lungo questa data, ma se le cose continueranno nel verso giusto, non sarà l’unica.

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