• Band: HORRENDOUS
  • Durata: 37:46
  • Data di uscita: 18 agosto 2023
  • Etichetta: Season of Mist

Mai come questa volta c’è da dirlo a chiare lettere: non giudicate un libro dalla copertina. E, nel caso specifico, non giudicate un artista dal suo nome, perché gli Horrendous non hanno niente a che vedere con il significato di questa parola. Certo, da una band death metal non ci si possono aspettare testi su unicorni, né immagini paradisiache, eppure il vocabolo che li descrive meglio non è “orrendo”, ma “elegante”.

I ragazzi di Philadelphia (ora in South Carolina) ci hanno mostrato la loro classe già dal primo The Chills (2012) che, seppur un po’ acerbo, calzava perfettamente con lo stile old school brevettato dai Death e dagli altri maestri. Molte band si sono buttate in questo enorme calderone, ma poche sono riuscite a creare un qualcosa di veramente unico e personale. In questo senso viene spontaneo pensare ai Blood Incantation o ai Tomb Mold, ma gli Horrendous ci hanno pensato già qualche anno prima a tentare la loro stessa impresa: abbinare agli insegnamenti del passato a una ricercatezza sonora originale per rendere il sound più evocativo, maestoso, unico. E indovinate un po’? Ci sono riusciti alla grande: nei tre successivi Ecdysis (2014), Anareta (2015) e soprattutto Idol (2018), i ragazzi creano trame travolgenti con un estro così ingegnoso e imprevedibile che sorprende in ogni punto: growl graffianti, riff da capogiro, ritmiche veloci ed energiche, puntualmente alternati da momenti ariosi dalle melodie tanto care agli Atheist nella tecnica e agli Opeth nell’intensità. Non manca davvero niente nella loro proposta musicale, e non c’era modo migliore di portarla all’apice con il quinto Ontological Mysterium.

Le nove tracce, pur trasmettendo emozioni diverse, scorrono fluide e ben collaudate, regalandoci momenti che un attimo prima ci portano a livelli di tensione altissimi e un attimo dopo ci fanno viaggiare con la mente. Basti pensare che la prima The Blaze sembra più un pezzo atmospheric black metal preso da Ashes Against the Grain, mentre l’ultima The Death Knell Ringeth è un concentrato di violenza e groove che contrasta completamente con la opener. E tutto ciò si riversa nel resto dell’album, con strutture così contorte che la sperimentazione a momenti si spreca: Chrysopoeia (The Archaeology of Dawn) è la traccia che ne contiene di più, essendo la più lunga del lotto, ma anche episodi melodici come Aurora Neoterica e Preterition Hymn sorprendono nella loro composizione, specialmente la seconda che, addirittura, si chiude con dei cori e note di chitarra tristi e nostalgiche. Ricordiamoci, però, che i ragazzi ci tengono a mostrare anche il loro lato più violento, e la titletrack ce lo conferma più delle altre tra growl potenti, stop-and-go improvvisi, chitarre ultra tecniche e linee di basso precisissime.

Abbiamo aspettato 5 anni per poter riascoltare gli Horrendous nella loro classe cristallina, ma va bene così. Ontological Mysterium prende molto dal capitolo precedente, ma si mostra come un album più compatto e fresco, al passo con i tempi, dando l’idea che i suoi autori siano arrivati al top del loro livello creativo e compositivo. Del resto, i fratelli Matt (voce, chitarra) e Jamie Knox (batteria), con il loro storico amico Damian Herring (voce, chitarra) sono il nucleo primordiale della band, solido e unito sin dagli inizi, e con l’innesto di Alex Kulick al basso (che in Idol si è superato) hanno solo fatto un ulteriore upgrade. Era più facile ripetersi che sbagliarsi, e i nostri non ci hanno deluso, regalandoci un’altra grandiosa opera di death metal progressivo e sperimentale destinata ad essere una delle migliori del 2023.

Miglior brano: Chrysopoeia (The Archaeology of Dawn)

Voto: 8,5

Classificazione: 8.5 su 10.

TRACKLIST:

  1. The Blaze
  2. Chrysopoeia (The Archaeology of Dawn)
  3. Neon Leviathan
  4. Aurora Neoterica
  5. Preterition Hymn
  6. Cult of Shaad’oah
  7. Exeg(en)esis
  8. Ontological Mysterium
  9. The Death Knell Ringeth

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