CHIAROMONTE (PZ), Campo sportivo – 12/08/2023

Live report in memoria di Eric Ivone

Ed eccoci di nuovo qui, fieri e puntuali al festival metal più longevo d’Italia. L’Agglutination arriva alla sua 27esima edizione che, dopo la sua conferma ufficiale ad aprile, ha incontrato non poche difficoltà in corso d’opera. All’inizio erano previste 8 band, con quel “T.B.A.” sulla locandina che è rimasto tale fino a poche settimane dall’evento per poi essere rimosso senza alcuna sostituzione e lasciando il tutto invariato. Una premessa teoricamente negativa che, alla vigilia, lasciava presagire un festival sottotono e con un pubblico limitato, ma basta vedere il resto della line-up per capire che, nonostante ciò, le cose sarebbero andate diversamente. Ancora una volta, il patron Gerardo Cafaro ci ha visto lungo nel riproporre la sua infallibile formula, creando una line-up che tocca quasi tutti i sottogeneri del metal e che vede come protagonisti i suoi migliori interpreti. In cima al bill ci sono i Carcass che, dopo essere stati headliner al Luppolo in Rock e al Rock in Roma, centrano la tripletta proprio nel festival lucano per la seconda volta, seguiti da due ospiti d’eccezione. Da una parte i Nocturnal Depression, attivi dal 2004 e annoverati tra i più importanti acts in ambito depressive black; dall’altra i Sacrilege, band di grande esperienza ed esponente della New Wave of British Heavy Metal che, dopo anni di inattività, ha saputo dimostrarsi degna di quel movimento a cui appartiene fieramente. Il resto della line-up, tutta italiana, è guidata da gruppi diversi nel genere e nell’attitudine, ma che completano l’atmosfera del festival in ogni sua sfaccettatura: si passa dal punk travolgente dei Plakkaggio al thrash distruttivo degli Xenos A.D., fino ad arrivare alle sonorità classiche degli Essenza e a quelle più tecniche, complesse e moderne dei Coexistence. La location scelta torna ad essere Chiaromonte, nel solito campetto delle scuole medie che è ormai abituato ad accogliere le fitte schiere di metallari provenienti da ogni parte d’Italia e che è pronto a regalare ai suoi ospiti un evento al di sopra delle aspettative.

COEXISTENCE

Ore 17. Il caldo di agosto si abbatte su Chiaromonte e la prima ondata di gente fa la fila ai cancelli. La divisione degli spazi è sempre la stessa: a destra gli stand, a sinistra le casse per cibo e bibite, al centro lo spazio per il pubblico e in fondo il palco che, dopo i dovuti preparativi, finalmente si anima. Sono i Coexistence ad avere l’arduo compito di aprire le danze e, davanti ad una folla ancora poco numerosa, ci riescono alla grande: i senesi, nella loro scaletta limitata, riescono a coinvolgere gli astanti con le mine di Collateral Dimension, full-length di debutto, scaricando sui presenti il loro death metal di stampo progressivo tanto caro ai Cynic, agli Atheist e ai Beyond Creation. L’unica vera pecca è stato il tempo limitato che i nostri hanno avuto a disposizione, ma è comunque bastato per far capire a tutti quale sia una delle band più promettenti della scena underground italiana.

SETLIST COEXISTENCE:

Collateral Dimension
Eclipse
Detach From the Abyss
Floating in the Celestial Wave

ESSENZA

Neanche il tempo di immergerci nel presente che già ci tocca fare un tuffo nel passato. Gli Essenza sono un gruppo che, nella scena italiana, vanta una storia trentennale e continua a portarla avanti a suon di heavy classico dall’attitudine accattivante. La scaletta proposta dai pugliesi, infatti, parla da sè: The Song Inside è uno di quei pezzi che, per i nostalgici, è una perla assoluta, così come Edge Of Collapsed World che si rifà al classico sound della Bay Area. Anche la loro esibizione scorre tra gli apprezzamenti di un pubblico che inizia ad aumentare lentamente grazie soprattutto alla loro capacità di non annoiare mai, arrivando alla fine dello show con un’uscita di scena trionfale.

SETLIST ESSENZA:

Devil’s Breath 
Rock’n’Roll Blood 
The Song Inside 
Edge of Collapsed World 
Dance of Liars

XENOS A.D.

Il caldo non accenna a fermarsi in quel di Chiaromonte e, a renderlo ancor più torrido, sono proprio gli Xenos A.D. I siciliani si sono sempre distinti per il loro sound distruttivo sinonimo di “inferno”, ed è proprio questo ciò che portano sul palco: è grazie a loro che l’atmosfera si anima definitivamente sia per il coinvolgimento, sia per i loro brani dai grandi contenuti tecnici come The Healer e So Old, So Cold, con tanto di cover di Holy Wars dei Megadeth. L’impatto che lasciano al pubblico è tanto forte che addirittura viene richiesto il bis, ma il tempo scorre, termina e costringe il trio a lasciare il palco con il grande merito di aver dato al festival la forte scossa che tutti aspettavano.

SETLIST XENOS AD:

Intro
The Healer
So Old, So Cold
The Dawn of Ares
Filthgrinder
Holy Wars (Megadeth cover)
Interceptor

PLAKKAGGIO

Dopo la grande esibizione degli Xenos A.D. il sole inizia a tramontare e il cielo si oscura. Un’atmosfera poetica e… perfetta per i Plakkaggio! Le aspettative sulla band di Colleferro sono altissime, soprattutto perché nel bill sono gli unici ad avere un orientamento tendente all’oi!. E, come volevasi dimostrare, il segno in questo festival l’hanno lasciato eccome: il frontman Gabriele Calvano (voce e chitarra) evoca a gran voce il pubblico sin dai primi secondi di concerto assieme ai suoi compagni di band Francesco Fiacchi (basso) e Valerio Marziali (chitarra), provocando un moshpit continuo sulle note delle hits dei due album Verso La Vetta (2022) e Ziggurath (2015). I Nostri non mollano la presa e continuano a trascinare il pubblico a suon di bordate con Colleferro, brano celebrativo della loro terra di origine, e Rivolta, cover degli 883, durante i quali il pubblico non ha mai smesso di pogare, urlare ed incitare i cinque ragazzi, consapevoli di aver offerto una performance memorabile negli annali del festival per l’energia trasmessa e per la goliardia mai scontata che li contraddistingue.

SETLIST PLAKKAGGIO:

NWOBHMOi!
Palaeoloxodon 
Colleferro
Verso la vetta 
Missione disagio 
Birra in lattina 
Ziggurath 
Leggenda
BPD
Rivolta 
Granito
I nostri anni

SACRILEGE

Si fanno le 20:15, la notte cala e allestisce il sipario per accogliere i Sacrilege. Il gruppo è attivo dal 1982 ma non ha mai rilasciato alcun full-length prima del 2011, motivo per cui sono passati per molto tempo in secondo piano rispetto ad altre band contemporanee. Ma questa non deve essere una scusa per sottovalutarli: i ragazzoni di Gillingham sono da sempre esponenti della NWOBHM e non hanno abbandonato la tradizione neanche in tempi recenti. Lo si nota con In Hell, dal retrogusto sabbathiano, e con Rock ‘n’ Roll with the Devil, che porta il pubblico indietro di 40 anni, brani che coinvolgono al 100% una folla concentrata ormai solo sui tre musicisti, soprattutto sul batterista Neil Turnbull che indossa maschere diverse in relazione al testo della canzone eseguita. E si continua così fino a Welcome To The Dragons Den, con cui i Sacrilege chiudono il sipario degnamente davanti ad un pubblico soddisfatto, sempre più folto e in trepidante attesa degli ultimi due gruppi.

SETLIST SACRILEGE:

Pandemonium
Sanctuary
The Court of the Insane
Cry of the Night 
Ashes to Ashes 
Bring Out Your Dead 
In Hell
Rock ‘n’ Roll with The Devil
Lies
The Dragon’s Den

NOCTURNAL DEPRESSION

Con un pubblico ormai numeroso, la serata volge al suo momento più importante. Ora tocca ai grandi ospiti esibirsi e sul palco sono pronti a salire i Nocturnal Depression. Si tratta dell’unica band diversa stilisticamente rispetto a tutte le altre, dato che il genere che suonano è quel black metal cupo e deprimente che con le sonorità thrash, death e heavy non c’entra quasi nulla. Ma tutto ciò non conta quando davanti ci si trova un gruppo esperto e consapevole dei propri mezzi: un 50% del nucleo della band è composto dai mastermind Lord Lokhraed e Sattvahr, mentre l’altro 50% da membri dei Forgotten Tomb (Algol Comerio al basso e Asher Rossi alla batteria). Si potrebbe già spiegare in questo modo il bagaglio tecnico-stilistico del gruppo, ma dev’essere anche il palco a dare un suo verdetto. E così, con una scenografia che raffigura una Firenze medioevale sovrastata dalla morte, i nostri partono con Tides of Despair per dare la giusta scossa allo spettacolo tra le atmosfere mortifere e ammalianti. Da Spleen Black Metal (2015) vengono proposte Acédie e Spring, poi tocca a Nostalgia che, nel suo lento incedere e nella sua malinconia, fa breccia nei cuori degli spettatori ormai assuefatti dallo spettacolo. Sì, perché i Nocturnal Depression, pur immergendosi in un genere non accessibile a tutti, ci mettono tanto impegno e passione per intrattenere la folla, in particolare Lord Lokhraed: non bada per niente a quella dannata malformazione alla sua mano sinistra, neanche alla spalla che si è rotto qualche settimana prima, scusandosi col pubblico in un perfetto italiano perché, secondo lui, non stava suonando bene. E invece no, lui continua a fare ciò che ama alla perfezione, intrattenendo e suonando senza nessuna sbavatura come tutti gli altri musicisti, ed è questo il motivo per cui l’esibizione dei blacksters si è rivelata una delle più belle e convincenti del festival.

SETLIST NOCTURNAL DEPRESSION:

Tides of Despair 
Acédie 
Spring
Nostalgia
When my Time has Come to Die
Her Ghost Haunts These Walls
Dead Children

CARCASS

Arriviamo finalmente all’atto conclusivo del festival, quello che la maggior parte dei presenti a Chiaromonte aspettava con ansia. Non è la prima volta che i Carcass salgono sul palco dell’Agglutination da headliner, ma l’attesa per vederli (o per rivederli, per chi c’era nel 2014) è sempre la stessa. Questo perché gli inglesi sono una band che non stanca mai, capace di ripetersi sempre al meglio in ogni occasione che capita…compreso questa. Sin dal primo momento che Jeff Walker ha messo piede sul palco si percepiva quella sensazione di devasto che sarebbe durata per tutto il loro show e le aspettative non sono state deluse: basta solo la prima Buried Dreams, tratta dal capolavoro Heartwork, per far scatenare il putiferio tra i fan presenti sotto palco, mentre il buon Jeff li arringa a più riprese con le sue consuete pose col basso. Ottima anche la prova di Bill Steer che sfodera riff e arrangiamenti di altissimo livello soprattutto in Incarnated Solvent Abuse del mitico Necroticism – Descanting the Insalubrious. La band ormai è padrona della scena e va avanti nel suo show senza sbagliare niente, senza annoiare nessuno, ma rincarando la dose con bordate sempre più violente come Death Certificate, Ruptured in Purulence e l’accoppiata Black Star/Keep Rotting in the Free World, formando una setlist che scorre massiccia dall’inizio alla fine. Non ci sono cali di tensione, non c’è un momento di respiro: i Carcass fanno tutto in maniera ineccepibile e il pubblico rimane molto soddisfatto. Viene urlato a gran voce un bis e la richiesta viene accontentata con le ultime 3 perle Exhume to Consume, Tools of the Trade e 316L Grade Surgical Steel, sulla quale Jeff e compagni salutano il pubblico consapevoli di aver regalato uno spettacolo perfetto.

SETLIST CARCASS:

Buried Dreams
Kelly’s Meat Emporium 
Incarnated Solvent Abuse
Under the Scalpel Blade 
Mortal Coil 
Tomorrow Belong to Nobody
Death Certificate
Dance of Ixtab 
Black Star 
Keep Rotting in the Free World 
The Scythe’s Remorsless Swing 
Corporal Jigsore Quandary
Ruptured in Purulence
Exhume to Consume
Tools of the Trade
316L Grade Surgical Steel

CONCLUSIONI

Così volge al termine un’altra giornata memorabile, che consegna agli archivi un’edizione tanto sottovalutata, quanto ben riuscita. Le premesse, come detto all’inizio, non erano delle migliori, ma non c’è mai una volta in cui l’organizzazione sorprende in negativo a livello gestionale, di suoni, di servizi offerti, ma anche a livello di band. Ancora una volta, la classica formula del mix di generi è stata vincente, ma anche i nomi che ne hanno fatto parte sono stati notevoli, sia gli headliner, sia tutti gli altri gruppi, dimostrazione inconfutabile del talento che offre la scena underground italiana. Difficile quantificare il numero di spettatori (certamente c’era più gente dello scorso anno), ma l’atmosfera è stata sempre la stessa: familiare, pacifica e divertente, composta da chi la passione della musica metal la sente nel profondo. Non si sa ancora chi salirà sul palco dell’Agglutination nel 2024, né se l’evento si terrà ancora, ma vogliamo essere fiduciosi nel grande lavoro di Gerardo Cafaro che ha saputo sempre portare avanti con grande impegno e merito una delle realtà musicali più belle e longeve d’Italia.

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