
- Band: GAROTED
- Durata: 35:45
- Data di uscita: 26 maggio 2023
- Etichetta: Lavadome Productions
Gli Stati Uniti non sono secondi a nessuno nel death metal. I più grandi gruppi della storia sono nati proprio lì e sarebbe facile pensare che ormai, dopo i maestri, non abbiano più niente da darci. E invece no, perché la tradizione è rimasta viva in tutto il suo vasto territorio e una band che sappia interpretare al meglio questo genere musicale la si trova sempre. Un esempio valido? I Garoted, senza ombra di dubbio.
Il progetto è stato fondato nel 2008 a Lincoln, in Nebraska, da Nolan Weber (batteria), Drew Frerking (chitarra), Aaron Kieth (basso) e D. Stansberry (voce). Dopo appena un anno, i ragazzi si fanno conoscere prima con una demo, poi con il primo album Praise Hate, Praise Murder, Praise the Beast che tra rullanti veloci, groove massiccio e riffing influenzato dai classici, lasciava intravedere del grande potenziale in loro. Ripetersi non era cosa facile, ma i Nostri sono andati avanti con il secondo album Visions of Death and Destruction (2014) e Abyssal Blood Sacrifices (2017), crescendo con uno stile fatto di violenza e blasfemia tipiche degli acts estremi del midwest americano, come Lecherous Nocturne e Angelcorpse, condito da una buona dose di influenze classiche tanto care ai Deicide e agli Immolation. La perseveranza che hanno avuto i ragazzi nel migliorare sempre di più è stata premiata nel quarto full-length Bewitchment of the Dark Age, il primo lavoro uscito non più in via indipendente, ma sotto una delle etichette più rispettate nell’underground: la Lavadome Productions.
L’album parte a tutta velocità con l’opener Infernal Death’s Majesty, che colpisce in tutta la sua potenza sin dalla prima nota. Frerking si rende protagonista assoluto del brano grazie ai suoi riff arrembanti e agli assoli vecchia scuola. Nessuna sbavatura neanche per Weber, che con i suoi giochi di prestigio riesce a passare dalla grancassa allo splash in un millisecondo producendo ritmiche da capogiro. Non è di certo una sorpresa, dato che il batterista è stato sempre uno dei pezzi forti della band, ma chi invece stupisce è il nuovo singer Devon Ferrera che, con il suo growl versatile, si destreggia in tonalità diverse, a volte taglienti, altre più soffocanti. La seconda traccia, Black Canticle Of Horror, presenta la stessa intensità della precedente: i riff si fondono benissimo con la batteria compatta, mentre Jonathan Tennant si rende protagonista con il suo basso, in linea con le ritmiche e il sound caotico. Pestiferous avanza alla stessa maniera, con due breakdown che trascinano l’ascoltatore in un vortice duro, ma molto divertente e scorrevole, con il batterista in stato di grazia soprattutto nell’uso dei tom, calibrati perfettamente con una sana dose di riverbero. La produzione dell’intero album è di prim’ordine e lo si nota in tutto il resto delle tracce: non c’è neanche uno strumento fuori posto, tutto è preciso, violento, spontaneo, proprio come il modo di esprimersi dei ragazzi, che mantengono l’animo grezzo del death metal senza comprometterne la qualità del sound. Ed è proprio l’ultima Harkening To The Age Of Blood & Plague che lo dimostra: dopo un’intro accompagnata da tamburi di guerra, si scatenano le chitarre che, come al solito, non mollano la loro solidità, sia nei riff che negli assoli. Il growl continua nella sua ferocia, proprio come le ritmiche che, in questo brano, diventano ancor più serrate. All’ascoltatore non resta che imbattersi in un vero e proprio uragano, facendosi trasportare in tutte le sensazioni prodotte da un sound tanto devastante quanto perfetto, fino al suo finale in sfumando.
Alla fine dell’ascolto, la conclusione vien da sé. Il disco non presenta nessuna costruzione enigmatica o cervellotica dettata dal caos, ma inquadra invece la perfetta dimensione del death metal di sanguinosa tradizione statunitense. Bewitchment of the Dark Ages è il lavoro di menti caotiche e ossessionate dalla velocità: una bomba atomica blasfema studiata nei classici stilemi del death metal, spingendosi anche oltre. È un suono senza tempo, radicato in un’era di eccessi che i Garoted hanno continuato a fare propri durante i loro quindici anni di carriera. Un disco mastodontico che può essere considerato tra le migliori sorprese di quest’anno.
Miglior brano: Harkening to the Age of Blood & Plague
Voto: 8,5
TRACKLIST:
- Infernal Death’s Majesty
- Black Canticle of Horror
- Rites of Sinister Defilement
- Pestiferous
- Khaos Soul Pandemonium
- Arcane Shadow Idolatry
- Unfathomable Manifestation
- Harkening to the Age of Blood & Plague
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