Episodi di cronaca nera nel mondo del metal? Facile immaginarlo nel caso in cui non si conosca bene questo genere musicale. Eppure la realtà è ben diversa: l’ambiente legato al metal è tra i più pacifici che esistano, in cui regnano rispetto, fratellanza e passione che uniscono chi ascolta e chi suona. Tuttavia, come succede in qualsiasi contesto che possa esistere, c’è sempre chi, nelle proprie azioni, si spinge oltre un certo limite, sfociando alle volte in reati da condannare. Questo è ciò che è successo ad alcuni musicisti: c’è chi ha scontato (o sta scontando) una pena per aver compiuto vere e proprie pazzie, mentre altri ancora sono stati in carcere per ragioni di più lieve entità o prima di essere stati assolti da crimini che non hanno mai commesso.

Varg Vikernes

Varg Vikernes non ha certo bisogno di presentazioni: tutti sappiamo della sua mente artistica eccezionale messa in mostra con Burzum e i suoi capolavori, ma la sua personalità fuori dalle righe lo ha reso protagonista in fatti di cronaca nera famosissimi. Il primo è il rogo della chiesa di Fantoft, avvenuto nel 1992 nei pressi di Bergen, che gli costa sei mesi di carcere; il secondo (quello più famoso) è l’omicidio di Euronymous, compiuto un anno dopo, per il quale viene condannato a 21 anni di reclusione. Ma l’elenco non finisce qui: nel 2009, dopo la sua scarcerazione, si trasferisce in Francia, dove assieme alla moglie, viene nuovamente arrestato nel 2013 con l’accusa di aver pianificato una strage dopo l’acquisto di 4 fucili da caccia. Alla fine non riceverà nessuna condanna, ma tornerà al centro dell’attenzione con alcune dichiarazioni polemiche. Il solito Varg

Gaahl

Kristian Eivind Espedal, conosciuto come Gaahl, è noto per essere stato il frontman dei Gorgoroth, una delle band più conosciute in ambito black metal soprattutto per la natura esplicita dei suoi testi e dei suoi spettacoli. Fin qui tutto nella norma, se non fosse che anche lui si è reso protagonista di un episodio controverso. Nel 2002, durante una festa a casa sua, il musicista viene coinvolto in uno scontro fisico con un uomo di 41 anni che lo accusa di averlo picchiato, torturato e minacciato di fargli bere il suo sangue. Viene così arrestato con la condanna a 14 mesi di carcere (di cui ne sconta 8) e al risarcimento di 190.000 corone norvegesi nei confronti della vittima. La vicenda ha suscitato forti critiche dell’opinione pubblica nei confronti di Gaahl, ritenuto, oltre tutto, un sostenitore di ideologie di estrema destra. Accuse che il cantante ha sempre respinto.

Bård Faust

La carriera di Bård Guldvik Eithun, in arte Faust, inizia col botto: nel 1992, a 18 anni, diventa il batterista degli Emperor, con cui realizza il primo omonimo EP (1993) e il capolavoro In The Nightside Eclipse (1994). Poi il niente. Il suo nome non compare più nelle pubblicazioni della band, ma il motivo è molto serio: la detenzione. Una sera di agosto del 1992 a Lillehammer, tornando verso casa dopo una serata in birreria, il batterista si imbatte in un passante di nome Magne Andreassen, ragazzo omosessuale che inizia a fargli le avances e gli chiede di seguirlo in un bosco vicino, non immaginando ciò che gli aspetta. Bård, dopo aver acconsentito, lo porta nella boscaglia e gli sferra 37 coltellate uccidendolo e andandosene come se niente fosse. Il suo delitto rimane impunito per circa un anno, le autorità norvegesi non sospettano di lui, ma nel frattempo commette un errore: rivela l’accaduto ai membri dell’Inner Circle, tra cui Euronymous e Varg Vikernes. Sarà proprio l’assassinio del leader dei Mayhem a far venire a galla, in indagini parallele, la vicenda di Faust, che ammette la sua colpevolezza e finisce in carcere con la condanna di 14 anni di reclusione (di cui ne sconterà solo 9). Uscito di prigione, il batterista riprende la sua attività musicale con gli Aborym e i Blood Tsunami, non commettendo più nessun reato.

Jon Nödtveidt

Molto simile, ma dall’epilogo diverso, è la vicenda di Jon Nödtveidt. Il leader degli storici Dissection viene arrestato a Göteborg nel 1997 per aver ucciso a colpi di pistola Josef ben Meddour, un 36enne algerino che, anche lui omosessuale, incontra il musicista e il suo amico iraniano Vlad nei pressi di Keillers Park, luogo noto per incontri gay, cercando di adescarli. L’omicidio, secondo le indagini delle autorità, è stato compiuto per motivi omofobi (a differenza di quello di Faust) e la sentenza definitiva non tarda ad arrivare: Jon e Vlad vengono condannati a 10 anni di reclusione. Al termine della detenzione, durata 7 anni, Jon torna a suonare con i Dissection realizzando Reinkaos (2006), l’ultimo album della sua carriera, ma anche della sua vita. Il 13 agosto 2006, infatti, il musicista viene trovato morto suicida nel suo appartamento a Hässelby, vicino Stoccolma, segnando lo scioglimento definitivo della band.

Marilyn Manson

Marilyn Manson è una delle figure più bersagliate dai pregiudizi nel mondo del metal, sia per alcuni episodi legati indirettamente al suo nome, sia dopo le recenti accuse di violenza sessuale che ha ricevuto, di cui (ancora) non è stato giudicato colpevole. Ma allora qual è il motivo per cui è stato in carcere? Nel 2001, durante un suo show in Michigan, prende di mira un addetto alla sicurezza, Joshua Keasler, usandolo come palo da lap dance in una coreografia improvvisata. Lo steward non la prende bene e lo denuncia per aggressione e violenza sessuale: trascorre quindi un weekend in galera, con una grave accusa a suo carico che sarà alla fine trasformata solo in una multa da 4000 dollari. Episodio che, molto similmente, si ripete in New Hampshire nel 2019, quando il cantante passa due notti in carcere per aver sputato su un cameraman e sulla sua telecamera sempre durante un suo concerto.

Pat O’Brien

Se volete sapere di che forma è fatta la pazzia, chiedetelo a Pat O’Brien. L’ex chitarrista dei Cannibal Corpse si è reso protagonista di una vicenda tanto improvvisa, quanto assurda: il 10 dicembre 2018 dà prima fuoco alla sua casa, poi si introduce senza permesso nell’abitazione dei vicini e, all’arrivo della polizia, prende un coltello e cerca di affrontare un agente, ovviamente senza successo. Una volta spento l’incendio, le forze dell’ordine trovano anche 80 armi da fuoco (tra cui due lanciafiamme militari) di cui il musicista è un grande appassionato. Il giorno dopo, quindi, viene arrestato con 4 capi di accusa: incendio doloso, violazione di domicilio, furto con scasso e aggressione a pubblico ufficiale. Dopo aver trascorso una settimana in prigione, arriva la condanna a 5 anni di libertà vigilata, risarcimento di 24.000 dollari ai vicini e 150 ore di servizi sociali senza l’assunzione di alcol e droghe.

Allen West

Allen West è considerato una figura molto importante per il death metal: è stato infatti membro prima dei Massacre, poi degli Obituary (di cui è anche fondatore) e infine dei Six Feet Under. Un curriculum da invidia per il chitarrista… al contrario della sua fedina penale. Nel 2007 viene arrestato per guida in stato di ebbrezza, scontando 8 mesi di carcere, mentre nel 2013 torna in galera per possesso e produzione di metanfetamina. E il modo in cui è stato scoperto è a dir poco bizzarro. La sera dell’arresto, il musicista chiama la polizia dicendo che due uomini si sono introdotti in casa sua. Aspetta quindi una volante nel rifugio sul retro e, al suo arrivo, chiede di controllare l’abitazione credendo che i due presunti ladri siano ancora lì. Ma ciò che trovano gli agenti è ben diverso: una stanza piena di bottiglie di plastica con all’interno della polvere bianca e tutti gli attrezzi per produrla. Sconta quindi 3 anni di carcere, a cui se ne aggiungeranno altri 3 per altre due condanne per furto.

Jon Schaffer

Chi conosce gli Iced Earth sa benissimo chi sia Jon Schaffer. Il chitarrista è presente in tutti i lavori discografici sia della sua band che dei Demons & Wizards, side-project fondato con Hansi Kürsch dei Blind Guardian. Ma c’è anche chi lo conosce al di fuori del metal, soprattutto per la politica: il musicista, infatti, è stato immortalato durante l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, mostrandosi con il cappello degli Oath Keepers, un’organizzazione anti-governativa di estrema destra. Dopo 11 giorni viene arrestato dall’FBI con le accuse di ingresso illegale nell’area del Campidoglio e interruzione di servizio di un organo governativo, il tutto con un potente spray al peperoncino. Il 16 aprile 2021, Schaffer si dichiara colpevole dei reati, primo tra tutti i partecipanti all’assalto, con una pena di massimo 4 anni e mezzo di carcere che sta tuttora scontando.

David DiSanto

Anche David DiSanto può raccontare di essere stato in carcere. Sarebbe facile intuire il motivo dato che il frontman dei Vektor, nel 2019, viene accusato dalla moglie di violenza domestica, ma la vicenda si conclude con un divorzio pacifico e senza conseguenze penali. Bisogna tornare indietro nel tempo fino al 2013, quando durante un concerto al Scion Metal Fest di Memphis, un contestatore cristiano entra nel locale provocando rabbia e disordine nel pubblico. L’epilogo? David perde le staffe e gli lancia un bicchiere pieno di birra addosso. La polizia lo arresta e lo rinchiude in prigione per due giorni, venendo rilasciato senza affrontare alcun procedimento legale.

Tim Lambesis

Tim Lambesis è noto per essere il leader degli As I Lay Dying, con cui ha pubblicato 7 album e un EP, oltre che di altri due side-project: la one-man band Austrian Death Machine e i Born Through Fire con Joey Alarcon. Una strada in continua ascesa, verrebbe da dire, ma anche lui ha un passato da galeotto. Nel 2013, Lambesis viene arrestato per una grave accusa: tentato omicidio nei confronti della ex moglie Meggan Murphy, reato che non avrebbe mai voluto compiere con le sue mani commissionandolo ad un killer professionista. Viene condannato a 6 anni di carcere, di cui ne sconta 3, e durante il suo periodo in galera gli As I Lay Dying si sciolgono. Dopo il rilascio, Lambesis torna alla sua vecchia vita riformando la band e continuando, senza nessun altro reato, la sua carriera.

Absurd

I tedeschi Absurd sono una delle band più controverse della storia del metal, principalmente per il loro chiaro sostegno alle ideologie nazionalsocialiste, motivo per cui sono considerati i padrini del NSBM (National Socialist Black Metal). Ma c’è un altro motivo, il più grave di tutti, per cui sono conosciuti. Nel 1993 la band formata da Sebastian Schauseil, Andreas Kirchner e Hendrik Möbus acquisisce popolarità e attira l’attenzione di Sandro Beyer, giovane ragazzo asociale, che diventa un loro fan e cerca di aggregarsi alla loro compagnia. I tre, però, sono di tutt’altro avviso e considerano Beyer come un peso, prendendolo in giro e allontanandolo. Il fan, indispettito, inizia a spargere voci negative sulla band e sui suoi rituali occulti a cui assiste e, presi dalla rabbia, i musicisti escogitano un piano ben preciso. Il 29 aprile, la fidanzata di Möbus chiede a Beyer di incontrarsi con lui in un bosco ma, arrivato sul luogo accordato, il ragazzo si trova davanti i tre al completo che lo strangolano con un cavo elettrico e lo seppelliscono. Vengono quindi arrestati rimanendo in carcere fino al 1998, uscendo con la condizionale perché minorenni all’epoca dell’omicidio. Mentre Kirchner e Schauseil tornano ad una vita normale, Möbus continua ad avere problemi con la legge, legati sempre alle sue ideologie di estrema destra.

Decapitated

Anche il caso dei Decapitated riguarda la band al completo, ma con dinamiche, motivazioni e conclusioni diverse. I fatti risalgono al 2017, quando i deathsters polacchi si trovano in tour negli Stati Uniti per promuovere il nuovo album Anticult. Il 9 settembre a Santa Ana, in California, Rafał Piotrowski, Wacław Kiełtyka, Michał Łysejko e Hubert Więcek vengono arrestati per aver rapito e stuprato una donna nel loro tour bus 7 giorni prima a Spokane, Washington. L’accusa è molto pesante e i musicisti, durante il processo, sono costretti a passare 3 mesi in prigione, ma dopo un lungo periodo di indagini e interrogatori vengono assolti. Come riportato da The Spokesman, la donna ritira le accuse dopo che le prove raccolte confermano l’innocenza dei ragazzi, finalmente liberi di tornare in Polonia. Tutto è bene quel che finisce bene.

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