• Band: ENSLAVED
  • Durata: 49:54
  • Data di uscita: 3 marzo 2023
  • Etichetta: Nuclear Blast

Una band instancabile, innovativa e dalle mille risorse. Gli Enslaved continuano ad andare avanti nella loro gloriosa carriera raggiungendo uno storico traguardo: Heimdal, la sedicesima tappa di un viaggio che dura da 32 anni. Realizzare il degno successore di Utgard non era un’impresa facile, dato che quel mix tra black, viking e prog è stato testato da pochissime reclute, ma i norvegesi non si sono scoraggiati e si sono ripetuti in un’opera che è già candidata tra le migliori del 2023. Il nucleo della line-up non cambia: al timone della band ci sono sempre Ivar Bjørnson e Grutle Kjellson, le menti che hanno dato vita e forma al progetto, seguiti da Arve Isdal (chitarra), Håkon Vinje (tastiere) e Iver Sandøy (batteria), che confermano tutto ciò che è stato fatto di buono nei capitoli precedenti, soprattutto il songwriting.

Ancora una volta, gli Enslaved si mostrano abili nel raccontare quel mondo della cultura pagana che, originariamente, è il concetto centrale del black metal, mettendo in risalto l’interiorità dell’essere umano e i mondi paralleli ad esso in linea con la mitologia norrena, che promuove le origini di quelle tradizioni antecedenti al cristianesimo. Il titolo di quest’album, infatti, ha un significato ben preciso: Heimdal (o anche Heimdallr) è il dio guardiano del regno degli Asi e dei Vani, le due stirpi delle divinità celesti, che sorveglia il ponte Bifrǫst, e diventa il protagonista dell’opera dopo essere stato già citato nella tracklist di Yggdrasill, una delle prime demo. Dopo svariati anni, quindi, ecco che torna protagonista, con una durata di quasi 50 minuti e con un’evoluzione mastodontica, culminata in un’opera maestosa.

Il viaggio inizia con un rumore di remi immersi nell’acqua e con l’intro di un corno suonato da Eilif Gundersen dei Wardruna, che ci portano dritti nel vivo di Behind the Mirror: nelle strofe ariose e impetuose, Kjellson e Vinje creano un dualismo di voci impeccabile che avanza tra lo scream e il clean in un’atmosfera da brividi. Ottimo anche il lavoro delle tastiere, che riescono ad innalzare il livello di solennità del brano fino alle massime vette, mentre i riff di accompagnamento, melodici e pesanti al punto giusto, viaggiano a metà strada tra il prog e il black, i due generi che stanno tanto a cuore ai musicisti. In 6 minuti e mezzo, l’ascoltatore viene trasportato da un mix di emozioni diverse che rendono il brano avvincente fino alla sua fine. Un attacco di batteria in crescendo ci accompagna in Congelia, traccia che inizia a dare una forma più solida all’album: le atmosfere diventano glaciali grazie ai riff massicci che si posano sui blast beats di Sandøy. Le tastiere, ancora protagoniste indiscusse, accompagnano l’alternanza perfetta delle voci alimentate da un assolo molto coinvolgente. Forest Dweller segue la stessa linea stilistica ascoltata finora accompagnandoci fino a Kingdom, introdotta da un meraviglioso assolo che accompagna la batteria e le tastiere fino alle clean vocals sempre coinvolgenti. The Eternal Sea inizia con un incedere oscuro, dato dal basso possente attorno al quale si sviluppa la struttura del brano, che lascia poi a Caravans to the Outer World (dallo stesso titolo dell’EP uscito nel 2021) il compito di continuare la trama del viaggio mistico tra chitarre avvolgenti e la classica impostazione delle voci alternate tra harsh e clean. Troviamo, infine, la title-track, il pezzo più lungo e oscuro di tutto l’album, con una quantità di variazioni superiori che vivono di momenti più autonomi.

Gli Enslaved sono riusciti a confermarsi come una delle band più in forma in circolazione. Da un moniker che mantiene solida la propria identità da più di tre decenni sarebbe difficile aspettarsi un’evoluzione così netta da album in album, ma Heimdal conferma l’eccezione alla regola: i Nostri osservano le proprie radici come basi solide da cui sviluppare un sound quasi del tutto innovativo, riempiendolo di quel pathos emotivo che trasporta l’ascoltatore nelle atmosfere mistiche del mondo vichingo in prima persona. Album assolutamente da non perdere.

Miglior brano: The Eternal Sea

Voto: 8,5

Classificazione: 8.5 su 10.

TRACKLIST:

  1. Behind the Mirror
  2. Congelia
  3. Forest Dweller
  4. Kingdom
  5. The Eternal Sea
  6. Caravans to the Outer Worlds
  7. Heimdal

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