• Band: HØSTSOL
  • Durata: 44:34
  • Data di uscita: 13 gennaio 2023
  • Etichetta: Avantgarde Music

Il 2023 ci ha già regalato uno dei suoi migliori album? È difficile dirlo con certezza a metà febbraio, ma se volessimo considerare questo disco tra i migliori debutti di quest’anno, allora ci entrerebbe di diritto. Il nome di questa band suonerà nuovo a molti, data la sua nascita recente, ma le sue menti non sono per niente inesperte. Per questo il risultato finale che ne è uscito fuori è stato a dir poco ottimo, ma prima di parlare dell’album e della sua analisi, bisognerebbe presentare l’entità che c’è dietro la sua realizzazione.

Høstsol è un progetto internazionale che abbraccia tutta la Scandinavia, coinvolgendo i migliori musicisti delle scene black di ogni Paese: da una parte c’è lo svedese Niklas Kvarforth, cantante degli Shining, dall’altra i finlandesi Vesa Wahlroos (in arte Kalmos) e Rainer Tuomikanto, bassista e batterista degli esperti Ajattara, mentre a capo del progetto c’è il norvegese Tor-Helge Skei, in arte Cernunnus, nome noto in ambito black metal grazie ai Manes, sua band principale. Con un nucleo così esperto, eterogeneo e talentuoso, i presupposti per creare un’opera memorabile ci sono tutti, nonostante la diversità stilistica di ogni componente. Ma è proprio questo il punto di forza del disco: lo scream profondo e massiccio di Kvarforth, della classica impostazione black, si pone pesantemente su una sezione ritmica impeccabile tanto cara agli Horna per la sua cadenza e pesantezza, il tutto unito alla mente di Cernunnus che, nel disco, assume un ruolo fondamentale. Il leader dei Manes, infatti, non si limita ad imprimere i suoi riff di chitarra cupi e glaciali di matrice norvegese, ma riesce anche a trasmettere l’animo avanguardistico del suo progetto di provenienza, l’unico a nascere nello stesso periodo dei giganti (come Darkthrone, Satyricon e Mayhem) e a svilupparsi su coordinate del tutto inedite e innovative, lontane dagli schemi classici. È così che si compone Länge Leve Döden (in italiano “Viva la morte”), album che dall’inizio alla fine non smette di sorprendere nelle sue cinque lunghissime tracce, sontuose nell’impostazione e emozionanti nell’ascolto, che ben descrivono il mood e le doti del quartetto.

L’opener As Seven Through The Eyes Of The Prophet inizia cupa e opprimente, con un’intro che sembra farci entrare in una dimensione mistica infernale fatta di rintocchi e voci eteree, per poi esplodere in un mid-tempo tipico del black metal anni ’90, dove nessuno dei componenti si risparmia nella sua violenza. Il mastering del disco, di ottima qualità sonora, aiuta le atmosfere mortifere ad ammaliare e coinvolgere l’ascoltatore in ogni passaggio, soprattutto grazie al lavoro di Cernunnus. Non è solo la sua chitarra fredda e tremolante a rendersi protagonista, ma anche le parti sintetizzate di matrice dark ambient presenti, non a caso, in Det som en gäng var (det kommer aldrig igen), traccia che, avendo lo stesso nome del capolavoro di Burzum, porta avanti la tradizione in questo senso: pur essendo aggressiva, (più delle altre nelle sue ritmiche) le linee di synth si rendono essenziali nell’arricchire l’atmosfera malsana nella sua essenza, ma che diventa eterea grazie ad esse. Altro episodio memorabile è Länge leve den ansiktslöse mördaren che, dopo un inizio di affascinante angoscia, si rende di nuovo crudo e violento in un crescendo imperioso composto da un basso perfetto, riff di chitarra maestosi, scream aggressivi e linee di synth pregevoli.

Il giusto rapporto tra bellezza e violenza in un equilibrio irrequieto. Così si potrebbe riassumere il concetto che caratterizza gli Høstsol e la loro impresa raggiunta in questo album. La band suona un black metal che attinge molto dai maestri del passato, ma che allo stesso tempo se ne discosta fortemente grazie a quei momenti lugubri ben ricercati. Ciò che impressiona di più di Länge Leve Döden è proprio la sua doppia anima: cattiva da un lato e romantica dall’altro, capace di farci viaggiare in una montagna russa di emozioni che ci trasporta in una dimensione fatta di desolazione eterna. Poche band sono state capaci di arrivare a questo obiettivo, e gli Høstsol ci sono riusciti alla grande.

Miglior brano: Länge leve den ansiktslöse mördaren

Voto: 8,5

Classificazione: 8.5 su 10.

TRACKLIST:

  1. As Seen Through the Eyes of the Prophet
  2. Det som en gång var (det kommer aldrig igen)
  3. Länge leve den ansiktslöse mördaren
  4. Din skördetid är nu kommen
  5. Parallellt dubbelliv

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