• Band: OBITUARY
  • Durata: 44:57
  • Data di uscita: 13 gennaio 2023
  • Etichetta: Relapse Records

Gli Obituary non possono essere certo definiti novellini, né una band che non è consapevole dei propri mezzi. Nel corso della loro carriera, hanno dimostrato al mondo intero cosa significa nel suo significato più ristretto il termine “death metal”, e capolavori come Slowly we Rot, Cause of Death e The End Complete sono ancora lì, nella cerchia dei lavori fondamentali di questo genere. Col passare del tempo, la band di John Tardy è andata avanti mantenendo la propria identità, senza stravolgere la sua formula stilistica e senza cambiare il suo profilo, sempre fedele a quella vecchia scuola floridiana fondamentale per la musica estrema: testimonianza diretta di questo aspetto sono gli album più recenti come Inked in Blood e l’omonimo Obituary, ma ancor di più lo è proprio l’ultimo Dying of Everything. D’altronde, cosa chiedere ad una band come gli Obituary nel 2023? Probabilmente il bellissimo artwork di Mariusz Lewandowski, artista che di solito si ricollega a band deathcore o funeral doom, ha un po’ sorpreso a primo impatto, ma in un secondo momento, la risposta è apparsa ovvia: non serve pretendere un’innovazione a 360 gradi del loro stile, basterebbe apprezzarli secondo la loro filosofia riassunta in una frase in particolare, ovvero “formula vincente non si cambia”.

Barely Alive dà il via alle danze e con il suo andamento thrashy ci porta in una dimensione di slayeriana memoria, non solo per le ritmiche guidate dalla batteria di Donald Tardy e dal basso di Terry Butler, ma anche per gli assoli veloci e fulminanti che provengono dalle asce di Kenny Andrews e Trevor Peres. Si prosegue con la convincente The Wrong Time, tra i singoli presentati in anteprima, meno rapido, ma con riff massicci, mentre Without a Conscience ci riporta indietro al 2005, precisamente a Frozen in Time, album in cui la band si è avvicinata più a sponde hardcore dai ritmi pesanti e cadenzati. Nella traccia, infatti, la struttura è proprio quella che ci si potrebbe aspettare ad esempio in Blindsided: mid-tempo spaccacollo con strofa e ritornello intervallati da passaggi strumentali poderosi e granitici. La successiva War, arricchita da effetti cinematografici in apertura, torna a pestare sull’acceleratore, esattamente come la title-track, pezzo degno del loro repertorio old school. My Will To Live e Weaponize the Hate prendono le redini del disco senza aggiungere niente di nuovo, per poi lasciare spazio alle conclusive Torn Apart e Be Warned, quest’ultima particolare sia nel suo minutaggio più lungo, sia nel suo andamento più vicino al doom e allo stoner.

Finisce così l’undicesimo capitolo della discografia degli Obituary, con un risultato assolutamente ottimo. Non raggiungerà certamente gli standard dei primi album, ma se paragonato con gli ultimi, può essere definito come uno dei migliori: non esistono momenti di noia, nonostante la sensazione del “già sentito” possa essere predominante, e questo dimostra il grande stato di forma di questi colossi che non hanno la minima intenzione di fermarsi, ma anzi, sono ancora volenterosi di dire la propria in un genere di cui loro stessi sono considerati padri fondatori. 

Miglior brano: The Wrong Time

Voto: 7,5

Classificazione: 7.5 su 10.

TRACKLIST:

  1. Barely Alive
  2. The Wrong Time
  3. Without a Conscience
  4. War
  5. Dying of Everything
  6. My Will to Live
  7. By the Dawn
  8. Weaponize the Hate
  9. Torn Apart
  10. Be Warned

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