• Band: NILE
  • Durata: 52:00
  • Data di uscita: 24/05/2005
  • Etichetta: Relapse Records

I Nile non hanno certamente bisogno di presentazioni: da ormai quasi trent’anni si sono imposti nella scena estrema mondiale grazie ad uno stile inconfondibile. Il death metal della band di Greenville, brutale, tecnico e colmo di atmosfere ambient e folkloristiche, rappresenta un unicum nel metal estremo, non solo per la parte prettamente tecnico-strumentale, ma anche per il songwriting, incentrato maggiormente sulla mitologia e la cultura egizia. Con un approccio così complesso e particolare che mai nessuno aveva sperimentato, la band ha costruito il suo status di culto tramite i primi tre album Amongst the Catacombs of Nephren-Ka (1998), Black Seeds of Vengeance (2000) e In Their Darkened Shrines (2002) che confermarono il talento al di fuori della norma degli americani. Giunti al 2005, i Nostri erano pronti al capitolo cruciale della loro discografia, quello che aveva il compito di consolidare la loro ascesa come punto di riferimento mondiale verso le nuove reclute. E l’obiettivo riuscì perfettamente: Karl Sanders (voce, chitarra) e i membri storici Dallas Toler-Wade (voce, chitarra) e Jon Vesano (basso, voce) erano alla ricerca di un batterista degno di sostituire Tony Laureano, fino ad allora colonna portante ritmica della band, e la scelta ricadde sull’allora ventiseienne George Kollias, che riuscì ad innalzare il già elevatissimo livello tecnico di cui tutti i componenti disponevano. Così, con la line-up più solida della loro storia, i Nile sfoderarono un lavoro che fece tremare l’intera scena death metal: Annihilation of the Wicked.

La formula rimane quasi la stessa, con le tre voci gutturali alternate tra il growl incisivo di Toler-Wade al più maligno di Vesano, entrambi che si bilanciano con quello più intenso e terremotante di Sanders, che rende perfettamente nelle parti più lente del disco e che si coordina alla perfezione con gli altri. Il riffing si evolve in strutture più incisive, rendendo comprensibili sia gli assoli fulminanti che le melodie armonizzate in misura maggiore rispetto ai precedenti capitoli. Ma è il drumming di Kollias ad essere la vera rivelazione del disco: la caratteristica principale che lo differenzia da molti altri batteristi estremi è la sua creatività, non limitandosi solo ai blast beats o alla doppia cassa, tratto tipico della band, ma destreggiandosi nei fill fulminei, nelle rullate continue e nei cambi di tempo perfettamente dettati da pennellate coordinate tra piatti e timpani.

La somma di queste abilità compositive si nota in brani duri e mastodontici come Cast Down The Heretic e la sontuosa Sacrifice Unto Sebek, entrambe che viaggiano sulla velocità, sulla violenza e su una brutalità travolgente, smorzate dall’epica intro di User-Maat-Re, in cui la sezione ritmica di Kollias viene accompagnata da scale chitarristiche di ascendenza mediorientale, al fine di rendere atmosferico un brano che di per sé si muove su coordinate del brutal death metal made in USA, così come The Burning Pits Of The Duat, soffocante e opprimente, che non lascia scampo all’ascoltatore nella sua pesantezza. Dopo l’ennesima cavalcata mastodontica anche nel suo nome (Chapter Of Obeisance Before Giving Breath To The Inert One In The Presence Of The Cresent Shaped Horns) i Nile continuano a sperimentare soluzioni sempre più estreme, anche se Lashed To The Slave Stick sembra distendere per un attimo le ritmiche per dare più spazio alle chitarre. E dopo la strumentale Spawn Of Uamenti, giunge il duo finale formato dalla title-track e Von Unaussprechlichen Kulten, altri due episodi intrisi del death metal più epico e brutale: la prima si impone con la sua violenza, mentre la seconda, verso la fine, sfuma tra le parole, i suoni e le immagini di un culto studiato minuziosamente.

La consacrazione dei Nile è definitivamente arrivata: Annihilation of the Wicked, in un vortice di violenza, momenti atmosferici, testi di antichi manoscritti ed elevata precisione tecnico-compositiva, resta uno dei lavori più inediti, autorevoli e ricchi di inventiva mai conosciuti nel technical/brutal death metal, dimostrando il loro talento innato nella realizzazione di una musica energica e maestosa.

Miglior brano: Cast Down the Heretic

Voto: 8,5

Classificazione: 8.5 su 10.

TRACKLIST:

  1. Dusk Falls upon the Temple of the Serpent on the Mount of Sunrise
  2. Cast Down the Heretic
  3. Sacrifice unto Sebek
  4. User-Maat-Re
  5. The Burning Pits of the Duat
  6. Chapter of Obeisance Before Giving Breath to the Inert One in the Presence of the Crescent Shaped Horns
  7. Lashed to the Slave Stick
  8. Spawn of Uamenti
  9. Annihilation of the Wicked
  10. Von Unaussprechlichen Kulten

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