MILANO, Legend Club – 18/10/2022

Il 18 ottobre Milano sembra quasi New York per gli spettacoli che offre: al Teatro Dal Verme ci sono gli Uriah Heep per celebrare 50 anni di carriera, mentre allo Slaughter Club di Paderno Dugnano ci sono gli Hypocrisy accompagnati dai Septicflesh in un evento all’insegna del death metal melodico. E come se non bastasse, a completare la serata degli appuntamenti imperdibili, al Legend Club ci sono i Vektor, una delle migliori band del panorama metal moderno. L’ultimo concerto italiano dei thrashers risale alla Festa Bikers del 2016 organizzata a Cologno al Serio, nei pressi di Bergamo, e da allora, complice anche la pandemia, l’organizzazione di un tour europeo slittò in continuazione. Finché, dopo tanta pazienza e vicende di ogni genere, la band dell’Arizona è riuscita ad imbarcarsi per un tour che comprende anche l’Italia con gli olandesi Cryptosis e gli svizzeri Comaniac e Algebra. Ben quattro gruppi, tutti affini ma dalla loro precisa peculiarità, per un evento all’insegna del thrash metal più tecnico e cervellotico che sia mai stato elaborato. Non è di certo un giorno della settimana comodo per tutti, essendo un martedì, eppure la gente che arriva al Legend Club proviene numerosa da tutta Italia, a dimostrazione che l’evento che sta per iniziare riserverà uno spettacolo unico per tutta la serata.

ALGEBRA

Ore 19:20. Il Legend Club accoglie la prima fetta di pubblico della serata e, come da programma, ad aprire le danze ci sono gli Algebra. La carriera degli svizzeri va avanti da ormai 14 anni, in cui hanno collezionato una demo, un EP e ben quattro full-length. L’ultimo di questi, Chiroptera, è stato la base della loro esibizione, al fianco di un paio di canzoni estratte dai lavori precedenti. Lo spettacolo offerto dalla band si dimostra l’incipit perfetto dell’evento, nonostante la loro presenza sul palco sia alquanto statica nell’appeal e nel coinvolgimento. I componenti, soprattutto il frontman Ed Nicod, riescono bene non solo a riproporre il loro stile tecnico, ma anche a renderlo più violento e incisivo, scatenando i primi headbanging della serata.

SETLIST ALGEBRA:

The Fallen
Resuscitation
Kleptomaniac
Inner Constraints
Accomplice
Crook
Chiroptera
Suspect

COMANIAC

Dopo una buona mezz’ora di pausa, ecco che salgono sul palco gli altri svizzeri presenti nella line-up dell’evento. I Comaniac si presentano al pubblico con tutte le intenzioni di intrattenere, di scaldare l’atmosfera e di mostrare il loro talento e le loro potenzialità. Obiettivi portati a termine tutti alla perfezione: Jonas Schmid si presta benissimo nel suo doppio ruolo di cantante e chitarrista, duettando con Valentin Mössinger nella violenza fedele alle registrazioni in studio. Il livello di tecnicità, rispetto ai connazionali Algebra, sembra essere più elevato nella loro proposta, e lo dimostrano la precisione chirurgica di Stefan Häberli dietro le pelli e del turnista Fabian Völker, munito di basso a sei corde. La scaletta scorre principalmente tra i brani estratti dall’ultimo Holodox, ma anche i pezzi dei primi album contribuiscono a migliorare la sostanza di un concerto di ottima fattura, in cui i quattro spingono fino al gran finale affidato a 1, 2 Rage che accompagna all’esibizione della prossima band.

SETLIST COMANIAC:

Coal
Secret Seed
Holodox
Art Is Dead
The New Face of Hell
Narcotic Clan
Head of the Snake
1, 2, Rage

CRYPTOSIS

La scena adesso spetta alla penultima band della serata: i Cryptosis. Il trio composto da Laurens Houvast (voce, chitarra), Frank te Riet (basso) e Marco Prij (batteria) nasce dalle ceneri dei Distillator, nome con cui i Nostri si erano fatti conoscere grazie a due album che hanno confermato il loro talento e le loro abilità. Sotto l’attuale moniker, i musicisti hanno dato alla luce un solo album dal titolo Bionic Swarm, che già lascia intravedere il profilo e la proposta di questa nuova entità musicale: un thrash metal tecnico, veloce, cervellotico, di pregevole fattura se si considera ogni singolo elemento, ma molto complicato se lo si ascolta nella sua totalità. Sarebbe impossibile, almeno sulla carta, rendere in studio come in live con queste premesse, ma i Cryptosis dimostrano l’esatto contrario. Con due schermi posti ai lati del palco che proiettano immagini di accompagnamento, i ragazzi entrano in scena sulle note di Overture 2149, traccia di apertura dell’album, per poi esplodere in un’esibizione a dir poco impeccabile: la sinergia tra gli strumenti è precisissima e senza sbavature, come se i musicisti non fossero tre, ma addirittura il doppio. Nella sequenza dei pezzi suonati, tra cui spiccano Death Technology e Conjuring the Egoist, non si percepisce minimamente un calo di prestazione da parte della band, capitanata da un Houvast in stato di grazia che riesce a tenere ottimamente la scena grazie anche a un’aggressività tipica di chi sui palchi ci suona da una vita. Le diverse influenze old school da cui i Nostri attingono sono chiare, specie quando riescono a rendersi più rocciosi in stile Slayer, ma la perizia tecnica di cui dispongono mette ancor più in risalto il loro talento e il loro approccio inedito verso un genere che, il più delle volte, viene considerato chiuso in sé stesso. Dopo aver concluso con l’ultima Flux Divergence, i Cryptosis lasciano il palco tra gli applausi di un pubblico soddisfatto e pronto per godersi l’atto finale di questa serata intensa.

SETLIST CRYPTOSIS:

Overture 2149
Decypher
Death Technology
Prospect of Immortality
Transcendence
Perpetual Motion
Conjuring the Egoist
Game of Souls
Mindscape
Flux Divergence

VEKTOR

Non c’è dubbio su quale sia il momento più atteso della serata, e finalmente è arrivato. La folla riempie il Legend quasi nella sua interezza, in trepida attesa per l’entrata in scena dei Vektor, che ormai sono pronti a salire sul palco. I consensi che hanno raccolto durante la loro carriera si sono sprecati, non solo per il loro talento innato, ma anche e soprattutto per essere stati capaci, tramite l’ultimo Terminal Redux, di confermare il vertiginoso livello tecnico-compositivo di Black Future e di Outer Isolation e di superarlo con idee inedite e coraggiose che hanno stravolto qualsiasi schema. Nessuno, più di loro, ha dimostrato che il thrash metal è un genere in grado di evolversi, se non solo i Voivod, da cui hanno appreso molti dei loro insegnamenti per renderli ancor più originali. Con queste premesse, chiunque sia presente al Legend Club non vede l’ora di assistere al loro show, che dopo un lungo soundcheck, può finalmente iniziare. Introdotti da una melodia sci-fi che rispecchia la loro dimensione concettuale, David DiSanto irrompe sul palco con i suoi ragazzi per scuotere il Legend con una scaletta che, come ci si aspettava, si concentra maggiormente sul loro capolavoro. In poco tempo, tutti vengono catapultati in un viaggio nello spazio introdotto da Charging the Void, brano che definire pazzesco sarebbe riduttivo, espresso alla grande dalle asce di DiSanto e Erik Nelson. Vale la pena sottolineare l’ottimo lavoro della sezione ritmica, guidata dalle new entry Stephen Coon (basso) e Mike Ohlson (batteria), che non sbagliano nessun passaggio mantenendosi precisi in ogni attimo. Durante LCD (Liquid Crystal Disease), sembra addirittura di assistere ad una registrazione in studio: nessuno, nei passaggi più complessi, si perde, né sbaglia una nota, andando avanti nelle strofe complesse con una facilità inaudita. Non deludono neanche i pezzi tratti dagli altri album quali Black Future e Tetrastructural Minds, in cui si apprezzano i magistrali intrecci di riff della coppia DiSantoNelson, con il secondo emozionato dal calore del pubblico. E dopo aver concesso un po’ di spazio alla nuova Dead by Dawn, i Nostri tornano a far emozionare gli spettatori facendoli immergere nuovamente nella dimensione di Terminal Redux grazie a Collapse e soprattutto a Recharging the Void. E proprio quando i musicisti sembrano aver finito la loro esibizione, la folla li richiama a gran voce ancora per un ultimo brano, che si rivelerà poi essere Asteroid.
Così, i Vektor se ne vanno tra gli applausi di un pubblico che non ha mai smesso di incitarli, consapevoli di aver regalato una serata di Musica con la M maiuscola. Non si sa quando torneranno, né se incideranno un altro disco, ma in entrambi i casi si spera possa avvenire il prima possibile.

SETLIST VEKTOR:

Charging The Void
LCD – Liquid Crystal Disease 
Black Future
Dead By Dawn
Tetrastructural Minds
Collapse
Recharging The Void
Asteroid (encore)

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