• Band: INTERNAL BLEEDING
  • Durata: 41:44
  • Data di uscita: 10 ottobre 1995
  • Etichetta: Pavement Music

La scena underground di New York ha sempre regalato gruppi che, con il passare del tempo, sono diventati imprescindibili per il death metal e i suoi sottogeneri. Basti pensare agli abissali Incantation, ai tumultuosi Immolation, ai violentissimi Mortician e ai maestri del brutal death, i Suffocation, per descrivere al meglio la corrente del New York Death Metal, ormai riconoscibile in questi gruppi che, in un modo o nell’altro, hanno dettato intorno ai primi anni ’90 stilemi nuovi e complessi verso un genere in via di affermazione. C’è da dire, però, che la scena death newyorkese è caratterizzata da molte altre band che, seppur meno conosciute, sono state incisive quanto le prime esponenti sopra citate (se non anche di più), e due nomi che devono essere menzionati sono assolutamente i Pyrexia e nientemeno che la band presentata proprio in questa recensione: gli Internal Bleeding.
Il gruppo, fondato nel 1991, comprendeva nel nucleo iniziale Chris Pervelis (chitarra), Anthony Miola (chitarra), William “Bill” Tolley (batteria) e Eric Wigger (voce), i quali, nella piena tradizione underground, rilasciarono tre primi demo che lasciavano intravedere già dell’ottimo potenziale in una band ritenuta ancora inesperta. Pochi anni dopo, Wigger lascia la band, determinando un cambio di formazione non indifferente: al fianco del bassista Brian Hobbie, subentrerà il nuovo singer Frank Rini, riconosciuto come uno dei growler più versatili di tutto il panorama estremo. Ed è proprio da qui che gli Internal Bleeding faranno il vero salto di qualità, pubblicando con questa formazione il primo full-lenght che rimarrà una delle vette più alte della loro carriera: Voracious Contempt, l’album precursore dello slam.

È questa la motivazione per cui, ancora oggi, viene riconosciuto con così tanta importanza. Seppur con svariate aggiunte di velocità e tecnicità, l’intero lavoro si concentra su solchi e riff intensi suonati su ritmi e metri mutevoli. Al tempo, si trattava di un approccio diverso dal classico death metal, combinando i ritmi caratteristici del genere e il veloce basso con influenze New York Hardcore e il classico brutal death di derivazione Suffocation, producendo un risultato incisivo ed impressionante che farà scuola in tutta la branca estrema del metal.
Basta imbattersi già nella prima Languish in Despair, introdotta da una strana melodia criptica, per essere assaliti dalla violenza degli Internal Bleeding. Dopo appena un minuto, le ruvide chitarre iniziano il proprio assalto con la veloce e cadenzata batteria di Tolley, donando delle ritmiche impeccabili su cui Rini si erge con il suo growl inimitabile. Ciò che colpisce di questa prima traccia, è l’assetto stilistico: i cambi di tempo improvvisi e i breakdown pesantissimi, riescono ad essere sempre accentuati perfettamente, merito anche del basso di Hobbie che in fase di accompagnamento risulta essere sempre il valore aggiunto di questo album. Discorso che si ripete nella distruttiva Anointed in Servitude, perfettamente equilibrata tra accelerazioni al cardiopalma e rallentamenti perfetti, merito di un Bill Tolley strepitoso che si destreggia bene tra blast beats e doppia cassa fragorosa. Reflection of Ignorance, invece, si sposta su coordinate più groovy, complici i continui breakdown che accentuano la rigidità dei riff, ma allo stesso tempo, non disdegna passaggi più veloci, esattamente come le successive Epoch of Barbarity, in cui è visibile una chiara influenza dei Suffocation, Gutted Human Sacrifice, ricca di riff pesanti e contorti, e God of Subservience. Superata la metà, il disco entra nella sua parte più viva regalandoci i brani migliori. Prophet of the Blasphemes è il primo di questi, se non il migliore in termini di struttura: si parte da un’intro terremotante che carica la batteria verso i suoi blast beats che si abbattono sull’ascoltatore. La strofa che segue, procede cadenzata, per poi arrivare verso la metà in un’accelerazione che sfocia in un breakdown pesante e opprimente. Dopodiché, la canzone riprende il suo passo, fino ad arrivare ad una corsa letale di riff e blast beats che la accompagnano nel suo finale. Molto simili, Humanicide e la grande hit Inhuman Suffering, proseguono allo stesso passo, presentando entrambe un ritornello ben orecchiabile e cadenzato. Infine, l’ultima Despoilment of Rotting Flesh, chiude il lavoro senza aggiungere niente di nuovo, ma donando solamente un’ulteriore dose di violenza nella più bella tradizione brutal death e affievolendosi in un finale criptico.

Rabbia, violenza e aggressività. È così che gli Internal Bleeding si sono fatti conoscere nel ricco panorama estremo. Voracious Contempt è un vero e proprio gioiello. Capaci al tempo stesso di rinnovarsi, di esplorare nuovi orizzonti e di riproporre sé stessi con un dinamismo unico, i newyorkesi riescono a compiere un’impresa all’interno di un genere che tende pericolosamente a conformarsi e ad arenarsi intorno a quella stessa violenza che l’ha partorito. Non a caso, questo è l’album che, seppur caratterizzato da una forma primordiale di brutal death, ha generato centinaia di nuove reclute che, basandosi su tali stilemi, hanno dato vita allo slam. I critici inizialmente non apprezzarono, né capirono l’approccio stilistico della band, ma il tempo ha dato ragione solo agli Internal Bleeding, che ancora oggi rimangono sottovalutati. Non sono da trascurare neanche gli album successivi (tra i quali Imperium) portati avanti con grande passione e dedizione, nonostante una carriera travagliata, tra continui scioglimenti e la morte di Tolley (divenuto tenente dei vigili del fuoco del dipartimento di New York e scomparso in seguito ad un incidente sul lavoro), ma per comprendere al meglio questa band è necessario partire proprio da questo album, uno dei più belli in assoluto del metal estremo. Assolutamente un capolavoro da scoprire.

Miglior brano: Prophet of the Blasphemes

Voto: 9

Classificazione: 9 su 10.

TRACKLIST:

  1. Languish in Despair
  2. Anointed in Servitude
  3. Reflection of Ignorance
  4. Epoch of Barbarity
  5. Gutted Human Sacrifice
  6. God of Subservience
  7. Prophet of the Blasphemes
  8. Humanicide
  9. Inhuman Suffering
  10. Despoilment of Rotting Flesh

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