Se nella prima parte sono state presentate le band storiche della scena estrema femminile, in questa seconda parte troveremo quelle più recenti che continuano a portare avanti la tradizione e che, in qualche modo, riescono a conferire al metal estremo un’ulteriore crescita sia a livello stilistico che ideologico.

Nervosa

Le Nervosa sono indubbiamente una delle all-female band più famose al mondo nell’ambito del metal estremo.

La formazione attuale delle Nervosa

Fondato nel 2010 a San Paolo dalla chitarrista Prika Amaral e dalla batterista Fernanda Terra, il gruppo prende forma con Karen Ramos, unitasi come seconda chitarrista. Un anno e mezzo dopo, la Ramos, vivendo al di fuori della metropoli brasiliana, abbandona il progetto per le difficoltà a prendere parte alle prove e agli impegni del gruppo. Al suo posto, quindi, subentra la bassista Fernanda Lira, con cui le Nervosa faranno il vero e proprio salto di qualità.

Nel 2012 la band pubblica la demo Time of Death, producendo per la canzone Masked Betrayer anche un video musicale. Dopodiché, Fernanda Terra lascia la band poco tempo dopo venendo sostituita da Pitchu Ferraz.

Il thrash metal aggressivo a metà strada tra Slayer e Kreator ha permesso alle Nervosa di farsi conoscere rapidamente non solo in Brasile, ma anche nel resto del mondo, tanto da attirare l’attenzione di etichette discografiche importanti come la Napalm Records, che decide subito di offrire loro un contratto discografico.

Così, nel 2013 le brasiliane registrano il primo album Victim of Yourself, prodotto da Heros Trench e Marcello Pompeu dalla band thrash metal brasiliana Korzus, in cui Fernanda Lira si renderà la protagonista indiscussa al comando delle vocals graffiate e aggressive.

Nel gennaio del 2016, con l’ingresso della nuova batterista Luana Dametto, le Nervosa iniziano le registrazioni per il secondo album negli Stati Uniti con l’aiuto del produttore Brendan Duffey, uscendo pochi mesi dopo con il titolo Agony, che continua sulla linea stilistica del precedente.

Nel febbraio 2018, la band realizza il terzo full-length Downfall of Mankind rilasciato poi a giugno, che vede come ospiti in alcune tracce João Gordo dei Ratos de Porão, Rodrigo Oliveira dei Korzus e Michael Gilbert dei Flotsam and Jetsam. Nell’aprile 2020, Fernanda Lira e Luana Dametto lasciano improvvisamente il gruppo per divergenze musicali, ma in rapporti amichevoli, riducendo la formazione ad una sola componente.

Ma Prika Amaral, intenzionata a tener vivo il progetto, decide di sostituire le sue ex compagne e addirittura di allargare il nucleo della band, reclutando la cantante Diva Satanica (dai Bloodhunter), la bassista Mia Wallace (dagli Abbath) e la batterista Eleni Nota.

Come affermato dalla stessa Amaral, la scelta delle musiciste non è stata casuale, in quanto, essendo diventata una formazione internazionale con componenti provenienti da Italia (Mia Wallace), Spagna (Diva Satanica) e Grecia (Eleni Nota), le questioni relative ai viaggi per i tour e le registrazioni funzioneranno molto meglio.

Il 22 gennaio 2021, quindi, le nuove Nervosa pubblicano il quarto album in studio Perpetual Chaos, da cui traspare anche un salto di qualità dal punto di vista compositivo, nonostante la perdita di una cantante versatile e talentuosa come Fernanda Lira.

Questo ha contribuito a dare alla formazione, composta da musiciste esperte e provenienti da band già affermate, un nuovo profilo e un nuovo seguito da parte di un pubblico più ampio, tanto da programmare un tour nel 2022 con i Warbringer. Le Nervosa continuano ad essere riconosciute tra le all-female band più estreme e aggressive a livello mondiale e, nonostante la loro breve carriera, hanno già ottenuto un importante status di culto tra le colleghe.

Crypta

Se si dovesse fare riferimento all’ordine cronologico di nascita, questa band dovrebbe essere menzionata per ultima. Ma se nel precedente capitolo sono state presentate le Nervosa, risulta alquanto logico soffermarsi sulle Crypta.

Da sinistra verso destra: Luana Dametto, Fernanda Lira, Tainá Bergamaschi e Sonia Anubis

Il 25 aprile 2020 Fernanda Lira e Luana Dametto rendono noto, tramite i propri canali social, di aver lasciato dopo ben 9 anni le Nervosa, il progetto che le aveva lanciate nel mondo della musica estrema. Nonostante ciò, dopo appena un mese, le musiciste annunciano di aver formato un’altra band chiamata Crypta con le chitarriste Tainá Bergamaschi (ex Hagbard) e Sonia “Anubis” Nusselder (ex Burning Witches).

Il motivo di questo allontanamento appare chiaro sin da subito: entrambe le fondatrici del progetto vogliono immergersi in una proposta ancor più estrema della loro ex band, virando il loro stile verso il death metal. La voglia di iniziare a produrre nuova musica spinge le brasiliane a cercare subito una label, ed è proprio la Napalm Records che il 16 giugno annuncia la pubblicazione dell’album di debutto della band.

A inizio 2021, quindi, le Crypta entrano nei Family Mob studios di proprietà di Jean Dolabella ed Estevam Romera per registrare Echoes of the Soul, pubblicato l’11 giugno. Il risultato che ne consegue risulta nel complesso efficace, molto vicino al suono realistico degli anni ’90, evitando di essere troppo compatto al contrario di tante produzioni moderne.

Il 20 novembre, dopo aver promosso l’album su tutte le piattaforme musicali, le Crypta hanno tenuto il loro primo concerto al festival Porão do Rock di Brasilia, sia dal vivo che in streaming online. Il 5 aprile 2022, Sonia Anubis annuncia di essersi separata amichevolmente dalla band, che rimane così con sole tre componenti.

Ad oggi, le Crypta sono considerate una delle band di punta del panorama underground brasiliano, continuando ad essere molto attive nella scena estrema con un buon lavoro in bacheca e con esibizioni live convincenti, una delle quali svolte durante l’ultima edizione del Wacken Open Air.

Asagraum

L’Olanda ha avuto sempre una forte tradizione per ciò che riguarda il metal: anche se non ai livelli della Norvegia e della Svezia, la sua scena musicale ha reso noti molti nomi che nel corso del tempo si sono distinti nel filone estremo, specialmente nel death metal.

Anche in tempi recenti, i Paesi Bassi hanno visto nascere numerose formazioni che hanno arricchito il loro patrimonio estremo, ed una di queste sono proprio le Asagraum, una delle all-female band più promettenti dell’intero panorama mondiale.

La formazione completa delle Asagraum

L’idea del progetto nasce nel 2015 da Hanna van den Berg, in arte “Obscura“, decisa nel proporre una formula musicale che attingesse a piene mani dal black metal di derivazione scandinava, senza disdegnare la malvagità degli Inquisition e le melodie dei Carach Angren, compromesso che risulta essere vincente sin dall’inizio.

Affiancata dalla batterista canadese Trish Kolsvart, Obscura stabilisce la prima formazione ufficiale della band a due sole componenti, decisione che si rivelerà definitiva anche in seguito nonostante, nelle esibizioni dal vivo, si affiancherà ad altre musiciste.

Dopo la prima demo intrisa di malvagità e atmosfere maligne, il duo realizza l’album di debutto Potestas Magicum Diaboli con la label finlandese Kvlt, consacrandosi come una delle più sorprendenti rivelazioni in ambito estremo.

Due anni dopo, Trish abbandona il progetto cedendo il posto alla giovane Amber de Buijzer, proveniente dai Sisters of Suffocation, che collabora alla realizzazione del secondo album Dawn of Infinite Fire. Il disco, uniforme, ricco di idee e preciso nella tecnica, può essere considerato una delle uscite più interessanti del 2019, consacrando le olandesi tra le musiciste più abili e sorprendenti dell’intera scena estrema femminile.

Inoltre, sin dall’inizio della loro attività, le Asagraum hanno sempre proposto spettacoli dal vivo coinvolgenti con le componenti live Naga (chitarra), Naamah (basso), e la norvegese Makhashanah (secondo basso), esibendosi in veri e propri rituali maestosi e ipnotizzanti, in vecchio stile black metal, senza tendenze o elementi di spettacolo non necessari.

Le Asagraum durante un concerto nel 2017

La carriera delle Asagraum è ancora lontana dal termine e, dopo aver realizzato lavori di ottimo livello, si conferma una band che ha tutte le qualità per diventare la next big thing della scena underground mondiale.

Konvent

Pur essendo una band recente, le Konvent sono incluse nella lista delle migliori formazioni completamente al femminile che il metal estremo possa offrire, nonché eredi dirette delle Derkéta e delle Mythic, sia per il genere che suonano, sia per l’immagine creata attorno al loro profilo.

L’attuale line-up delle Konvent: Julie Simonsen, Heidi Withington Brink, Rikke Emilie List e Sara Nørregaard

La band si forma a Copenaghen nel 2015, quando Mette Marie List inizia a prendere lezioni di batteria da Nicolai Lomholt dei Dirt Forge.La notizia arriva alla coinquilina di un amico di Lomholt, Heidi Withington Brink, che contatta Mette per chiederle di formare una band.

Heidi, già un’affermata bassista, sognava da sempre di fondare un gruppo musicale dedito al metal estremo, ma tutti i musicisti (in prevalenza uomini) a cui chiede di unirsi non hanno tempo per dedicarsi ad un nuovo progetto. Così, le due ragazze colgono l’opportunità ideale per esercitarsi e scrivere musica insieme, cercando nel frattempo una chitarrista che, in quel periodo, sembra difficile da trovare.

Heidi chiede quindi consiglio ad Alexander Kolby, anche lui dei Dirt Forge, che a sua volta suggerisce l’idea alla sua ragazza Sara Nørregaard, chitarrista di buona esperienza, la quale accetta subito di far parte del progetto. A questo punto manca solo la cantante, e la scelta ricade su Rikke Emilie List, sorella di Mette, che proprio in quel periodo frequenta lezioni di canto estremo.

L’alchimia creatasi tra le quattro ragazze è stata efficace sin dal primo momento, e la prima volta che si incontrano in sala prove si rivela subito quella giusta per formare ufficialmente la loro band: le Konvent.

La copertina di Puritan Masochism

Dopo due anni, Mette lascia il gruppo per proseguire i suoi studi, ma viene subito rimpiazzata dalla diciottenne Julie Simonsen, batterista di grande talento che impressiona subito le altre componenti durante un’audizione.

La formazione definitiva della band è ormai stabilita e le Konvent iniziano a comporre brani di metal estremo basandosi sul genere del death/doom e ispirandosi a maestri come Candlemass, Incantation e Paradise Lost, ma trasformandolo in uno stile più innovativo.

Nel gennaio 2018 arriva la consacrazione definitiva: le ragazze si esibiscono nell’evento When Copenhell Freezes Over, a Copenaghen, a cui casualmente assiste un esponente della Napalm Records, Thorsten Harm, che dopo aver notato la loro performance decide di offrire loro un contratto discografico.

Ora la strada è in discesa per le Konvent, che sono pronte per il loro primo album in studio. E così, dopo due anni, realizzano Puritan Masochism, dalle atmosfere claustrofobiche, che scorre nei suoi quasi cinquanta minuti cupo e profondo grazie a una produzione di ottimo livello che calibra i suoni e la tecnica in ogni passaggio.

Le danesi ricevono il meritato successo e, dopo l’acclamato debutto, sono pronte per fare il salto di qualità. La pandemia, la cancellazione degli show e la crisi totale del settore della musica dal vivo spingono le ragazze a creare un secondo album che le introduce tra le migliori band femminili del metal estremo: Call Down The Sun, uscito a marzo 2022.

L’album vede la band di Copenaghen ancor più aggressiva e ricca di idee, aggiungendo al death/doom derketiano un pizzico di post-metal e persino elementi prog, come accade nel brano “Harena” arricchito dai passaggi di violino e violoncello di Felix Havstad.

Dal primo all’ultimo secondo, l’album si rivela all’altezza dei migliori nomi usciti negli ultimi anni nell’ambito death/doom, proiettando le Konvent verso una carriera da assolute protagoniste.

Feminazgûl

Tra tutte le band presentate nell’articolo non poteva non essere menzionata quella che, seppur formatasi dopo rispetto alle altre, ha donato un’ulteriore, diversa sfaccettatura al metal estremo femminile: le Feminazgûl.

Le Feminazgûl

Il progetto fondato ad Asheville, Carolina del Nord, ruota attorno a Margaret Killjoy, scrittrice transgender di romanzi di genere horror e steampunk appassionata di musica estrema, in particolar modo di metal, crust punk e elettronica. Inoltre, è riconosciuta per le sue ideologie fortemente femministe, antifasciste e anarchiche, che l’hanno spinta a trascorrere gran parte della sua vita prima come squatter e vagabonda, per poi costruirsi, alla fine degli anni 2010, una piccola capanna sui monti Appalachi in completa solitudine.

Appare dunque chiaro che una personalità così turbolenta, dinamica e ricca di idee possa creare una dimensione artistica basata sul suo modo di essere e sulle sue abilità. Così, nel 2018, la Killjoy unisce le sue doti da scrittrice, la sua passione per l’horror/fantasy e i suoi pensieri politici in un’unica entità musicale: Feminazgûl.

Il nome, infatti, lo si comprende subito essendo l’unione delle parole “feminazi“, termine dispregiativo usato dai conservatori per riferirsi alle femministe radicali, e “nazgûl“, creature immaginarie della saga de Il Signore degli Anelli.

E il suo amore nei confronti di J.R. Tolkien lo rende esplicito con il titolo del suo primo EP The Age of Men Is Over, famosa citazione presente all’interno della trilogia, ma anche un chiaro riferimento verso le sue ideologie femministe. La scelta stilistica, come ci si può ben aspettare, ricade sul black metal, che non rimane ancorato alla sua forma classica, ma viene arricchito da una serie di influenze atmosferiche che ricordano i Summoning e i connazionali Caladan Brood, rendendosi unico nella sua sperimentazione.

Nel 2020, Margareth decide di ampliare le dimensioni del progetto, rendendolo una band vera e propria grazie all’aggiunta di Laura Beach come cantante e Meredith Yayanos come violinista e suonatrice di theremin. Con una formazione ormai solida e ricca di nuovi strumenti, le ragazze sono pronte a dar vita ad un altro grandioso capitolo della loro discografia: il primo e fin ora unico full-length No Dawn For Men, dal titolo a carattere esplicativo come il precedente EP, ma dal contenuto ben più profondo e complesso.

In questo debutto il black metal atmosferico si fonde con ritmiche spezzate, riff graffianti, pianoforti soavi e intermezzi melodici mozzafiato, che gli conferiscono un’identità unica nel suo genere.

Dopo aver dato alla luce l’ultimo singolo A Mallacht nel 2021, le Feminazgûl hanno dato un’ulteriore dimostrazione del loro talento, affermandosi come una delle band più sorprendenti in ambito femminile e una delle più promettenti del metal estremo.

Progetti solisti

Per concludere questo lungo elenco di band estreme femminili, è opportuno citare anche alcuni progetti formati da una sola componente.

È il caso di Myrkur, progetto solista della danese Amalie Bruun, che ha dato vita ad uno stile atipico di black metal grazie a M, il suo primo disco, fondendolo con la melodia che caratterizza non solo la sua voce, ma anche il suo modo di esprimersi a livello sia estetico che artistico, con riff semplici, immediati e di matrice blackgaze.

Non è di certo un black metal malvagio quello suonato da Myrkur, che comunque si rende più oscuro nel secondo album Mareridt del 2017, mentre in Folkesange si mostra in una forma più acustica.

Altro progetto solista da non sottovalutare è Vouna, alias Yianna Bekris. Sebbene durante i suoi live si esibisca con altri musicisti, la realizzazione degli album Vouna (2018) e Atropos (2021) è il risultato delle sue abilità, che la rendono una delle musiciste più interessanti nel panorama estremo femminile.

La sua provenienza geografica, riscontrabile in Olympia (Washington), fa intuire facilmente la sua direzione stilistica e concettuale, tipica del Cascadian Black Metal e dei suoi principali esponenti, come Wolves In The Throne Room, Agalloch e Uada.

Un nome importante, inoltre, è quello di Hulder. La mente dietro a questo progetto è Marliese Beeuwsaert, musicista belga trasferitasi negli Stati Uniti, che ha deciso di portare avanti la tradizione del suo paese d’origine.

Infatti, nonostante si sia formata artisticamente sempre nella zona nord-occidentale degli USA, i temi da lei trattati riguardano per lo più il medioevo e il folklore belga, soprattutto nel debutto su full-length Godslastering: Hymns of a Forlorn Peasantry, che nello stile ricorda i Dimmu Borgir degli esordi con qualche sfumatura più gothic.

Infine, una menzione degna di nota la merita Nachtlieder. La one-woman band della svedese Dagny Susanne Hansson è in attività sin dal 2008 e conta ben tre full-length: l’omonimo Nachtlieder (2013), The Female of the Species (2015) e Lynx (2018).

Tra le liriche che esaltano la desolazione e la solitudine, la musicista propone un black metal simile ai connazionali Dark Funeral, rendendolo più atmosferico, malinconico e profondo. E dopo la realizzazione di altri due EP sembra che il progetto sia pronto per dar vita ad altri lavori sempre più innovativi.

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