Il mondo del metal è sempre stato associato alla dimensione maschile. Si parla di Bruce Dickinson, James Hetfield e Ozzy Osbourne quando ci si riferisce all’ambito più mainstream, e questa visione diventa ancor più radicata se ci si sposta verso l’estremo. Nel death metal, come anche nel black, le band che vengono in mente a primo impatto sono i Death di Chuck Schuldiner, gli Obituary di John Tardy, i Cannibal Corpse di Corpsegrinder o i Darkthrone di Fenriz e Nocturno Culto.

D’altronde, imbattersi in questi generi e i loro derivati richiede tecniche vocali non indifferenti, oltre che un’eccellente abilità con gli altri strumenti, e nell’immaginario collettivo è impensabile trovare donne che riescano ad essere in linea con queste abilità.

Ma la realtà racconta una storia diversa: non solo vi sono donne che, oltre a competere egregiamente in un mondo ritenuto dai più maschile, hanno dalla loro parte innate doti canore e strumentali, ma è proprio grazie a loro che il metal estremo riesce a tenere alto il suo nome e la sua vitalità.

Come suggerisce il titolo stesso, la ricerca per la realizzazione di questo articolo non si è soffermata sulle frontwoman di band composte anche da uomini, come ad esempio nel caso degli Arch Enemy di Alissa White-Gluz, bensì sulle formazioni interamente al femminile che hanno fatto la storia del metal estremo e che, ancora oggi, sono considerate veri e propri pilastri. Per iniziare, ecco le artiste attive già da prima del nuovo millennio.

Derkéta

Non c’è alcun dubbio di quale sia la prima formazione interamente al femminile della storia del metal estremo: le Derkéta.

Le Derkéta

La band nasce ufficialmente nel 1988 a Pittsburgh, in Pennsylvania, grazie a Sharon Bascovsky (voce e chitarre) e Terri Heggen (batteria). Il debutto ufficiale del duo risale al 1989, con un demo composto da due brani: The Unholy Ground e Time of Awakening, dai quali traspare un death/doom viscerale che prende ispirazione da band contemporanee come Immolation, Incantation, Winter e Necrovore.

Dopo il secondo demo pubblicato nel 1990 con il nome di The Unholy Ground, le Derkéta ricevono molte attenzioni da varie etichette discografiche, tra cui la Seraphic Decay Records, grazie alla quale registrano il terzo demo Premature Burial. Lo status delle Derkéta diventa sempre più solido all’interno della scena underground, soprattutto quando si aggiunge come terza componente la bassista Mary Bielich.

Dopo poco tempo, però, Terri e Mary decidono di dedicarsi ad un altro progetto (che scopriremo tra poco) abbandonando la band prematuramente. D’altro canto, Sharon non molla la presa e continua a scrivere nuove canzoni fin quando, dopo una lunga pausa, si unisce al batterista Jim Sadist dei già affermati Nunslaughter per registrare tre nuovi brani, due dei quali sono stati inseriti nello split proprio con i deathsters pubblicato nel 1999.

Nel 2003, la band rilascia una compilation dal nome Goddes of Death, in cui vengono inserite due tracce inedite, ovvero Your Rotting Flesh e Spirits in The Morgue, quest’ultima registrata con la bassista Heather Harris che diventa temporaneamente parte della formazione.

Gli anni successivi sono molto travagliati per la band, che subirà un lungo periodo di stop fino al 2012, quando Terri Heggen e Mary Bielich tornano assieme alla nuova bassista Robin Mazen per incidere il primo e fin ora unico full-length In Death we Meet, con il quale sono rimaste devote al sound di oltre vent’anni prima riproponendolo al meglio delle loro possibilità.

Mythic

Le Mythic si formano all’inizio del 1991, quando la chitarrista Dana Duffey contatta le Derkéta dopo averle notate in una fanzine underground per chiedere se fossero interessate ad aggiungere un quarto membro. In quel periodo, però, la band di Pittsburgh si era effettivamente sciolta all’insaputa di Dana, che all’epoca viveva a Toledo, in Ohio.

Dana, quindi, decide di recarsi personalmente in Pennsylvania per incontrare proprio le ormai ex musiciste delle Derkéta, ovvero Mary Bielich e Terri Heggen. L’incontro tra le tre si rivela convincente, tanto che Dana si trasferisce dopo appena qualche giorno a Pittsburgh, unendosi subito alle sue compagne e venendo anche designata come cantante e songwriter ufficiale del gruppo.

Da sinistra verso destra: Mary Bielich, Dana Duffey e Terri Heggen

Nel giro di un mese registrano un demo di tre canzoni che iniziano a circolare velocemente nella scena underground locale: The Destroyer, Scarred For Life e Grande Grimoire, da cui si evince l’evidente talento delle tre musiciste, soprattutto di Dana Duffey, capace di intonare un growl cupo e terremotante quasi ai livelli di Craig Pillard e Rami Jämsä.

Le Mythic iniziano così a girovagare per l’intera East Coast, esibendosi in diversi festival anche in Michigan e in Ohio. Sempre nel 1991, registrano un nuovo demo intitolato The Immortal Realm, che riceve in poco tempo una forte promozione e una consistente attenzione da parte di numerose etichette quali la Relapse Records.

Ancora una volta, le Mythic erano desiderose di registrare ed entrarono subito in studio per la realizzazione del nuovo EP Mourning In The Winter Solstice, pubblicato nel 1992 su CD, 45 giri (sia in tradizionale vinile nero che blu limitato) e cassetta.

Poco prima della pubblicazione di questo lavoro, però, le Mythic si separano da Terri Heggen per unirsi a Rick “Slim” Boast che diventa il batterista provvisorio per l’ultimo tour dal vivo, fino a quello che sarebbe stato l’ultimo concerto al leggendario Milwaukee Metalfest.

Qualche mese dopo, quindi, Mary e Dana si separano definitivamente, con quest’ultima che fonderà una nuova band dal nome Demonic Christ (questa volta affiancata da uomini). L’impronta che le Mythic hanno lasciato nel metal estremo è stata a dir poco fondamentale per la nascita di nuove reclute femminili e la loro influenza sarà ricalcata sino agli anni più recenti.

Astarte

Se è vero che gli Stati Uniti sono da sempre una delle terre fertili del metal estremo, lo stesso si può dire per la Grecia che, assieme ai paesi scandinavi, ha sempre mantenuto una forte tradizione per il metal estremo in Europa.

Assieme a gruppi di culto come Rotting Christ, Necromantia e Varathron, il black metal greco conobbe un grande sviluppo anche con un’altra band che, all’epoca, rappresentava un’inedita eccezione: le Astarte.

Le Astarte nel 2005. Al centro spicca Tristessa, la frontwoman della band

Formatasi nel 1995 con il nome di Lloth, la band è composta da Maria Kolokouri in arte Tristessa (basso e chitarre acustiche), Nemesis (chitarre), Kinthia (voce/chitarra) e Psychoslaughter della band death/doom Invocation come batterista di sessione.

Nel maggio 1997 registrano il primo demo ufficiale intitolato Dancing In the Dark Lakes Of Evil, in cui spicca la musica veloce e aggressiva con un’atmosfera da incubo, tipica del black metal di corrente greca. Nel frattempo, il trio cambia nome in Astarte entrando dinamicamente nella scena estrema con l’uscita ufficiale, nel 1998, del primo album intitolato Doomed Dark Years.

L’esordio delle greche scorre grezzo e acerbo, eppure si nota subito come sia stato realizzato con grande ambizione: la lunga struttura dei brani mette in evidenza tutte le idee compositive delle musiciste, tra tastiere cupe, riff di chitarra tremolanti e momenti più melodici che rendono il sound maturo e al passo con i tempi.

Dopo due anni di intenso lavoro, la band ottiene il riconoscimento e il rispetto dei fan nei principali paesi europei e, cavalcando l’onda dell’entusiasmo, realizza subito il secondo full-length Rise From Within, in cui il sound diventa più complesso e atmosferico, ma allo stesso tempo aggressivo e violento.

Nel febbraio 2002 le Astarte tornano all’attacco con un terzo album intitolato Quod Superius, Sicut Inferius: questa volta il sound aggressivo si mescola con melodie più poetiche, rendendosi più vicino al symphonic black metal. Successivamente, la band apporta alcuni cambiamenti alla line-up, con la frontwoman Tristessa (basso, voce, chitarre acustiche) che recluta Katharsis (tastiere) e Hybris (chitarre).

Nel 2004 incidono Sirens, disco che continua la svolta verso sonorità estreme iniziata con l’album precedente, proseguendo sulla stessa linea stilistica con Demonized, caratterizzato da sonorità tendenti al blackened death metal.

La carriera delle Astarte, però, subisce una brusca battuta d’arresto nel 2014, quando Tristessa muore prematuramente dopo aver contratto una grave forma di leucemia. Nel settembre 2014, i membri della prima incarnazione della band (in questo caso tutti uomini) decidono di riformare i Lloth con un nuovo logo che richiama l’attenzione sulla “T” in onore della cantante deceduta.

Kittie

Tornando oltreoceano, questa volta in Canada, c’è un’altra band che ha contribuito a migliorare il movimento femminile del metal estremo: le Kittie.

Il gruppo nasce nel 1996, quando Mercedes Lander (batteria) e Fallon Bowman (chitarra) si incontrano durante una lezione extracurriculare di ginnastica. La sorella di Mercedes, Morgan Lander, diventa la cantante e chitarrista principale, mentre Tanya Candler completa la formazione unendosi come bassista, cedendo però il posto subito dopo a Talena Atfield per finire la scuola superiore.

Nel 1999, le Kittie rilasciano la prima demo tramite la NG Records, attirando l’attenzione del produttore Garth Richardson che decide di occuparsi del gruppo. Così, sempre nello stesso anno, le canadesi danno alla luce il primo full-length Spit, che viene molto apprezzato dalla critica soprattutto per il suo impatto: nessuno pensava che una formazione come le Kittie potesse proporre un sound così duro, a metà strada tra death e nu metal, e questa scelta stilistica crea un ulteriore alone di entusiasmo attorno alle musiciste.

Nel 2001, la Bowman lascia la band definendosi infelice per alcuni avvicendamenti; di conseguenza Morgan Lander prende il controllo di entrambe le linee di chitarra (sia ritmica che solista) e poco dopo, la band realizza il secondo album Oracle, ancor più estremo del precedente grazie ad una combinazione letale di death e thrash metal, che sarà distribuito in oltre 30.000 copie.

Fino al 2004, anno di uscita del terzo album, le Kittie subiscono continui cambiamenti di line-up: nel 2001 entra in formazione Jeff Phillips, unico componente maschile ad aver mai fatto parte della band, mentre nel 2002 Talena Atfield viene sostituita da Jennifer Arroyo. Inoltre, anche Jeff Phillips abbandona il progetto poco dopo in favore di Lisa Marx, stabilendo così la formazione definitiva per la realizzazione di Until the End.

Il 23 marzo 2005, Morgan Lander annuncia l’abbandono dalla band sia di Lisa Marx che di Jennifer Arroyo che, se nel secondo caso è stato amichevole, nel primo è stato invece un fulmine a ciel sereno. Quindi, le Kittie cambiano ulteriormente la loro line-up con l’ingresso di due nuove musiciste: Tara McLeod alla chitarra e Trish Doan al basso.

ll 7 febbraio 2006 esce l’EP Never Again attraverso Rock Ridge Music, mentre nel 2007, dopo aver fondato la propria etichetta X of Infamy, la band realizza il suo quarto lavoro su lunga durata Funeral for Yesterday. Da febbraio a fine marzo, le canadesi intraprendono il tour promozionale dell’album assieme a Walls of Jericho, 36 Crazyfists, Dead To Fall e In This Moment.

Il riscontro positivo ha incoraggiato le musiciste ad estendere il tour fino a maggio 2007 e a organizzarne un altro in Sud America. Il 4 marzo 2006 le Kittie annunciano l’abbandono di Trish Doan per problemi di anoressia (che la porterà alla morte nel 2017), venendo rimpiazzata da Ivy Vujic, che da turnista diventa la nuova bassista ufficiale.

Trish Doan, bassista delle Kittie dal 2005 al 2007

Il 26 giugno 2009 le Kittie annunciano di aver firmato per l’etichetta E1 Music, con cui pubblicano il quinto album In the Black. L’11 aprile 2011 la band rientra in studio ancora una volta con Siegfrid Meier, il quale ha lavorato all’album Oracle e ha prodotto, arrangiato e mixato In The Black. Il 31 agosto 2011 è stato pubblicato quindi I’ve Failed You, il sesto e fin ora ultimo album della loro carriera.

Nel 2019, dopo un lungo periodo di inattività, Morgan Lander ha espresso incertezza sul futuro della band: il motivo principale è la morte di Trish Doan, senza cui non ha voglia di portare avanti il progetto.

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