Le correnti dell’USBM

All’alba del nuovo millennio, il black metal negli Stati Uniti divenne una vera istituzione: i circoli underground iniziarono a promuovere qualsiasi band che proponesse questo genere musicale, organizzando eventi, festival e anche lunghi meeting di approfondimento per conoscere pienamente le radici culturali del black metal.

Persino in Florida e nella famosa Bay Area, terre d’origine del death e del thrash, il culto del metallo nero crebbe a dismisura. Ma se da un lato la vecchia scuola dei Darkthrone e dei Mayhem era la base da cui i fan statunitensi ampliarono la propria conoscenza, dall’altro era certo che questi ultimi stavano assistendo ad un’evoluzione che non solo cambierà la storia del black metal, ma sarà in grado di marchiarlo definitivamente con la scritta “Made in USA“.

Partiamo da dove ci siamo lasciati nel precedente capitolo, nell’area metropolitana di Los Angeles. L’underground che caratterizza la bassa California è stato sempre parte integrante per lo sviluppo del metal estremo, tanto da ospitare in moltissime occasioni una serie di kermesse di piccole dimensioni, ma di notevole sostanza. Tutto questo non sarebbe mai stato possibile se anche il Black Twilight Circle non avesse dato il suo contributo.

Simile al più famoso Inner Circle, il BTC è una confraternita di band fondate da musicisti di origine latino-americana, uniti dalla passione per il black metal, l’occultismo e la cultura pre-colombiana. La differenza con la setta norvegese sta nel fatto che, non solo i componenti mantengono le proprie ideologie e i propri segreti nei loro confini, ma ogni band collabora l’una con l’altra con una grande varietà di influenze che combinano stili tipici di black metal e altri generi di musica estrema.

Nasce così una vera e propria corrente che potrà essere definita anche come “Black Twilight Metal” per la particolarità che la contraddistingue. Da una parte vi sono i Volahn di Eduardo Ramírez che creano musica allo stesso tempo grezza e piena di innovazione insieme a linee di chitarra melodiche e canzoni più lunghe; dall’altra troviamo gli Arizmenda di Juan Cabello che esaltano la disperazione più profonda con un depressive black marcio e ipnotico.

L’elenco prosegue con i Mata Mata, che mescolano elementi punk e hardcore alla base black, e si amplia con Dolorvotre, Kuxan Suum, Kallathon, Odz Manouk, Axeman e The Haunting Presence, tutti moniker uniti da componenti comuni e da un’etichetta indipendente, firma del BTC: la Crepúscolo Negro.

Pur rimanendo nella profonda nicchia, queste band riescono ad avere un gran seguito dagli appassionati, ma anche da colleghi ben più famosi e autorevoli, come i canadesi Blasphemy e Revenge, che calcheranno i palchi della cerchia insieme ai principali esponenti.

I Volahn (in alto) e i Kuxan Suum (in basso) durante un’esibizione dal vivo

Quella del Black Twilight Circle, quindi, divenne in poco tempo una delle correnti più importanti dell’USBM, ma non sarà di certo l’unica ad emergere, perché nello stesso periodo, sempre sulla West Coast, si formò un altro movimento fondamentale per il black metal americano.

L’attenzione si sposta al nord della California, nei due stati dell’Oregon e di Washington. La particolarità di questi territori risiede nella spettacolare natura che offrono: boschi, laghi, montagne rocciose. Un vero e proprio paradiso naturale che, fatta eccezione per le aree metropolitane di Portland e Seattle, ricopre gran parte delle loro superfici. Si tratta, quindi, di una grande zona omogenea conosciuta come Cascadia.

Per Cascadia si intende quella regione della costa pacifica nord americana che include, appunto, gli attuali stati di Oregon e Washington negli Stati Uniti e della British Columbia in Canada. Tuttavia, oltre che naturale, la Cascadia sarebbe anche una regione politica guidata da un movimento indipendentista, rivendicante non solo i confini tradizionalmente riconosciuti, ma anche altri territori compresi tra Idaho, Montana, Wyoming, Alaska e Yukon canadese. In una regione così viva dal punto di vista sociale e ideologico, è stata inevitabile la nascita di una nuova corrente dell’USBM, che con il passare del tempo sarà riconosciuta quasi come genere a sé: il Cascadian Black Metal.

L’inizio preciso di questa scena musicale è tutt’ora sconosciuto, ma numerosi esperti hanno saputo riconoscerlo in By Blood and by Earth, il primo e unico album di 46 minuti dei Threnos, provenienti da Olympia (Washington), uscito nel 2004. Se da un lato sembra una semplice demo in stile classico, intrisa di un black atmosferico con qualche aggiunta di stilemi thrash, essa già rivela i tratti legati al concept centrale di tutti i futuri acts: natura, misticismo e senso di appartenenza al proprio territorio.

Le menti del progetto, Johnny Delacy e Jason Phillips, sono, tra l’altro, rispettivamente quei “Vines” ed “Echtra” che hanno saputo sviluppare il concetto di “Cascadian Black” con i Fauna e, appunto, la one man band Echtra, nei cui lavori non mancano testi profondi ed espliciti verso rituali contemplativi.

Johnny “Vines” Delacy e Jason “Echtra” Phillips, gli artisti precursori del Cascadian Black Metal

Altro disco che è stato una sorta di precursore per questo genere è Dead as Dreams, unico full-length dei Weakling, rilasciato nel 2000. Il motivo per cui questo lavoro viene ritenuto “secondario” a By Blood and by Earth sta nella provenienza geografica della band (San Francisco), ma dando anche un solo, rapido ascolto a quest’album, si capisce che il loro sound sia stato la base per ciò che nascerà in Cascadia, soprattutto in termini di atmosfere, passaggi lenti ed interludi ambient che, pur seguendo le orme del Norwegian black, si lasciano influenzare dal post e dal prog.

Inevitabilmente, però, furono i Wolves in the Throne Room con il debutto Diadem Of 12 Stars a dare una definizione più stretta di “Cascadian Black” grazie alla propensione di intrecciare al loro black metal peculiare tematiche legate alla propria terra d’origine (lo stato di Washington).

I Wolves in the Throne Room

A solo un anno dall’uscita del disco, Aaron e Nathan Weaver torneranno con quella trilogia che li renderà celebri in tutto il mondo: Two Hunters, Black Cascade e Celestian Lineage, usciti tra il 2007 e il 2011, che si distinsero per la loro originalità e compattezza, per i loro lunghi capitoli e per la loro capacità di tramandare un messaggio ben chiaro, di forte appartenenza al mondo naturale da cui derivano i propri ideali. Appare dunque indubbio come il loro talento abbia messo nero su bianco i canoni del Cascadian Black, tanto che questi tre album rappresentano un passaggio imprescindibile per questa scena.

Altrettanto importanti furono le gesta degli Agalloch, che grazie al folk/ambient black originale e di alta qualità, sono riusciti a ritagliarsi un posto importante nella scena sin dal primo full-length, Pale Folklore, perfezionandosi con il successivo, granitico The Mantle. L’elenco non finisce qui, perché di progetti notevoli ce ne sono altri: si ricordano i canadesi Skagos (British Columbia), i Twilight Falls, Boreal e Stellar Descent, tutti uniti dalla spiritualità e dal misticismo.

Ecologista è invece l’ideologia dei Wild’s Reprisal, aggiungendo anche gli Addaura, dai temi mistici e rituali, così come una delle più famose realtà di Portland: gli Uada
Appare dunque chiaro come il Cascadian Black Metal sia diventato una realtà solida, guidata da band ormai conosciute a livello internazionale con una chiara linea concettuale.

Contemporaneamente e allo stesso modo, è stata anche un’altra zona degli Stati Uniti a rendersi protagonista per la formazione di una nuova scena musicale, molto più a sud della Cascadia e con un paesaggio arido e roccioso: il Colorado.

La città di Denver divenne in poco tempo un ricco epicentro di una nuova scena estrema in grado di regalare all’USBM nuove band validissime e fornite di un clamoroso potenziale. Nel 2004 si tenne la prima edizione del Gathering of Shadows, un festival interamente black metal con cadenza annuale organizzato in location segrete e sperdute tra le Rocky Mountains.

Fu proprio questo festival che, seppur in parte controverso per via delle sue preferenze verso band di ideologie nazi-fasciste, riuscì a dare spazio nel corso degli anni a quei moniker di approccio diverso e variegato al black metal. In poco tempo, infatti, si fecero conoscere i Deafest, caldi sostenitori della natura, gli abissali Saeva, i più melodici Crafteon con soluzioni più ariose e gli atmosferici Wayfarer, autori di un black metal di grande caratura.

Non ci sono dubbi, però, di come la scena black del Colorado sia diventata famosa, ovvero grazie ad un artista in particolare: Naas Alcameth.

Naas Alcameth, uno degli artisti di punta dell’USBM

Sin dai primi anni 2000, Kyle Spanswick (suo nome all’anagrafe) si rese assoluto protagonista di una scena musicale passata alle luci della ribalta internazionale grazie ai suoi molteplici progetti: Akhlys, Aoratos, Excommunion, Nightbringer e Bestia Arcana, tutti riconoscibili dal mix astratto e violentissimo, unico nel suo genere, che ha regalato un’altra grandiosa sfaccettatura all’USBM, ma anche all’intero black metal.

Se il black metal americano ha avuto una grande innovazione in gran parte del territorio occidentale, non si può assolutamente escludere anche la East Coast, dove molte nuove reclute iniziarono una vera e propria rivoluzione in questo ambito.

Nella già ricca scena musicale di New York, l’USBM ha trovato una dimensione mai vista prima per ciò che riguarda la tecnica e l’ingegno. Proiettandoci verso gli anni 2010, la scena underground newyorkese portò in alto nomi nuovi ed interessanti.

È il caso dei Black Anvil, band nata dai leggendari Kill Your Idols che, traendo spunto dalle proprie origini, ovvero il New York Hardcore (di cui i KYI sono tra i principali esponenti), combina elementi del black con stilemi thrash/punk. Altro nome notevole sono i Black Table, tra le più valide band post-black della regione nord-orientale. Ma se New York è diventata famosa per la rivoluzione dell’USBM lo si deve a due band in particolare: i Krallice e i Liturgy.

Fu proprio nel 2011 che, tramite due album pazzeschi, rispettivamente Diotima e Aesthethica, queste due band riportarono all’attenzione internazionale la scena underground di New York come nuovo territorio fertile del black metal, rivendicando il genere da coloro che continuano a scagliarsi contro le influenze esterne.

Come si può sentire in entrambi i lavori, le band scelgono strutture riccamente elaborate, alimentate da sciami di doppie chitarre orchestrate magistralmente. I Liturgy creano un ulteriore elemento di caos attraverso quello che il leader Hunter Hunt-Hendrix chiama il “burst beat“, un’astrazione di stampo jazz del blast beat tipico del black metal, mentre i Krallice di Colin Marston si dedicano a una maestosità sonora insolitamente evocativa che può far sentire l’ascoltatore il protagonista di un cupo racconto fantasy.

Sebbene le band abbiano un’estetica diversa, le loro concezioni sono quasi immagini speculari: entrambe invertono consapevolmente il nichilismo del classico black per creare una forma “trascendentale” descritta dallo stesso Hunt-Hendrix, da ex studente di filosofia della Columbia, come “transcendental black metal“.

Ciò che scaturisce da questo stile, a detta di Marston, è la connessione del suono alla reazione emotiva, cosa che non solo è reale ed immediata, ma potrebbe essere il fondamento di una nuova corrente musicale.

Siamo arrivati al 2022, e il black metal americano è ancora lontano dall’essere in fase calante. Molti sono gli acts sparsi per tutto il territorio statunitense che sono riusciti a ritagliarsi un importante ruolo nella scena, come i Deafheaven (San Francisco), i Nachtmystium (Chicago) e i Caladan Brood (Salt Lake City), ma ogni Stato vanta una sua band di punta che rende questo movimento bello, interessante e variegato giorno dopo giorno, anno dopo anno, assieme a questi quattro ambiti principali.

Questo è l’USBM, una corrente del black metal fin troppo sottovalutata con una storia ormai decennale e consolidata.

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