SENISE (PZ), Campo sportivo – 06/08/2022

Il 2022 doveva essere l’anno della rinascita per la musica dal vivo, e così è stato. In Italia, dopo due anni di stallo e di incertezza per il futuro, i concerti sono finalmente ripartiti, compresi anche quei festival a cadenza annuale che ormai sono diventati un appuntamento imperdibile, come il Firenze Rocks, il Metal for Emergency, il Rock The Castle e, soprattutto, l’Agglutination. La parola “soprattutto” non è messa lì per caso e, infatti, bisogna fare delle precisazioni: ancor prima dello scoppio globale della pandemia, il patron Gerardo Cafaro annunciò sui canali social che nel 2020 non si sarebbe tenuta una nuova edizione del festival per mancanza di fondi. Ragion per cui fu indetto un crowdfounding per cercare di tenere in vita l’evento, ma l’arrivo del covid ha spazzato via ogni dubbio rendendo impossibile lo svolgimento della kermesse (come in tutto il resto della penisola) sia nel 2020 che nel 2021. Tuttavia, se nel caso degli altri eventi ci fosse già stata una conferma della ripartenza post restrizioni, il destino dell’Agglutination sembrava essere appeso ad un filo. Nessuno sapeva cosa sarebbe successo al festival metal più longevo d’Italia, né se la raccolta fondi organizzata due anni prima avesse contribuito alla sua rinascita, ma quasi per uno scherzo del destino, il 1° aprile 2022 ci fu la conferma ufficiale: l’Agglutination festeggerà il suo 26esimo compleanno, e lo farà con ospiti di tutto rispetto. I primi ad essere annunciati da headliner furono gli Asphyx, pilastri del death metal olandese assieme a Pestilence, Sinister e God Dethroned, seguiti dopo poco tempo dai Nargaroth, progetto black metal del tedesco René Wagner, che avrebbero suonato in Basilicata per un’unica data in tutta Europa. Col passare del tempo furono scelte anche le altre band, tutte italiane, a completare la line-up del festival: dagli storici Vanexa ai più recenti e brutali Fulci, affiancati dai pirateschi Sailing to Nowhere, dagli scenici Napoli Violenta, dai granitici Funeral Mantra e, infine, da due nomi di artisti autoctoni: gli Eyelids, band depressive/atmospheric black metal di Valsinni, e Mirko Gisonte, chitarrista e compositore solista di Corleto Perticara. La location scelta per questa edizione è il campo sportivo di Senise, tornata ad essere designata come la prediletta per lo svolgimento del festival dopo diversi anni al posto di Chiaromonte, comune adiacente. Il 6 agosto è arrivato in fretta, l’attesa è giunta al termine, e dopo un lungo periodo di stop, inizia lo spettacolo.

EYELIDS

Ore 16. I cancelli del campo sportivo di Senise finalmente si aprono. Il palco è posto in prossimità degli spogliatoi, mentre i numerosi stand circondano il perimetro dello spazio designato allo svolgimento dell’evento, separato dal campo da calcio da delle recinzioni provvisorie. Dopo mezz’ora ecco che arrivano gli Eyelids, con tutta l’attitudine puramente black metal che li contraddistingue: abiti neri, volti coperti e, ovviamente, la glacialità della loro proposta musicale per iniziare a far tremare le vaste lande della provincia di Potenza. E non ci poteva essere un’atmosfera più coerente di una tempesta a fare da cornice all’esibizione dei blacksters, che sotto le prime gocce di pioggia del pomeriggio riescono ad intrattenere il pubblico non ancora numeroso tra le note dei brani di Scars Under the Snow, l’ultimo album pubblicato dai ragazzi valsinnesi. Nel poco tempo avuto a disposizione, gli Eyelids hanno aperto le danze con Till Death Unite us Again, seguito da un brano del primo full-length Endless Oblivion e chiudendo infine con Cold’s Solitude, dando la spinta giusta per il prosieguo della giornata.

SETLIST EYELIDS:

Till Death Unite us Again
Endless Oblivion I
Soul of the Forest
Cold’s Solitude

MIRKO GISONTE

La pioggia scende ad intermittenza e, dopo le 17, sul palco si presenta Mirko Gisonte, compositore lucano legato alla musica popolare, con influenze flamenco e jazz. Non è, infatti, un nome che viene associato al metal, come affermato da lui stesso durante la sua permanenza sul palco, ma allo stesso tempo si nota come sia un genere da cui attinge per i suoi arrangiamenti, le sue composizioni strumentali e il suo virtuosismo, che gli fanno guadagnare pienamente un posto di rilievo nella line-up dell’Agglutination. Così, Mirko si esibisce davanti ad un pubblico per lui inedito, omaggiando la Basilicata con le note della sua chitarra che si trasforma in un mezzo di espressione per il suo talento e la sua proposta musicale, fatta di suoni pienamente jazz eseguiti quasi con la stessa abilità di John Petrucci. Anche il suo show è stato breve, ma molto intenso.

FUNERAL MANTRA

Ore 17:30. La pioggia continua ad abbattersi su Senise più forte e violenta rispetto all’inizio, uno stand viene ribaltato dal vento e il pubblico cerca di ripararsi sotto la tribuna coperta del campo sportivo. Le condizioni metereologiche non lasciano presagire il meglio per le ore successive, ma nonostante tutto, dopo una pausa più lunga del previsto, salgono sul palco i Funeral Mantra, con tutte le intenzioni di esibirsi anche di fronte ad un uragano. I romani, infatti, incitano a gran voce il pubblico a pogare anche nel pieno del maltempo e, dopo un breve rito di presentazione, inizia lo spettacolo: Dimensions Onward è il primo brano scelto per introdurre Afterglow, primo e fin ora unico full-length della band, e quel sound granitico a metà strada tra lo stoner e il groove metal accende gli animi degli spettatori in men che non si dica. Il tempo scorre veloce e, tra le altre hit dell’album, lo show dei Funeral Mantra volge al termine, lasciando impressioni più che positive.

SETLIST FUNERAL MANTRA:

Dimensions Onward
Gravestone Reveries
In These Eyes
Slave to the Wave
Drifting

NAPOLI VIOLENTA

Siamo arrivati a metà pomeriggio e, dopo quasi un’ora di pioggia e nuvole, finalmente esce il sole, quasi a simboleggiare la cosiddetta quiete dopo la tempesta. Peccato, però, che la tempesta si stia per abbattere proprio sul palco con l’arrivo dei Napoli Violenta: appeal alla Brujeria, attitudine musicale alla Napalm Death e tanta voglia di scaldare la folla a suon di grindcore. Il pogo parte già dalla prima Pulis in Hell, coinvolgendo gli stessi musicisti che non vogliono mollare la presa con La Crime Napulitane, Diamonds And Crust e Squadra AntiBlackster. I partenopei trovano anche lo spazio per due cover di lusso come Raining Blood e Breaking the Law (On My Back), rendendo il pubblico pienamente soddisfatto della loro esibizione.

SETLIST NAPOLI VIOLENTA:

Pulis in Hell
Mannitidiriale
La Crime Napulitane
I Don’t Need Sobriety
Violent (I Hate You) Pacification
Diamonds And Crust
Squadra AntiBlackster
Raining Blood
Goremorra
Torso
Napoli Violenta
Breaking The Law (On My Back)

SAILING TO NOWHERE

L’atmosfera cambia totalmente quando sul palco salgono i Sailing to Nowhere: la proposta musicale dei romani non corrisponde alla ruvidezza e alla pesantezza delle altre band presenti nel bill del festival, eppure riescono nell’intento di intrattenere, coinvolgere e far divertire il pubblico. Il loro spettacolo, tolto qualche problema tecnico all’inizio, procede nel migliore dei modi con le due voci (Marco Palazzi e Sara Tiezzi) che regalano al pubblico momenti di pura energia con brani come Apocalypse e Fight for Your Dreams. La grinta e la passione dei Sailing to Nowhere si percepiscono fino alla fine del loro show, con un forte applauso finale del pubblico che li accompagna fino al backstage.

SETLIST SAILING TO NOWHERE:

Scream of the World
Fight for Your Dreams
Apocalypse
Suffering in Silence
Sailing to Nowhere

FULCI

Ed ecco che, dopo il power metal melodico dei Sailing to Nowhere, si torna di nuovo sulla pesantezza e sulla brutalità. I Fulci sono ormai una band affermata non solo a livello nazionale: i tre album Opening the Hell Gates, Tropical Sun e Exhumed Information hanno riscosso un grande successo anche all’estero, non solo per il loro death metal brutale e diretto, ma anche per i testi a carattere cinematografico. Del resto, se i Nostri prendono il nome dal mitico regista Lucio Fulci (definito “il poeta del macabro”) i richiami all’horror/gore sono evidenti in tutto: nell’iconografia, nella proposta musicale e nelle esibizioni dal vivo. Così, i ragazzi di Caserta salgono sul palco con lo schermo retrostante che proietta scene tratte dai film del regista e iniziano a pestare con il trittico iniziale formato da Tropical Sun, Tomb e Apocalypse Zombie. La mancanza di un batterista all’interno della formazione a tre non fa perdere efficacia alla musica dei Fulci, che anzi riesce a funzionare anche con l’uso della drum machine: sino alla finale Nightmare, i deathsters si mostrano come veri e propri animali da palcoscenico soprattutto verso chi non li conosceva già da prima, e non poteva essere altrimenti. L’ovazione che ricevono alla fine dello spettacolo è più che meritata.

SETLIST FULCI:

Tropical Sun
Tomb
Apocalyspe Zombie
Lonely Hearts
Matul Tribal Cult
Legion of the Resurrected
Autopsy
Voices
Eyes Full of Maggots
Immortality Virus
Blue Inferno
Nightmare

VANEXA

Il bill del festival si avvicina sempre più verso gli headliner, ma prima bisogna far spazio ad un’altra band che definire “storica” sarebbe riduttivo. I Vanexa sono una delle primissime formazioni che portarono l’heavy metal in Italia a fine anni ’70, ma che, purtroppo, rimasero inattivi per più di un decennio. Sono tornati sulle scene solo nel 2016, quando decisero di dare alla luce, dopo i primi tre full-length, il quarto Too Heavy to Fly e il quinto The Last in Black uscito nel 2021. Non poteva esserci occasione migliore dell’Agglutination per poter di nuovo suonare pezzi di storia del metal tricolore, soprattutto se i liguri si presentano con una line-up di tutto rispetto: basti pensare a Pier Gonella alla chitarra, con il duo ritmico BottariPagnacco come componenti storici, il cantante Andrea Ranfagni e il secondo chitarrista Artan Selishta. Lo show offerto dai Nostri si presenta come giusto bilanciamento tra passato e presente, con pezzi come Too Heavy to Fly e Metal City Rocker che hanno coinvolto il pubblico al 100%. I Vanexa se ne vanno dopo una performance convincente, rendendo l’atmosfera movimentata prima degli headliner.

SETLIST VANEXA:

Too Heavy to Fly
In the Shadow of the Cross
Tarantino Theme
Last in Black
Paradox
My Grave
Armless
1000 Nights
Metal City Rocker
Rainbow in the Night

NARGAROTH

Siamo arrivati alla parte alta del bill, quella che gli spettatori, dopo una lunga carrellata di band tutte validissime, attendevano da tempo. La notte cala su Senise e il buio che avvolge le lande circostanti è il giusto preludio per accogliere i Nargaroth, i primi headliner della serata. Dopo un lungo sound check, ecco che tutti i musicisti prendono le loro postazioni sul palco, ma ci vuole ancora un po’ di tempo prima che arrivi il mastermind del progetto. René Wagner è il musicista che incarna la classica attitudine black metal, e lo dimostra dalla sua entrata in scena: bottiglia di whisky, sigaretta, borchie a tutto spiano e gelido distacco verso il pubblico prima di prendere possesso del microfono. Da qui in poi, però, i Nargaroth iniziano a pestare forte, partendo con The Agony of a Dying Phoenix fino ad arrivare all’esecuzione dei classici, quali Black Metal Ist Krieg e Possessed by Black Fucking Metal, eseguiti in maniera magistrale. E se a rendere interessante lo spettacolo sono in primis le canzoni storiche, anche lo stesso René Wagner riesce ad intrattenere il pubblico dopo il suo distacco iniziale, soprattutto quando durante le pause racconta una serie di aneddoti sulla sua vita. Uno dei più curiosi lo espone a metà dell’esibizione, quando dichiara che il black metal lo ha salvato dopo essersi trovato a vivere per strada alla fine di ben quattro matrimoni. E i fans che lo ascoltano dall’altra parte non possono far altro che approvare a gran voce queste parole, dato che le canzoni migliori del suo repertorio arrivano proprio dalla sua passione e la sua dedizione verso questo genere musicale. Per questo i Nargaroth, alla fine del loro show, se ne vanno dal palco tra applausi e ovazioni, consapevoli di aver regalato al pubblico un bellissimo spettacolo.

SETLIST NARGAROTH:

The Agony of a Dying Phoenix
Sommer
Hunting Season
Abschiedsbrief des Prometheus
Seven Tears Are Flowing to the River
Black Metal Ist Krieg
Possessed by Black Fucking Metal

ASPHYX

Ecco che finalmente tocca agli altri headliner salire sul palco. Gli Asphyx entrano in scena dopo una giornata trascorsa sempre a contatto col pubblico e, dopo i soliti accertamenti tecnici, sono pronti per iniziare. Gli spettatori sanno che gli olandesi, dal DNA puramente death metal, avrebbero dato la spinta definitiva alla serata, e già dalla prima Botox Implosion il pogo è partito dal nulla: Stefan Hüskens fa sentire tutta la sua forza e abilità dietro le pelli, mentre Paul Baayens e Alwin Zuur maneggiano la chitarra e il basso con pesantezza e compostezza. Inutile sottolineare, poi, il carisma di Martin van Drunen che tra i growl feroci e terremotanti si interfaccia costantemente con la folla, ribadendo spesso e volentieri che per loro è sempre bello esibirsi nel nostro Paese. Non ci sono momenti morti durante tutto il concerto, che procede spedito tra i vari brani come Deathhammer, The Rack e Necroceros. I musicisti si divertono, così come il pubblico, e se ne accorgono soprattutto quando tutti li incitano a gran voce per un bis o anche per vederli suonare solo un’altra canzone, ma il tempo volge al termine, e dopo la finale Last One on Earth, giunge il momento dei saluti.

SETLIST ASPHYX:

Botox Implosion
Death the Brutal Way
Deathhammer
Molten Black Earth
The Nameless Elite
Necroceros
The Rack
Last One on Earth

CONCLUSIONI

La gente inizia ad uscire fuori dallo stadio di Senise contenta e soddisfatta, non senza prendere di mira ancora una volta gli stand per fare gli ultimi acquisti. Il festival è riuscito a ripartire dopo le difficoltà citate all’inizio, oltre alle avverse condizioni climatiche che hanno convinto molte persone a non presentarsi, ma al di là di tutto, l’atmosfera è rimasta sempre la stessa. Era difficile prevedere, dopo una pandemia diffusa a livello globale, la stessa affluenza di pubblico degli anni precedenti, soprattutto se si considerano anche i grandi nomi che ne hanno fatto parte (Cannibal Corpse, Exodus, Venom e Napalm Death per citarne alcuni), ma come ogni altro evento nel resto della penisola, anche il festival più longevo d’Italia è riuscito a ripartire alla grande, consegnando agli archivi un’altra bellissima edizione ancora una volta per merito di Gerardo Cafaro, al quale ogni metallaro del Sud Italia (e non solo) dovrebbe essere grato. Non si sa ancora chi salirà sul palco dell’Agglutination nel 2023, né se l’evento si terrà ancora a Senise o in qualche altro comune limitrofo, ma una cosa è certa: noi ci saremo sempre, perché appuntamenti come questi sono ormai diventati di rito.

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